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lc sovrapposizioni di gesso: risultarono superficiali; anchc il blocco III era sotto di essc intcgro e tagliato sulla supcrfice inferiore secondo piano orizzontale; i blocchi non orano cementati. Farve quindi possibile uno smontaggio dci trc blocchi: esso riusci perfct-tamcnte; non solo, ma posando il blocco III sul blocco I, si scorgeva completo il profilo della corona bianca, al di la dclle fratture nella giunzione. 1 due blocchi appartenevano dunque quasi sicuramente alla medesima statua; il blocco II invece era estraneo ed era stato interposto. Inoltrc, i piani di giunzione dei tre blocchi (pl. 7, b. c) apparivano liści: molto probabilmente la statua cui appartenevano i blocchi I e III era stata costruita eon un blocco unico per il corpo e la testa, c un secondo blocco sovrapposto per la corona; similmente, ma di tre blocchi, era fatta la statua del blocco II.
Queste constatazioni parvcro consigliare un restauro: i blocchi I e III furono quindi ricongiunti; la testa eon la corona bianca (pl. 8) risultó alta 1.35; Peffetto estetieo eccellentc delTinsieme confermó la validita dell’intervento e Papprezzamento dello Scamuzzi in ordine al pregio estetieo c allo stile proprio della dinastia XVIII.
Le conclusioni gia esposte circa la Vaticano 30 c la Torino 1387 sembrano quindi da riprendere come segue : le due teste non possono, a causa del pilastro dorsale, appartenere alla serie a, ne possono, a causa della maggior dimensione, alla b.
La Vaticano 30 resta quindi isolata, semmai da collegare alla Cairo 52.364 (Aldred, o. c., nu 8) non di giubileo ne osiriana, forsę di Amcnofi I, per certo accadcmismo cd espressione «incantata», nonche il mento piccolo di tutti i thutmosidi.
La Torino invece si colloca perfettamente nella serie / insieme eon la Cairo 42051, siccome vcrsione «sorridente» dello stesso ritratto di Thutmosi I.
Un'osservazione ancora : lo seultore Rifaud, colui che per il Drovetti compose la collezione finita poi a Torino e ne trascelse i pezzi eon gusto e intuizione estctica eccezionale, lavoró principalmente « a Thebes». Tanto risulta da iscrizionc cłTegli incise su parecchie statuę; Pindicazionc puó prccisarsi «a Karnak», poichć di li certo provcngono il suo Sethi II e le Sekhmet e lo Ptah a Torino. E’ improbabilc cłTegli abbia operato anchc a Der el-Bahari, cui ancora gli Champollion e Roscllini diedero appena un’occhiata (v. PM II, p. 123).
In defmitiva, aggiunte tali osservazioni sul rigo storico tracciato dal Vandier, se ne compone un motivo d'evoluzionc molto netto. Gli seultori di Mentuhotcp I/III, cioe, crearono un ritratto di lui scarsamente significante una personalita interiore, e peró formalmentc ben costruito, improntato a uaespressione di fermezza in una maniera forsę destinata alle sole statuę di giubileo, a benevolenza in altra maniera per quclle osiriane, del sovrano quale «dio buono».
Questo ritratto ebbe fortuna, e fu ripetuto in ambedue le maniere, nelle statuę osiriane (di giubileo non ne possediamo piu) posteriori: di ambedue lc maniere sono le statuę di Armant; della prima, in fermezza, e la tesla successiva Louvre E 12924; della seconda