GRAMATYKA OPISOWA WYKŁADY
VERBO
Definizione semantica
Verbo e' una parte del discorso che determina(organizza) la frase.
Definizione formale
Verbo esprime il modo di essere della persona, dell'animale o della cosa di cui si parla, cioe' del 'soggetto', o l'azione da questo fatta o subita.
es. La democrazia segue delle vie tortuose.
Talvolta un avvenimento banale scuote la vita dei politici
O <- V -> O Verbo dice come collegare gli elementi della frase
es. aiutare a qcn
IL VERBO NEL ASPETTO MORFOLOGICO
La morfologia - la parte della grammatica che studia le forme delle parole.
In italiano non esiste una declinazione. Si cambia solo la preposizione.
es.aiuto alla mamma.
LA CONIUGAZIONE
Del verbo si dice che si coniuga, cioe' viene ordinato secondo schemi prevedibili corrispondenti a modi (indicativo, congiuntivo, condizionale, imperativo, infinito, gerundio, participio), tempi (presente, passato, futuro) e persone(prima, seconda,terza).
il paradigma - wzór odmiany
le desinenze - końcówki
Le categorie grammaticali:persona,numero,genere,tempo,modo,forma,diatesi.
La persona del verbo indica se il soggetto e' chi parla ( prima persona:io canto, noi cantiamo); chi ascolta(seconda persona: tu canti, voi cantate; altri individui, presenti o assenti (lui/lei canta, loro cantano).
Il numero permette di capire se il soggetto e' singolare (io canto, tu canti,lui/lei canta o plurale (noi cantiamo,voi cantate,loro cantano)
Il tempo indica la relazione cronologica tra il momento in cui si parla e il momento in cui si verifica l'evento:
-il presente indica coincidenza tra l'evento e il momento dell'enuncazione
-il passato indica che l'evento e' anteriore al momento dell'enuncazione
-il futuro indica che l'evento e' posteriore al momento dell'enuncazione
Il modo di un verbo indica l'atteggiamento del parlante nei confronti dell'enunciato; i modi possono essere:
-finiti (indicativo, congiuntivo, condizionale, imperativo) se nei diversi tempi definiscono sempre la persona mediante desinenze specifiche.
-indefiniti (infinito,participio,gerundio) se non definiscono la persona a cui si riferiscono.
es. participio presente dal verbo cantare -> cantante
Se aggiungiamo l'articolo diventano nomi => il processo di sostantivazione
Es. il/la cantante -> il verbo sostantivato
Il suffisso serve a formare un altra perte del discorso. Il ruolo del suffisso e' diverso:
-gatt-o => desinenza
-gatt-ino => in questo sufisso c'e' una desinenza
V->N
Nome deverbale
es.variare-> variazione, varieta',variamento
arrotare->arrotino
imbiancare->imbianchino
N->N
Nome denominale
es.benzina->benzinaio
auto->autista
bar->barista
A->N
Nome deagettivale
es.bello->bellezza
L'uso dei sufissi :-mento,-zione
es.solamento,soluzione
Nome
-genere
-numero
es.il bere,il mangiare ->si comportano come nomi comuni
Participio
->aggettivo
->nome
es.Ho invitato Maria (participio passato)
le persone invitate (Agg)
gli invitati (N)
es.il posto riservato ai minori non deambulanti (quelli che non possono passeggiare)
LA CREAZIONE DELLA FORMA PASSIVA
Il passivo si ottiene con l'ausiliare essere coniugato nel tempo del corrispondente verbo attivo, seguito dal participio passato del verbo (ama-> e' amato; ha amato-> e' stato amato, amo'->fu amato ecc.). Il soggeto della frase corrispondente, preceduto dalla preposizione da, diventa complemento d'agente; il complemento oggetto deventa soggetto.
Soggetto ----- Verbo--- Complemento oggetto
es. Il lupo ha mangiato Capucetto Rosso
Il Capucetto Rosso e'mangiato da lupo.
L'ausiliare venire al posto di essere:
-Il Capucetto Rosso viene mangiato da lupo
Ouesta construzione e` possibile sole se nella corrispondente frase attiva il verbo si presenta in un tempo semplice.
Es. La polizia ha arestato i ladri
I ladri sono stati arestati (dalla polizia).
Il complemento d'agente si puo' essere omesso
IMPLICAZIONI SEMANTICHE NEL PASSIVO
Implicazioni semantiche riguardano tutto cio' che viene chiamato l'organizazzione funzionale della frase.
agente (chi fa?)
paziente (chi subisce?)
Nella frase attiva agente=soggetto, paziente=COD.
Nella frase passiva paziente=soggetto, agente=complemento di agente (puo' essere omesso)
es. E' stata scipata meentre paseggiava.
Essere scippato=essere derubato
Scippare=derubare qlcu. per strada passandogli vicino di corsa e sottraendogli con violenza la borsa di mano o un oggetto di dosso
LA FORMA PRONOMINALE
Nella forma pronominale il verbo ha significato attivo. Dal punto di vista formale, questa coniugazione e' identica a quella riflessiva, poiche' il verbo e costantamente accompagnato dalle particelle proniminali mi,ti,si,ci,vi e richiede l'ausiliare essere. Ma,a differenza di quanto accade con i verbi riflessivi, in questo caso il pronome non svolge alcun ruolo sintattico: se dico io mi accorgo o io mi vergogno il pronome non e' ne' complemento oggetto ne' complemento di termine (non significa accorgo me stesso o vergogno me stesso.
Fanno parte dei verbi di forma pronominale:
un gruppo di verbi intransitivi che vengono usati prevalentamente in questa forma: accorgersi, arrabbiarsi, pentirsi,ribellarsi, vergognarsi;
un gruppo di verbi transitivi (abbondonare,alzare, commmuovere, decidere,svegliare) che accompagnati dalla particella pronominale, cambiano significato e assumono valore intransitivo (abbandonarsi, alzarsi, commuoversi, decidersi, svegliarsi);
un gruppo di verbi intransitivi (affacciare, approfittare, sedere)che esistono anche nella forma pronominale senza differenze di significato (la finestra affaccia sulla strada o si affaccia sulla strada; aprofittare di qualcuno o aprofittarsi di qualcuno) o con una leggera differenza di significato (sedere=stare seduti, sedersi=mettersi a sedere).
Es. Lavarsi Ø <= `si' e' particella pronomonale
Addormentarsi Ø
Ø accorgersi di qc <= verbi proniminali intransitivi
Ø vergognarsi di qc
LE CATEGORIE DEI VERBI PRONIMINALI
Maria si lava, si vesta, si trucca e si pettina <= identita' dei riferimenti
TRANSITIVI DIRETTI - si e' in funzione di ogetto diretto; e' un pronome riflessivo e l'azione fatta dal sogetto ricade sul ogetto X -V-X
I VERBI PRONIMINALI RIFLESSIVI
RIFLESSIVI VERI E PROPRI
Maria si lava le mani , si trucca gli occhi, si pettina i capelli
/ / /
sogg ogg COD
indiretto
mi lavo= io lavo me stesso
`si' - COI => risponde a se stesso
X - V - SN - aX
Sogg COI
Io lavo=Io lavo me stesso
Lina si veste= Lina si veste se stesso.
RIFLESSIVI INDIRETTI
Es . Maria e Paul si sono guardati con odio e si sono picchiati.
RIFLESSIVI RECIPROCI
Ag1 € Ag2
(XVY) e (XVY)
`si' corrisponde l'un l'altro ma `si' vuol dire anche `se stesso'
-Chiara e Paolo si amano=Chiara ama Paolo e Paolo ama Chiara.
-Ogni tanto ci incontriamo per strada.
-Si sono salutati a lungo della partenza
-Gli amoci si salutano volentieri tra di loro
-I due fratelli si ribracciarono l'un l'altro
-Quelle sorelle si amano tanto l'un l'altra.
Mi mangio una pizza
Mi bevo una birra => `mi' serve a sofforzare (emfazi) cioe' a un valore di rafforzamento
Mi faccio la siesta
Tipi di verbi: i pronominali
Una categoria particolare è rappresentata dai verbi pronominali, così chiamati perché la loro forma è data da un pronome personale atono (mi, ti, si, ci, vi) + una forma verbale:
Carla si lava
Carla si lava i denti
Paolo e Anna si salutano
Io mi arrabbio
Abbiamo 4 tipi di verbi pronominali:
1) Verbi pronominali diretti |
2) Verbi pronominali indiretti |
Nei verbi pronominali diretti (detti anche riflessivi diretti) il soggetto coincide con il complemento oggetto, che ha la forma di un pronome atono: Carla si lava = Carla lava sé stessa |
Nei verbi pronominali indiretti (detti anche riflessivi indiretti o riflessivi apparenti o transitivi pronominali) il soggetto non coincide con il complemento oggetto diretto ma con un complemento indiretto: “Carla si lava i denti” (= “Carla lava i denti a sé stessa”) Il pronome si non esprime un complemento oggetto diretto, ma un complemento indiretto introdotto da a |
3) Verbi pronominali reciproci |
4) Verbi pronominali indiretti |
I verbi pronominali reciproci (detti anche riflessivi reciproci) esprimono un'azione che due o più soggetti compiono e subiscono reciprocamente: “Paolo e Anna si salutano” (= Paolo saluta Anna e Anna saluta Paolo) |
Nei verbi pronominali intransitivi (detti anche riflessivi apparenti: accanirsi, accorgersi, arrabbiarsi, pentirsi, ecc. ) il pronome non ha una sua funzione e un suo significato ma fa, semplicemente, tutt'uno col verbo: “Io mi arrabbio”, “Tu ti accorgi” non significano “Io arrabbio me stesso” o “a me stesso”, “Tu accorgi te stesso” o “a te stesso”. |
VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI
-Transitivi es. X beve la birra
-Intransitivi es. X pensa a .... (seguiti da SP), X dorme
Verbi intransitivi non pssono essere messi dal passivo
Es. Finire
Maria finisce il lavoro (l'uso transitivo)
Il film finisce alle 13 (l'uso intransitivo)
I verbi transitivi ammettono un complemento oggetto diretto: |
I verbi intransitivi non ammettono un complemento oggetto diretto: |
COMPLEMENTO OGGETTO INTERNO
Es. Maria piange lacrime d'amore
Maria dorme un sonno profondo
Paolo vive una vita tranquilla
Alcuni verbi intransitivi accettano una forma di complemento oggetto a condizione che si limitia a riprendere il significato del verbo.
V intransitivo + SN+Agg (senza l'aggettivo la struttura non va)
COD
I VERBI SERVILI (MODALI)
Indicano l'atteggiamento del parlante rispetto all'enunciato.
Avverbi modali: forse, probabilmente.
VALORE MODALE DEI TEMPI
Quando i verbi servili hanno valore modale assummono l'ausiliare richiesto dal verbo che accompagnano: ho parlato->ho dovuto parlare, sono andato->sono dovuto andare
I tre verbi dovere, potere e volere sono detti servili o «modali», perché in genere servono a definire una particolare modalità del processo espresso
da un altro verbo all'infinito. Possono venire usati anche da soli, come transitivi (Ti debbo una cena; Non posso tutto; Voglio il tuo bene),ma il loro impiego più frequente si ha con un infinito in funzione di oggetto:Devo dargli una spiegazione; Devo partire subito
Non posso fare di più; Non posso rimanere
Voglio aiutarti; Voglio venire con te.
Ora, con i verbi servili, di regola, l'ausiliare non è quello dei verbi transitivi (avere), ma quello richiesto al verbo all'infinito (a seconda dei casi,avere o essere):Ho dovuto dargli una spiegazione; Son dovuto partire subito
Non ho potuto fare di più; Non sono potuto rima-nere
Ho voluto aiutarti; Sono voluto venire da te.
L'uso dell'ausiliare avere, con un verbo all'infinito che richiederebbe essere, è ammesso quando l'enfasi cade sul verbo servile stesso:
Sono dovuto correre in farmacia a comprare una
medicina;ma anche: Ho dovuto correre, perché altrimenti non sarei arrivato in tempo.
NOTE
• L'ausiliare è avere quando l'infinito è essere o è
passivo: Ho voluto essere presente; Ha dovuto essere operato.
Volere, potere,dovere,sapere + V inf /pedicato pieno/
-Luca vuole uscire
-L. puo' uscire => modalita' del obbligo (avvenimento non e' certo)
-L. deve uscire
-L. sa guigare
-L. vuole un gelato=Luca vuole mangiare un gelato =>equivalenza semantica
-L. sa la lezione=Luca sa recitare la lezione
-L. deve 10€ all'amico
-L.puo' molto
Desiderare non e' servile.
Luca desidera gelato.
L. desidera (di) uscire.
Luca vuole un gelato=Luca lo vuole mangiare
Devo andarci=Ci devo andare
PRONOME PROCLITICO si unisce dal punto di vista dal accento all'unita ` che procede.
Pronome proclitico V serv + V inf
PRONOME ENCLITICO (parola precdente)
-Desiderio mangiarlo
-Preferisco farlo
VERBI ASPETTUALI O FRASEOLOGICI (Forme Perifrastiche, Perifrasi Verbali)
Nei verbi aspettuali si parla di aspetto
-Ce lo fatta => espressione fraseologica (e' complessa e non corrisponde con significato degli altri elementi)
L'aspetto e' una forma per indicare lo stato dell'azione:
-finita
-compiuta
-non compiuta
L'opposizione temporale tra imperfetto (aspetto incompiuto) e passato prossimo (aspetto compiuto)
Per esprimere:
un azione imminente (che sta per svolgersi) ASPETTO INGRESSIVO
-stare per+infinito
es: Sto per uscire
-essere sul punto di+infinito
es:Sono sul punto di finire quest compito.
-essere in procinto di+infinito (lett)
-essere li' li' per+infinito
l'inizio di un azione ASPETTO INCOATIVO
incoare - wszczynać
-cominciare a+infinito
es:bambino comincia a piangere
-iniziare a+infinito
-mettersi a+infinito
Si e' messo a piovere.
-darsi a+infinito
Si diede a urlare.
lo svolgimento di un'azione ASPETTO PROGRESSIVO
-stare+gerundio
es:sto leggento, non disturbami.
-stare a+infinito (coll)
es:sto a leggere.
-andare+gerundio
es:la folla va aumentando
-venire+gerundio
es:viene raccontando le sue disgrazie
la continuita' di un'azione L'ASPETTO CONTINUATIVO/DURATIVO
-continuare a+infinito
es:Il bambino continua a piangere
-seguitare a+infinito
es:seguite a ripetere gli stessi errori
-insistere a(nel)+infinito
es.Perche' insisti a chiedermelo?
-persistere a (nel)+infinito
es:persistete nel fare errori
-ostinarsi a+infinito
es:vi ostino a dire le stesse sciocchiezze
la conclusione di un'azione ASPETTO CONCLUSIVO/TERINATO/EGGRESSIVO
-finire di+infinito
-smettere di+infinito
es:ho smesso di fumare
-cessare di+infinito (lett)
es.cessare di vivere=morire
-finirla di+infinito
-smetterla di+infinito
-piantarla di+infinito
-finire per+infinito
es:ha finito per uscire (aveva diverse scelte ma la scelta finale era `uscire'.
-andare a+infinito
es:andare a prendere il giornale
I VERBI CAUSATIVI (FATTITIVI)
FARE + INFINITO
LASCIARE + INFINITO
es:Luca mi ha fatto arrabbiare
Luca mi ha lasciato ch pensava
L'azione e' provocata dal soggetto ma non effettivamente svolta dal questo soggetto.
L'insegnante ha fatto studiare gli studenti durante le vacanze invernali.
I VERBI IMPERSONALI
I verbi impersonali non hanno un soggetto determinato e si usano soltanto nei modi indefiniti e nella terza persona singolare dei tempi di modo finito:comincia a piovere, sta nevicando , piovve, grandinava, nevichera'.
es: piove,nevica ->valenza=0
-sucesse una disgrazia
-sembra che sia alata
-tocca a me fare la spesa
Verbi impersonali sono provi di agente (esprimono azioni che non si puo' atribuire a un soggetto particolare).
Sono impersonali:
-i verbi che indicano fenomeni atmosferici:piove, nevica, diluvia, grandina, tuona, lampeggia ecc. Usati in senso figurato, questi verbi diventano personali:piovevano le proteste, i colpi piovevano dapertutto (V=1), sto gelando io, una voce tuono' all'improvviso;
-il verbo fare in frasi come fa freddo, fa caldo;
-un gruppo di verbi che, pur avendo una coniugazione personale, sono spesso usati impersoalmente: bisogna uscire, sembra che abbiamo vinto. I piu' comuni verbi usati impersonalmente sono: accadere, avvenire, bisognare, capitare, convenire, importare, necessitare,occorrere, parere, sembrare, succedere, essere necessario, essere opportuno, essere indubbio, essere certo, essere evidente, essere chiaro.
I verbi impersonali:
tipici (meteorologici) ->indicano fenomeni atmoserici
-il soggetto non appare mai
-verbi si appaiono in terza persona singolare
Usi non meteorologici: sto gelando io
che indicano un avvenimento
es:accadere, succedere,capitare, avvenire ecc.
In questo caso devono avere valenza = 0
es: -Mi hanno rubato la borsa
-Beh, succede
che esprimono una necessita'
es:bisogna, ocorre, conviene
bisogna farlo (V imp + infinito)
che indicano la parenza
es:sembra, pare
Sembra stanco -> V copula (intr.compl del predicato)
Sembra che sia malato -> quando si comincia con `che' v e' impersoanle.
ESPRESSIONI IMPERSONALI (di forma impersonale) seguite da una frase.
ESSERE+AGGETTIVO+FRASE
es:E' vero che X e' una persona simpatica.
E' un peccato che X sia venuto.
FORME IMPERSONALI nel contesto di `si' impersonale
es: Si vive
Qui, si mangia bene
Si diventa adulti
SI + V intr (o verbo usato in modo intransitivo)
-Si e' felici <- soggeto colettivo in significato `allora'.
Per rendere impersonali i verbi riflessivi e pronominali ei quali e' gia' presente la particella si, si ricorre alla particella ci: ci si lava, ci si sveglia, ci si lavo', ci si arrabbia spesso.
-accorgersi
uno si accorge=qualcuno si accorge
ci si accorge (ci - impersonale, si promominale)
Le strutture passive p.es “e' vietato” hanno un carattere passivo ma infatti sono impersonali
I VERBI DIFETTIVI
Sono chiamati difettivi quei verbi che mancano di alcune vovi del paradigma (non hanno una coniugazione completa).
ADDIRSI: esiste solo al presente in terza persona, molto spesso con una negazione.
Indicativo presente: si addice, si addicono. Addirsi significa essere opportuno,
conveniente.
es: Non si addice uscire tardi! = Non si conviene!
Participio passato di addirsi e' addetto che e' usato al presente e imperfetto.
addetto:
a.aggettivo
b.nome
es: le persone addette al lavori (impiegati)
CONSUMERE: sinonimo archaicho di consumare, participio passato: consunto.
es. La persona consunta dal dolore
DELINQUERE: significa commettere un delitto. `assocazione per delinquere'-sinonimo di mafia, participio presente:deliquente, part. pass. Delinquito.
FERVERE: usato in lingua poetica per dire bruciare, ardere intensamente. Usato in terza persona.
LUCERE: usato spec. nella terza pers. sing. e pl. del pres. indic.: luce, lùcono; dell'imperf.: lucéva, lucévano.
Le stelle lucevano rare / tra mezzo la nebbia di latte
OSTARE: essere d'ostacolo, d'impedimento . spec. nel linguaggio burocratico. Dare il nulla osta=permettere.
Nonostante la pioggia->malgrando la pioggia (non e' gia' ostacolo)
PRUDERE:significa `świerzbić'. Mi prudono le mani=sono impaziente.Indicativo presente:prude, prudono.
SOLERE: (lett.) avere per abitudine, per costume; essere solito, usare: soleva passeggiare dopo cena; come si suol dire, come si dice comunemente. Ora usiamo participio passato: solito .es:E' solito alzarsi alle 7.00.
TANGERE=toccare. Non mi tange=non mi riguarda
URGERE= essere urgente .v. tr. [pres. io urgo, tu urgi ecc. ; mancano il pass. rem., l'imp., il part. pass. e i tempi composti] (lett.)Terza persona Presente e imperfetto.
es:C'e' urgenza, urge un medico, e' rimasto urgente.
VERETERE=avere per argomento, riguardare es: la discussione verte sulla politica internazionale, la polemica verte le questioni economiche.
VIGERE= v. intr. [si usa solo nelle terze persone sing. e pl. del pres. e imperf. indic. e congiunt., nel part. pres. e nel ger. pres.]
essere in vigore (detto di leggi, usanze e sim.): una norma che vige ormai da molti anni. Participio presente=vigente.
I VERBI SOVRABBONDANTI
Sono detti “sovrabbondanti” alcuni verbi che possono appartenere a due coniugazioni.
Alcuni di questi verbi hanno diverse forme ma significati identici
es: compiere/compire
starnutire/starnutare
adempiere/adempire
Altri, invece, cambiando coniugazione, cambiano anche significato e formano coppie di verbi diversi
es: arrossare=far diventare rosso (rendere rosso)
arrossire= diventare rosso per la vergogna v intr, con essere
atterrare=compiere un atterraggio con un aeromobile: l'elicottero ha atterrato
atterrire=terrorizzare, sgomentare: atterrire con minacce; essere atterrito
dalle malatie, questa notizia mi ha atterrito.
sfiorare=toccare in modo delicato
sfiorire=appassire: le rose sfioriscono rapidamente
abbonare=fare un abbonamento a favore di qualcuno, abbonare un debito=umorzyć
v intr
abbinire=rendere buono, rendere buono v tr
I MODI E I TEMPI VERBALI
A. modi finiti: indicativo, congiuntivo, condizionale,imperativo;
B. modi indefiniti: infinito, participio, gerundio.
MODI FINITI |
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Indicativo |
Congiuntivo |
Condizionale |
Imperativo |
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TS |
TC |
TS |
TC |
TS |
TC |
TS |
TC |
presente |
presente parlo |
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presente parli |
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presente parlerei |
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presente parla |
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passato |
|
passato prossimo |
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passato abbia parlato |
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passato avrei parlato |
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imperfetto parlavo |
trapassato prossimo avevo parlato |
imperfetto parlassi |
trapassato avessi parlato |
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passato remoto parlai |
trapassato remoto ebbi parlato |
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futuro |
futuro semplice parlerň |
futuro anteriore avrň parlato |
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Ad.A.INDICATIVO
Tempi semplici |
Tempi composti |
il presente: canto, temo, dormo |
il passato prossimo (indicativo presente dell'ausiliare + participio passato del verbo da formare): ho cantato, ho temuto, ho dormito |
l'imperfetto: cantavo, temevo, dormivo |
il trapassato prossimo (indicativo imperfetto dell'ausiliare + participio passato del verbo da formare): avevo cantato, avevo temuto, avevo dormito |
il passato remoto: cantai, temei o temetti, dormii |
il trapassato remoto (passato remoto dell'ausiliare + participio passato del verbo da formare): ebbi cantato, ebbi temuto, ebbi dormito |
il futuro: canterò, temerò, dormirò |
il futuro anteriore (indicativo futuro dell'ausiliare + participio passato del verbo da formare): avrò cantato, avrò temuto, avrò dormito |
L'indicativo presente indica azioni che avvengono nel momento in cui si parla: Marco cammina, Giovanni guarda la televisione.
Il presente indica a : simultaneita',anteriorita', posteriorita'.
Si usa inoltre :
per indicare la regolarita', l'abitualita' con cui so svolgono determinate azioni:la mattina mi sveglio alle sette, tutti gli anni trascorro le vacanze in montagna ->presente interativo/abituale
per indicare verita' atemporali o definizioni scientifiche: il Sole sorge a est, la capra e' un mammifero, la radice quadrata di nove e' tre, la somma degli angoli interni di un trangolo e' 180, la liberta' e' un bene inestimabile-> presente acronico/atemporale (fuori dal tempo, da una situazione concreta) esprime un azione a cui viene attribuita un applicabilita' universale.
nei proverbi, per sottolineare la validita' in qualsiasi tempodi quanto viene affermato: tanto va la gatta al lardo ch ci lascia lo zampino, chi si loda s'imbroda->il presente dei proverbi
nella narrazione di fatti, per dare vivacita' al racconto: tutto era pronto per il comizio, il deputato Sali' sul palco, ma in quel preciso istante dal pubblico si levano grida di protesta nei suoi confronti. Quest'uso, caratteristico dalla prosa letteraria e di quella giorlalistica, prende il nome di presente storico.
L'indicativo imperfetto indica un'azione collocata nel passato, considerata nella sua durata, nel suo svolgimento, quindi non completamente conclusa: Mentre cenava, Paolo ricevette due telefonate.
Si usa inoltre:
per esprimere l'azione che si ripeteva abitualmente nel passato: l'anno scorso andavamo in piscina tre volte alla settimana;
nelle descrizoni: era una stupenda giornata di maggio e il sole illuminava di una luce dorata lepereferia della citta'->l'imperfetto descrittivo
nelle narrazioni, in luogo del passato remoto, per richiamara l'attenzione del lettore sull'azione:due banditi mascherati irrompevano ieri alle due nell'ufficio postale, intimando agli impiegati di aprire la cassaforte (si parla in questo caso di imperfetto storico o, vista la sua particolare diffusione nella cronaca giornalistica, di imperfetto cronistico)
imperfetto irreale. Serve a sottolineare un distacco della realta'; si usa in particolare nella narrazione di sogni(dopo aver attraversato il cortile entravo in un castello pieno di persone)o nelle affabulazioni che accompagnano i giochi dei bambini(io ero lo sceriffo e tu il cow-boy; io andavo al mercato e cumpravo le ciliegie)
l'imperfetto di modestia/attenuativo serve a rendere piu' cortese una richiesta: Volevo un biglietto.
IL PASSATO REMOTO E IL PASSATO PROSSIMO
Il passato remoto indica un'azione conclusa nel passato (e' chiusa e finita, completamente distante dal parlante)
es:nel 1982 la Roma vinse lo scudetto;la seconda guerra mondiale fini' nel 1945<- le azioni non hanno il collegamento col presente. Passato remoto esprime la lontananza dall'azione di cui stiamo parlando.
Il passato prossimo segnala un'azione conclusa nel passato i cui effetti perdurano nel presente: due anni fa ho cambiato il lavoro; nel 1958 ho vinto nel totocalcio
Esiste un differenza regionale nel uso di questi tempi; i parlanti di alcune regioni meridionali usano solo il passato remoto; i parlanti settentrionali tendono invece a usare sempre il passato prossimo.
IL TRAPASSATO PROSSIMO E IL TRAPASSATO REMOTO
Il trapassato prossimo si adopera pr indicare un'azione passata anteriora rispetto a un'altra , pure collocata nel passato:persi il treno perche avevo fatto tardi; quando mi vennero a chiamare non avevo ancora finito di cenare.
Il trapassato remoto si usa molto raramente nella lingua parlata. Nella lingua scritta, esprime un tempo anteriore al passato remoto della principale. L'impiego e' limitato alle subordinate temporali introdotte da dopo che, quando, non appena: dopo che fu rientrato a casa ando' a letto; non appena ebbe finito di lavorare usci' dall'ufficio.
I due trapassati sono definiti tempi relativi perche non specificano un determinazione temporale in modo assoluto (tre mesi fa ho cambiato casa), ma presupponogono un riferimento a un altro tempo passato , espresso all'interno dello stesso periodo o ricavabile dal contesto.
IL FUTURO SEMPLICE E IL FUTURO ANTERIORE
Il futuro semplice colloca l'azione in un tempo futuro rispetto al momento in cui si parla: sabato prossimo andremo al mare; quando smettera' di piovere?
Il futuro anteriore indica un'azione futura, ma anteriore rispetto a un'altra: non appena avrai finito di mangiare, potrai guardare la televisione; quando avrai finito di leggere questo libro, te ne daro' un'altro.Anche il futuro anteriore, come i due trapassati, fa parte dei cosidetti tempi relativi.
Usi modali del futuro:
Il futuro si puo; adoperare per esprimere:
un comando( quest uso e' limitato al futuro semplice): farai come dico io; per la prossima interrogazione ti preparerai meglio;
un dubbo o un'ipotesi: che ora sara'?; questa torta pesera' un chilo; che ora sara' stata quando siamo usciti?<-valore di supposizone/incertezza
valore di imperativo es:Porterai fuori il cane!
per togliere importanza a un argomento, ammettendo che le cose stanno in un certo modo, ma sottolineando subito che cio' ha scarsa importanza:sara' anche un bravo ragazzo, ma a me e' antipatico; sara' anche stato un bel film, ma io mi sono addormentato. Questo tipo di futuro e' denominato concessivo.
IL CONGIUNTIVO
Il congiuntivo presenta l'azione espressa dal verbo come incerta, ipotizzabile, desiderata, dubbia o soggettiva. Si usa prevalentemente nelle proposizioni subordinate, ma in un certo numero di casi trova impiego anche in proposizioni indipendenti.
Tempi semplici |
Tempi composti |
il presente: canti, tema, dorma |
il passato (congiuntivo presente dell'ausiliare + participio passato del verbo da formare): abbia cantato, abbia temuto, abbia dormito |
l'imperfetto: cantassi, temessi, dormissi |
il trapassato (congiuntivo imperfetto dell'ausiliare + participio passato del verbo da formare): avessi cantato, avessi temuto, avessi dormito |
L'uso de congiuntivo in proposizioni indipendenti
Nelle proposizioni indipendenti , il congiuntivo e' usato per esprimere:
un desiderio o un augurio (valore ottativo):possiate essere felici per tutta la vita!;ah, se tu fossi qui!;
un dubbio o una supposizione (valore dubitativo): non e' ancora arrivato: che abbia perso il treno?;
un'esortazione, un invto (valore esortativo): abbia un po' di pazienza!;vada via di qui immediatamente! (si usa al posto dell'imerativo nelle terze persone o nella prima plurale);
un concessione (valore concessivo):abbaia pure commesso degli errori, e' sempre un caro amico.
IL CONDIZIONALE
Il condizionale segnala che la realizzazione dell'azione espressa del verbo e' condizionata da altri fatti:farei velentieri una passeggiata (se avessi tempo(si usa sia nelle proposizioni indipendenti sia in quelle subordinate.
I due tempi del condizionale (presente e passato) si adoperano:
per attenuare la perentorieta' di una richiesta (condizionale di cortesia): vorrei un gelato;
per prendere le distanze o sottolineare la non certezza di quanto si sta per dire (condizionale di dissociazione/giornalistico):secondo il portavoce del ministro l'accordo sarebbe stato firmato in mattina;
per esprimere un desiderio, un augurio (condizionale ottativo):sarebbe bello incontrarsi di nuovo!;
nella proposizione principale del periodo ipotetico: se avessi tempo, mi piacerebbe studiare lo spagnolo; oppure al passato:se avesti avuto tempo, mi sarebbe piaciuto studiare lo spagnolo.
MODI INDEFINITI |
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Infinito |
Participio |
Gerundio |
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TS |
TC |
TS |
TC |
TS |
TC |
presente |
presente parlare |
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presente parlante |
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presente parlando |
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passato |
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passato |
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passato parlato |
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passato |
Ad.B.
Modi indefiniti: non sono coniugabili,non variano di seconda delle persone, hanno soltanto due tempi
L'INFINITO e' una categoria tra il verbo e il nome che ha valore intermedio
es: Mi piace dipingere <- l'infinito ha valore verbale
Il bere e il mangiare ci fa male <- la categoria dell'infinito diventa il nome.
art+l'infinito->N ! appare al maschile singolare. Ogni infinito puo' passare nella categoria nominale. Alcuni infiniti sono passati stabilmente nella categoria del nome: il potere, il piacere, gli averi
L'infinito può essere il verbo di una proposizione subordinata implicita; per esempio, può essere il verbo di una proposizione
oggettiva: |
Credo di essere un buono a nulla |
temporale: |
Prima di partire, telefonami |
finale: |
Tutti lavoriamo per vivere |
1b) Sempre come verbo, l'infinito può esprimere
a) un dubbio: |
Che fare? |
b) un'esclamazione: |
Tu dirmi questo! |
c) un ordine o un'istruzione: |
Tenere la destra |
d) un desiderio: |
Ah, averlo saputo prima! |
2) L'infinito può essere un nome a tutti gli effetti, preceduto (o anche non preceduto) dall'articolo o da una preposizione:
Mi piace tanto (il) cantare (= il canto)
Ho sempre avuto la passione di cantare
L'infinito ha:
a) un tempo semplice, formato da un'unica parola: |
b) un tempo composto, formato da due parole (verbo ausiliare avere o essere + participio passato): |
IL PARTICIPIO puo' avere valore nominale o verbale.
Il participio presente
Il participio presente con valore nominale si coniuga come gli aggettivi a due desinenze: ha quindi la desinenza -e per il maschile e il feminile singolari (amante) e la desinenza -i per il maschile e il feminile plurali (amanti). Puo' essere usato come aggettivo (una musiaca rilassante) o come sostantivo(i combattenti per la liberta'). Con valore do aggettivo, puo' avere il comparativo e il superlativo (invadente, piu' invadente, invadentissimo.
L'uso del participio presente con valore verbale e molto raro, per lo piu' riservato al lingaggio giuridico-burocratico: un certificato comprovante(=che comprova)
Il participio passato
Il participio passato con valore nominale si coniuga come gli aggettivi a quattro desinenze (amat-o,amat-a,amat-i,amat-e.Puo'essere usato come aggettivo (un appartamento ammobiliato) o come sostantivo (uso sconosciuo ha bussato alla porta).
Il participio passato con valore verbale serve per formare i tempi composti di qialsiasi verbo (ho studiato, avete deciso).Puo' inoltre essere usato per realizzare la forma impliciata di alcune proposizioni subordinate:vistosi perso, si arrese(casuale), appena arrivato inizio' a parlare(temporale) ecc.
Il participio presente, quando ha valore verbale, ha sempre significato attivo:un libro emozionante(=che emoziona). Il participio passato ha valore passivo con i verbi transitivi:spaventati(=essendo stati spaventati) dai rumori, i ladri fuggirono dalla finestra; ha velore attivo con i verbi intransitivi: giunto(=essendo giunto) davanti alla porta, si accorse di non avere le chiavi.
IL GERUNDIO
Il gerundio serve a indicare un'azione in stretto rapporto conl'altra azione:lavorando duramente ha raggiunto il successo; avendo fatto tardi, si fermo' a dormire da noi.
I nomi che vengono dal gerundio:il lavorando,il dottorando.
Il gerundio si trova solo in proposizioni subordinate. Può essere usato per esprimere:
1) una condizione all'interno di un'ipotesi:
-------------------- i p o t e s i --------------------
Andando di questo passo, non arriveremo mai (= Se andiamo di questo passo...)
condizione
2) una proposizione causale:
Avendo pagato in contanti, ha diritto a un omaggio (= Dato che ha pagato...)
3) una proposizione temporale:
Attraversando la strada ho visto un cane (= Mentre attraversavo la strada...)
4)una proposizione modale:
Perché parli muovendo tanto le mani?
Il gerundio ha:
a) un tempo semplice, formato da un'unica parola: |
b) un tempo composto, formato da due parole (verbo ausiliare avere o essere + participio passato): |
I PARTI DEL DISCORSO
-INVARIABILI
a.avverbio
b.preposizione
c.congiunzione
d.interiezione
ad.a.L'AVVERBIO può accompagnare solo un verbo, un aggettivo o un altro avverbio per dare loro una maggiore determinazione soprattutto in relazione al tempo, alle modalità, alla quantità.
TIPI DELL'AVVERBIO:
SEMPLICI: sono gli avverbi che hanno forma propria, non derivata da altre parole:bene, male, poco, molto,non,mai,piu',qui,la';
COMPOSTI: sono gli avverbi che risultano dalla fusione di due o piu' parole:almeno, perfino, dappertutto,talvolta,infatti;
DERIVATI:sono gli avverbi che hanno origine da un'altra parola (un nome, un aggettivo, un verbo), trasformata in avverbio attraverso l'aggiunta di un suffisso(forte->fortemente,ruzzolare->ruzzoloni, rapido-rapidamente,caro-caaramente, brillante-brillantamente,finale-finalmente)
Esistono due suffissi per la formazione gegli avverbi derivati:
-mente (sinceramente) e -oni (carponi).
La maggior parte degli avverbi derivati si ottiene aggiungendo il sufisso - mente a un aggettivo:
aggettivi in -o:certo-> cert-a-mente
aggettivi in -e:veloce->velocemente.
Alcuni avverbi derivati non seguono le regole sopra esposte:
altro>altrimenti,benevolo>benevolmente,leggero>leggermente,pari>parimenti, ridicolo>ridicolmente, violento>violenetemente.
Il suffisso -oni unito a un nome o a un verbo si usa in un numero limitato di casi, per indicare un modo particolare di stare o di procedere:
-bocca->bocc-oni (a faccia in giu'):dormire bocconi
-ginocchio->ginocchi-oni (con le ginocchia a terra):stare ginocchioni
-ciondolare->ciondol-oni (ciondolante):tenere le braccia ciondoloni)
LOCUZIONI AVVERBIALI:sono sequenze fisse di parole che,per significato e funzione, equivalgono ad avverbi:all'improvviso(=improvvisamente),di frequente(=frequentamente), d'ora in poi,alla svelta (sveltamente), a quatr'occhi (privatamente), di nascosto (nascostamente), a stento,a fatica.
I locuzioni avverbiali sono formati da una struttura preposizionale:
-a mano a mano
-a faccia a faccia
-a poco a poco
-a corpo a corpo
-di male in peggio
-di volta in volta
-d'ora in ora
-di tanto in tanto
-quasi quasi
-cosi cosi
alla + agg femm
-alla svelta
-all'antica
-alla romana (pagare)
-all'inglese (andarsene)
es:pesto alla genovese, melanzana alla romana (fatta alla maniera romana <-qui e' sottintesa la parola maniera)
E' partito all'improvviso (improvvisamente)
Verro di sicuro (sicuramente)
Ci siamo incontrati per caso (casualmente)
Ho arredato la casa praticamente <- si riferisce all'avverbio ma puo' riferirsi anche all'insieme (praticamente cioe' in modo funzionale)
Ho arredato la casa in pratica <- si riferisce all'insieme della frase.
LA POSIZIONE DELL'AVVERBIO
La solita posizione dell'avverbio e' dopo il verbo: mangia troppo, corre velocemente.
L'avverbio che precede il verbo ha una sfumatura emotiva: troppo ho mangiato oggi.
Se l'avverbio c'e' tra l'ausiliare e il verbo (con gli avverbi brevi) ha la sfumatura neutra.
LA TIPOLOGIA SEMANTICA DEGLI AVVERBI
Secondo il loro significato, gli avverbi si distinguoni in:
-avverbi di tempo:
Che funzione hanno?
Precisano il tempo di svolgimento di un'azione (“Ho sempre lavorato”), oppure indicano il momento in cui accade, è accaduto o accadrà qualcosa (“Carla arriverà domani”).
Quali sono?
Sono: gli avverbi ora, adesso, oggi, domani, dopodomani, allora, prima, dopo, ieri, poi, ancora, presto, tardi, sempre, spesso, mai, già, talora, talvolta, tuttora, finora; le locuzioni avverbiali un giorno, un tempo, una volta, d'un tratto, all'improvviso, per sempre, d'ora in avanti, fra poco, di frequente, in futuro ecc.
-avverbi di luogo:
Che funzione hanno?
Precisano il luogo in cui si svolge un'azione (“Dentro giocano a carte”) oppure indicano la distanza di qualcuno o di qualcosa rispetto a chi parla (“Il libro è là”).
Quali sono?
Sono: gli avverbi qui, qua, quaggiù, quassù, qua sotto, qua sopra, lì, là, laggiù, lassù, là sotto, là sopra, fuori, dentro, dietro, indietro, davanti, dinanzi, oltre, presso, sopra, sotto, su, giù, vicino, lontano, dappertutto, altrove, intorno, dovunque, ovunque, contro; le locuzioni avverbiali di qua, di là, di sopra, di sotto, in su, in giù, per di qua, per di là, nei pressi, nei paraggi, da lontano, da vicino ecc.
-avverbi di modo:
Che funzione hanno?
Precisano il modo in cui si svolge un'azione (“Ha lavorato scrupolosamente”), oppure esprimono un punto di vista (“Sinceramente non so che dire”).
Quali sono?
Sono: gli avverbi in -mente: attentamente, precisamente; gli avverbi che derivano direttamente da un aggettivo: forte, chiaro; gli avverbi bene, male, volentieri, insieme, invano; le locuzioni avverbiali che indicano un modo: alla svelta, in un batter d'occhio.
-avverbi di quantita':
Che funzione hanno?
Indicano una quantità in modo indefinito, senza misurarla con esattezza: “Hai mangiato troppo”.
Quali sono?
Sono: gli avverbi molto, poco, tanto, troppo, alquanto, altrettanto, parecchio, assai, abbastanza, nulla, niente, più, meno, quanto; le locuzioni avverbiali press'a poco, all'incirca, né più né meno, a bizzeffe, fin troppo, un poco (un po') ecc.
-avverbi di giudizio:affermativi,dubitatvi,negativi.
Che funzione hanno?
Servono per affermare, negare o mettere in dubbio un fatto, un evento o una dichiarazione: “Verrò di sicuro a trovarti”, “Mi dispiace, non verrò a trovarti”, “Forse verrò a trovarti”.
Quali sono?
Sono: gli avverbi e le locuzioni avverbiali di affermazione: certo, certamente, sicuro, sicuramente, esattamente, proprio, appunto, davvero, indubbiamente / di sicuro, di certo, senza dubbio, per l'appunto; gli avverbi e le locuzioni avverbiali di negazione: non, neanche, nemmeno, neppure / neanche per idea, nemmeno per sogno; gli avverbi e le locuzioni avverbiali di dubbio: forse, probabilmente, possibilmente, eventualmente, magari, quasi, circa
/ quasi quasi.
ATTENZIONE: sì e no non sono avverbi di affermazione e di negazione ma “profrasi”, cioè parole che equivalgono a un'intera frase: infatti non modificano, come fa un avverbio, l'elemento al quale si riferiscono, ma sostituiscono un'intera frase di risposta: “- Hai studiato? - Sì (= ho studiato) / No (= non ho studiato)”.
-avverbio presentativo:
Che funzione ha?
Si usa per richiamare l'attenzione su qualcosa, o per indicare una persona o una cosa che appare improvvisamente: “Ecco il disco che volevi”, “Ecco Carla!”.
Qual è?
È l'avverbio ecco
-avverbi interrogativi:
Che funzione hanno?
Introducono una domanda (diretta o indiretta) che può riguardare il modo (“Come ti senti?”), il luogo (“Non so dove andare”), il tempo (“Quando torni?”), la misura, il valore o la quantità (“Quanto costa?”) o la causa (“Perché non sei venuto?”).
Quali sono?
Sono gli avverbi come, dove, quando, quanto e perché.
-avverbi esclamativi:
Che funzione hanno?
Introducono una esclamazione “Come stai bene!”, “Dove siamo finiti!”, il tempo “Quant'è bello!”, “Quando si dice combinazione!”.
Quali sono?
Sono quasi tutti gli stessi avverbi interrogativi, usati però in frasi esclamative: come, dove, quando, quanto.
PROSPETTO |
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LA FUNZIONE AVVERBIALE DEGLI AGGETTIVI:
-Parla chiaro=chiaramente,guida veloce=velocemente <- non sono aggettivi veri e propri perche' sono invariabili.
POLIVALENZA DI FORME
-Vengo dopo cena (dopo - preposizione)
-Vengo dopo (dopo-avverbio)
-L'ho fatto prima (`prima'-avverbio perche' non e' seguita da nessun'altra parola)
-L'ho fatto prima di uscire/di cena (prima-preposizione)
Insomma:
-avverbi in -mente sono piu produttivi
-avverbi hanno la categoria (sono gradabili)
-formano un superlativo e comparativo:
Come si forma il comparativo dell'avverbio?
Premettendo all'avverbio le parole più (comparativo di maggioranza: più attentamente, più vicino, più spesso) e meno (comparativo di minoranza meno attentamente, meno vicino, meno spesso).
Come si forma il superlativo dell'avverbio?
Aggiungendo: il suffisso -issimamente alla radice dell'avverbio in -mente: attento > attent-issimamente; il suffisso -issimo alla radice dell'avverbio che deriva direttamente da un aggettivo qualificativo maschile singolare: forte > fort-issimo.
-gli avverbi possono formare una forma alterata, creata tramite suffissi, in questo caso esprimono: una sfumatura diminutiva,accrescitiva,peggiorativa,vezzegiativa- che tende a vezzeggiare (pieszczeotliwa):
Sostantivo:ragazzo-ragazzino (f.diminutiva), ragazzo-ragazzuccio(f.vezzegiativa), ragazzo-ragazzone(f.accrescitiva), ragazzo-ragazzoccio(f.peggiorativa),piccolo-piccolino, caro-caruccio
Avverbio:bene-benimo(abbastanza bene), bene-benone (piu' che bene), male-maluccio(un' po male), poco-pochino,tardi-tardino, tardi-tarduccio.
Ad.b.La PREPOSIZIONE serve ad esprimere una relazione di dipendenza tra un nome o un pronome o un verbo e la parola precedente.
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Preposizioni proprie |
di, a, da, in, con, su, per, tra, fra |
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Preposizioni improprie |
causa, durante, mediante, lungo, vicino, sopra, sotto, ecc... |
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Locuzioni prepositive |
in mezzo a, in luogo di, invece di, per mezzo di, per causa di, ecc... |
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Preposizioni articolate |
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preposizione |
+ |
il |
lo |
la |
i |
gli |
le |
di |
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del |
dello |
della |
dei |
degli |
delle |
a |
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al |
allo |
alla |
ai |
agli |
alle |
da |
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dal |
dallo |
dalla |
dai |
dagli |
dalle |
in |
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nel |
nello |
nella |
nei |
negli |
nelle |
con |
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col |
(collo) |
(colla) |
(coi) |
(cogli) |
(colle) |
su |
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sul |
sullo |
sulla |
sui |
sugli |
sulle |
per |
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(pel) |
- |
- |
(pei) |
- |
- |
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N.B. |
a) |
- |
Le preposizioni tra e fra non si fondono mai con l'articolo |
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b) |
- |
E' sconsigliabile l'uso delle preposizioni articolate in parentesi (meglio: con lo, per il, ecc... |
Ad.c. La CONGIUNZIONE serve a congiungere tra loro due o più elementi di una proposizione o due o più proposizioni che siano in rapporto di coordinazione (siano cioè della stessa natura) o di subordinazione (siano cioè l'una dipendente dall'altra).
Morfologicamente ci sono:congiunzioni semplici,composte (neanche,ebbene,ossia,perche'poiche') e locuzioni congiuntive
PROSPETTO |
N.B.: Sia le congiunzioni coordinative che le subordinative possono mettere in correlazione due proposizioni o due elementi della stessa proposizione oppure possono essere formate da più parole. Nel primo caso si dicono "correlative", nel secondo "locuzioni congiuntive". Eccone alcuni esempi:
Correlative (si ripetono nell'ambito della stessa frase. come... così, tanto... quanto, sebbene... tuttavia, quantunque... tuttavia, non solo... ma anche, ecc...
Locuzioni congiuntive per la qualcosa, fin tanto che, ogni qual volta che, di modo che, dato che, nonostante che,dal momento che,dato che, in modo che, ogni volta che,a parte che ecc...
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VALORE DISCORSIVO (TESTUALE) DELLE CONGIUNZIONI COORDINATIVE
-Mi piace ma e' caro > cong.avversativo
-Ma che fai? Ma sei sciemo! Ma chi ti ha dato la patente!> valore discorsivo , f.esclamativa
-Luca aveva 15 anni allora abitava a Roma (allora=in quel tempo)
-Fa freddo allora prendi la giacca (allora=dunque) cong.esortativo
-Allora, che si fa!? (allora=dunque) cong.testuale
-E' gia' partito! (gia'-avverbio di tempo)
-Bisogna affrettarsi! - Gia' sono le 6.00! cong.discorsivo (possiamo aggiungerle)
Ad.d. L'INTERIEZIONE o ESCLAMAZIONE serve "a esprimere un improvviso e vivo sentimento dell'animo, per meraviglia, stupore, ammirazione, disapprovazione, paura, dolore, piacere, odio, scherno, ammonizione, appello, salute, e così via" (Gabrielli).
PROSPETTO |
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Semplici |
ah! eh! ih! oh! uh! ahi! ohi! auff! uhm! ecc... |
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Composte |
ahimè! ohimè! ohibò! (oibò!) orsù! suvvia! addio! perdiana! perbacco! ecc... |
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Improprie |
bene! male! viva! evviva! senti! peccato! aiuto! dalli! dagli! |
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Locuzioni esclamative |
povero me! beato te! alto là! al ladro! corpo di mille bombe! ecc.
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Precisazioni |
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Come hai potuto notare, in tutti i "prospetti" relativi alle parti del discorso, abbiamo evitato di dare spiegazioni particolari di volta in volta. Riteniamo, infatti, che gli esempi riportati siano più che sufficienti perché tu possa derivare, intuitivamente, le opportune definizioni. Per esempio, in questo ultimo "prospetto" che si riferisce alle interiezioni, certamente avrai capito che "ahi" si dice semplice perché è formata da un solo elemento, mentre "ahimè" si dice composta perché è formata da due membri (ahi + me); invece "bene!" si dice impropria perché costituita da un vocabolo che può avere anche altre funzioni ("Il bene che ti voglio è immenso": qui è sostantivo; "Parigi val bene una messa": qui è avverbio) e "Corpo di mille bombe!" si dice locuzione perché formata da più parole. |
22
soggetto
Complemento d'agente
Verbo passivo
unita' accentuale