Come sapete il Rinascimento si catratterizza per la ribellione contro le regole universali stabilite dall'epoca precedente. Prima la concezione del mondo basava sugli schemi universali e nell'arte si osservava l'ordine classico. Nel Rinascimento invece c'è la libertà artistica e il culto dei sentimenti. La presenza delle idee cosi opposte fa nascere le polemiche. La discussione del genere ha ispirato Alessandro Manzoni rununciando nella tragedia “Il Conte di Carmagnola” dalla tradizione del genere tragico.
Nella prefazione a quest'opera l'autore spiega perché non ha seguito alla parola i canoni. Io vorrei presentarvi un riassunto dei concetti più importanti racchiusi nel testo.
Manzoni parte dal fatto che non è giusto giudicare ogni testo secondo le regole fisse perché nel caso in cui un opera contiene qualcosa fuori dal comune, rischiamo di fraintenderla.Le storie rappresentate nelle opere tragiche sono differenziate quindi non è che un opera possa essere definita cosi come le altre. Inoltre se l'autore segue strettamente i principi stabiliti prima perde la propria originalità. Ora vi cito una frase che perfettamente trasmette questo concetto ed è un tipo di raccomandazione per ogni scrittore: “siate originale, e non fate nulla di cui i grandi poeti non vi abbiano lasciato l'esempio”.
Vediamo che è praticamente impossibile seguire tale consiglio perché ambedue le cose sono in contrasto.
Tornando nell'ambito della tragedia Manzoni commenta il ruolo delle unità aristoteliche. L'autore sostiene che sia l'unità di tempo che qella di luogo non sono necessarie, anzi sono un ostacolo per una rappresentazione adeguata della tragedia.
Ora cercherò di spiegarvi il perché di tale ragionamento.
Per primo l'autore rivolge l'attenzione sul fatto che le unità di tempo e di luogo non dovrebbero essere considerate come le regole ferree perché non sono connaturali alla tragedia. Costituiscono solo un indicazione tratta dal teatro antico. Si può dire che queste unità si fondano sull'autorità di Aristotele che le ha descritte nella sua “Poesia”. Nell'antichità l'uso delle regole di tre unità era molto popolare, su questo modello basavano praticamente tutti autori. Ma la situazione del genere si osservava allora e tale schema non deve essere opportuno anche per il Rinascimento. Per di più il Manzoni convince che il ragionamento secondo di cui la rappresentazione dovrebbe essere verosimigliante è sbagliata. Non si può creare un impressione che lo spettatore fa parte di un azione scenica perché lui non dipende dalla storia messa in scena ma la contempla. Quindi la verosimiglianza non proviene dalla relazione fra lo spettatore e la rappresentazione ma dai rapporti presenti nel testo.
Dal secondo concetto sappiamo che la regola di verosimiglianza a volte non ha l'applicazione. Per illustrarlo Manzoni ha dato un esempio di due personaggi che durante lo spettacolo parlano segretamente. Lo spettatore non può considerare tale situazione come un fatto reale perché questi due si trovano davanti a un mucchio di gente. Ora bisognerebbe dire che il pubblico non fa parte dello spettacolo ma analogamente lo stesso riguarderebbe anche le unità.
L'altro argomento definisce lo stato d'illusione che prova il pubblico durante lo spettacolo. L'autore sostiene che per raggiungere questo stato non sono neccessarie le unità aristoteliche perché lo suscita l'arte. Il fatto riguarda sia gli spettacoli popolari che quelli presentati dai “teatri colti” come li definisce Manzoni.Sappiamo bene che il teatro popolare non usava le tre unità tuttavia raggiungeva il suo obiettivo. Quindi anche nel “teatro colto “ le regole aristoteliche non sono necessarie. Per di più gli autori che sembrano di essere fortemente legati alla tradizione in realtà non seguono alla parola le regole di tre unità. Secondo Manzoni bisognerebbe creare due tipi di tragedia - una destinata alla lettura ed altra alla rappresentazione. Solo cosi si può risolvere la questione della presenza del coro.
Per quanto riguarda i personaggi storici il compito dell'autore è immaginare quali siano i pensieri e i sentimenti che un personaggio prova nel momento particolare. Questo concetto serve ad incoraggiare lo spettetore a conoscere radici e trovare la propria identità. La storia può servire anche come un idicazione per fare le scelte giuste e grazie a questo avere il futuro migliore.
Nella mia relazione volevo mostrarvi tutti i concetti più importanti racchiusi nella Prefzione al Conte di Carmagnola. Dopo aver letto questo testo, devo dire, che mi sono convintà al ragionamento di Manzini. L'autore ci ha mostrato che ogni epoca dovrebbe seguire la propria strada e mantenere cosi l'originalità perché il passato è solo un indicazione.