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mcnte di scegliere, poiche non desideravano che io facessi la mia scelta ad elezioni awenute; ed io mi sono doverosamente inchinato e sono stato eletto alla Camera dci deputati. Qucsto ho volu-

10    dirvi per prospettarvi la situazione imbaraz-zante nella quale ci si trovera ąualora si stabili-sca il principio dellincompatibilita.

Desidererei anche affermare che non bisogna sopravalutare 1’impegno cnorme di lavoro che vi sara neH’Assemblea parlamentare europea, tanio da impedire a coloro che siedono nei Parla-menti nazionali, di farę qui il loro dovere. Bene o małe, a ranghi ridotti, sino ad ora siamo andati avanti, abbiamo compiuto il nostro dovere ed abbiamo dato anche una notevole prova di buona volonta. Domani sara lo stesso. Soprattutto, se noi sapremo evitare che questa Assemblea si vada troppo tecnicizzando, se dedicarci a for-mulare soltanto rapporti, discutendo sulle parole e sui ćoncetti in modo accademico. Qui occorre farę della politica. In una Assemblea come que-sta si discutono e si votano risoluzioni. Non siamo un’organizzazione tecnica come puó essere

11    B.I.T. o 1’Organizzazione mondiale della sanita, ne tanto meno un organismo di studio che deve raccogliere dati e disertare su nuances dei rapporti e delle relazioni.

Comunque anche se avremo poco tempo (soprattutto per coloro che potranno avere il doppio mandato), probabilmente potremo dare un ap-porto efficace e ricco di prestigio. Me la figuro questa Assemblea, avulsa dai parlamenti nazionali, questa Assemblea, che sara certamente una Assemblea di valentuomini, di degnissime personę, sprowedute di ogni esperienza politica, oppure scartati dal corpo elettorale nelle elezioni dei nostri paesi, che verranno qui e che accen-tueranno quel!’aspetto tecnicissimo della nostra attivita, ma che probabilmente riusciranno molto poco a dare quella spinta decisa che da questa Assemblea dovra venire per la costruzione della Europa.

Sono d’accordo in tesi eon la onorevole Probst che ha combattuto eon tanta tenacia la battaglia sulla necessita di un sistema elettorale unico. Peró io parto dal punto di vista che bisogna costruire sul possibile, io parto dal punto di vista che un meccanismo airorigine alquanto flessibite consente molto meglio di andare avanti. Altrimenti corriamo il rischio, proprio in ragione della difficolta di certi paesi di digerire sistemi elettorali che non sono loro propri, di aggiungere alla difficolta di far comprendere 1’Europa quella di far comprendere come e perchd si deve votarc in una determinata maniera.

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Onorevoli colleghi, ho cercato di esprimere chiaramente il mio punto di vista. Sono favorc-vole all’approvazione di questa convenzione; meglio non potevate farę, onorevole Battista ed onorevoli relatori che, nel gruppo di lavoro avete dato il meglio della vostra intelligenza e della vostra capacita. Ma sia chiaro che attraverso le elezioni a suffragio diretto la causa dell’Europa potrą essere compromessa anziche awantaggiata se questo fatto storico non sia accompagnato dal-1’attuazione graduale e metodica di un pro-gramma prestabilito e predeterminato, attraverso intese precise tra i Governi dei nostri sei Paesi, per 1’attuazione di quelle misure che io mi sono permesso poco fa di ricordare. Noi abbiamo fatto il nostro dovere. Quando sara approvata questa convenzione, al corpo delle normę europee si sara aggiunto un’altro libro. L’edificio della Comunita europea crescera un poco in altezza, ma questo edificio non mettera al riparo 1’Europa, se non sar& integralmente costruito. Noi dob-biamo, per 1’awenire dei nostri popoli, per 11 loro benessere, farę in modo che la integrazione economica, che e stata oggetto dei trattati di Parigi e di Roma, sia effettivamente realizzata. E noi dobbiamo anche tener conto che non si vive soltanto di economia, che noi abbiamo una serie, di interessi, che vanno anche al di la della ragione economica, che noi abbiamo il patri-nionio della civilta europea, che dobbiamo sal-vaguardare per trasmetterlo alle futurę genera-zioni. E questo postula la necessita che alla Comunita economica si affianchi, integrandola, la Comunita politica delTEuropa federale.

(Applausi.)

De Voorzitter. — Het woord is aan dc heer Le Hodey.

M. Lc Hodey. — Je me rejouis de pouvoir feliciter a mon tour le groupe de travail, son president et ses rapporteurs, non seulement du labeur qu’ils ont accompli pour etablir la conven-tion qu'ils nous proposent, mais surtout du rea-lisme dont ils ont fait preuve, en n’£coutant ni los hommes, comme M. Smets, qui leur disent :

Des elections europeennes maintenant! A quoi pensez-vous ? » et en ne suivant ni les passionnes qui revent de constituante ou, tout au moins, d’une loi electorale unique, a condition que cette loi electorale unique soit conforme a leur conception personnelle.

Le groupe de travail a choisi une voie moyenne et raisonnable. II a donnę de l*cxpression « loi electorale uniforme» une interprćlation juri-diquement audacieuse. Et, en ecoutant hier M. Dehousse, je me demandais vraiment si la

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