[ebook ita norme] CEI 0011 17 [07 1997] Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica Linee in cavo – 2°

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CNR

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE •

AEI

ASSOCIAZIONE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA ITALIANA

COMITATO

ELETTROTECNICO

ITALIANO

Norma Italiana

Data Pubblicazione

Edizione

N O R M A I T A L I A N A C E I

Classificazione

Fascicolo

Titolo

Title

CEI 11-17

1997-07

Seconda

11-17

3407 R

Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica -
Linee in cavo

Generation, transmission and distribution systems of electric power -
Cables installations

IMPIANTI E SICUREZZA DI ESERCIZIO

NORMA TECNICA

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© CEI - Milano 1997. Riproduzione vietata.

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente Documento può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi senza il consenso scritto del CEI.
Le Norme CEI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione sia di nuove edizioni sia di varianti.
È importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in possesso dell’ultima edizione o variante.

SOMMARIO

La Norma ha lo scopo di dare istruzioni per la progettazione, l’esecuzione, le verifiche e l’esercizio delle
linee di energia in cavo a corrente sia alternata sia continua. Essa si applica agli impianti di produzione,
trasmissione e distribuzione di energia elettrica e agli impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale su-
periore a 1000 V in c.a. ed a 1500 V in c.c.
La presente Norma costituisce la ristampa senza modifiche, secondo il nuovo progetto di veste editoriale,

della Norma pari numero ed edizione (Fascicolo 1890).

DESCRITTORI

linee in cavo; produzione, trasmissione e distribuzione energia elettrica;

COLLEGAMENTI/RELAZIONI TRA DOCUMENTI

Nazionali

(SOP) CEI 11-1:1987;

Europei

Internazionali

Legislativi

INFORMAZIONI EDITORIALI

Norma Italiana

CEI 11-17

Pubblicazione

Norma Tecnica

Carattere Doc.

Stato Edizione

In vigore

Data validità

1993-1-1

Ambito validità

Nazionale

Varianti

Nessuna

Ed. Prec. Fasc.

1981 (fasc. 558)

Comitato Tecnico

11-Impianti elettrici ad alta tensione e di distribuzione pubblica di bassa tensione

Approvata dal

Presidente del CEI

in Data

1992-7-22

in Data

Sottoposta a

inchiesta pubblica come Progetto C. 417

Chiusa in data

1990-3-31

Gruppo Abb.

2

Sezioni Abb.

A

ICS

CDU

LEGENDA

(SOP) La Norma in oggetto sostituisce parzialmente le Norme indicate dopo il riferimento (SOP)

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NORMA TECNICA

CEI 11-17:1997-07

Pagina iii

INDICE GENERALE

Rif.

Argomento

Pag

.

C A P I T O L O

I

GENERALITÀ

1

S E Z I O N E

1

OGGETTO E SCOPO

1

S E Z I O N E

2

TERMINOLOGIA

1

Fig. 1.2.06

Modalità di posa di cavi

.....................................................................................................................................................

4

C A P I T O L O

II

DISPOSIZIONI GENERALI

6

S E Z I O N E

1

SCELTA DEI CAVI IN RELAZIONE ALLE TENSIONI

6

Tab. 2.1.04

Scelta dei cavi per sistemi trifase con tensione massima fino a 52 kV

............................................

8

Tab. 2.1.06

Scelta dei cavi per sistemi trifase con tensione massima superiore a 52 kV

...............................

9

S E Z I O N E

2

SCELTA DEI CAVI IN RELAZIONE ALLE CORRENTI

10

Tab. 2.2.02

Valori del coefficiente

K

in funzione delle temperature iniziali

e finali di cortocircuito per conduttori di rame e di alluminio

............................................................

11

S E Z I O N E

3

CONDIZIONI AMBIENTALI E DI POSA

14

C A P I T O L O

III

PROTEZIONI

19

S E Z I O N E

1

PROTEZIONE CONTRO LE SOVRATENSIONI

19

S E Z I O N E

2

PROTEZIONE CONTRO LE SOVRACORRENTI

20

S E Z I O N E

3

PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI E INDIRETTI

22

S E Z I O N E

4

PROTEZIONE CONTRO LE SOLLECITAZIONI MECCANICHE ESTERNE

24

S E Z I O N E

5

PROTEZIONE CONTRO LE SOLLECITAZIONI TERMICHE ESTERNE

24

S E Z I O N E

6

PROTEZIONE IN RELAZIONE ALLE CONDIZIONI CLIMATICHE, CONTRO SOSTANZE CORROSIVE
O INQUINANTI, CONTRO LA FAUNA E LA FLORA O CONTRO INFLUENZE ELETTRICHE

25

S E Z I O N E

7

PROVVEDIMENTI CONTRO L’INCENDIO

27

C A P I T O L O

IV

COESISTENZA TRA CAVI DI ENERGIA ED ALTRE CANALIZZAZIONI, OPERE O STRUTTURE

30

S E Z I O N E

1

COESISTENZA TRA CAVI DI ENERGIA E CAVI DI TELECOMUNICAZIONE INTERRATI

30

S E Z I O N E

2

COESISTENZA TRA CAVI DI ENERGIA E CAVI DI COMANDO E SEGNALAMENTO

31

S E Z I O N E

3

COESISTENZA TRA CAVI DI ENERGIA E TUBAZIONI O SERBATOI METALLICI, INTERRATI

32

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NORMA TECNICA
CEI 11-17:1997-07

Pagina iv

S E Z I O N E

4

ATTRAVERSAMENTI DI LINEE IN CAVO CON FERROVIE, TRANVIE, FILOVIE, FUNICOLARI
TERRESTRI, AUTOSTRADE, STRADE STATALI E PROVINCIALI

33

S E Z I O N E

5

PRESCRIZIONI SULLA DETERMINAZIONE DELLE DISTANZE

34

C A P I T O L O

V

ACCESSORI

34

S E Z I O N E

1

SCELTA IN RELAZIONE ALLE CONDIZIONI DI POSA E DI ESERCIZIO

34

C A P I T O L O

6

COLLAUDO DOPO POSA

36

S E Z I O N E

1

DISPOSIZIONI GENERALI

36

S E Z I O N E

2

CAVI PER SISTEMI DI CATEGORIA 0 E 1

36

S E Z I O N E

3

CAVI PER SISTEMI DI CATEGORIA 2

36

S E Z I O N E

4

CAVI PER SISTEMI DI CATEGORIA 3

37

S E Z I O N E

5

PROVE DOPO RIPARAZIONE O MODIFICHE

37

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NORMA TECNICA

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Pagina 1 di 38

C A P I T O L O

I

GENERALITÀ

S E Z I O N E

1

OGGETTO E SCOPO

1.1.01

Oggetto e scopo

Le presenti Norme hanno lo scopo di dare istruzioni per la progettazione, per
l’esecuzione, per le verifiche e per l’esercizio delle linee di energia in cavo a cor-
rente sia alternata sia continua, fatta eccezione per le linee aeree in cavo per
esterno, che sono oggetto delle Norme CEI 11-4.

Non rientrano inoltre nelle presenti Norme le linee in cavo facenti parte di im-
pianti di trazione elettrica, quelle installate a bordo di mezzi mobili e quelle situa-
te nelle aree minerarie. Infine non sono state tenute in particolare considerazione
soluzioni speciali, quali per es. i cavi sottomarini, i cavi con raffreddamento artifi-
ciale ecc. che devono formare oggetto di accordi tra committente, fornitore ed al-
tri eventuali Enti interessati.

1.1.02

Campo d’applicazione

Le presenti Norme si applicano agli impianti di produzione, trasmissione e distri-
buzione di energia elettrica; si applicano altresì agli impianti elettrici utilizzatori a
tensione nominale superiore a 1000 V in corrente alternata ed a 1500 V in corren-
te continua, quando non esistano Norme in merito.

Le presenti Norme si applicano agli impianti nuovi ed alle trasformazioni radicali
degli impianti esistenti.

S E Z I O N E

2

TERMINOLOGIA

1.2.01

Sistemi e impianti elettrici

Per le definizioni relative ai sistemi e agli impianti elettrici e per le rispettive clas-
sificazioni (sistemi con neutro a terra, categorie dei sistemi elettrici, impianti uti-
lizzatori ecc.) si applica quanto stabilito dalle Norme CEI 11-1.

1.2.02

Cavi ed accessori

Per le definizioni relative ai cavi elettrici, ai loro componenti (conduttori, isolanti,
rivestimenti protettivi ecc.), e ai loro accessori, nonché alla costruzione dei cavi
stessi (campo elettrico radiale e non radiale ecc.) si applica quanto stabilito dalle
Norme CEI elaborate dal CT 20.

Il termine “cavo” è usato per indicare tutti i tipi di cavo, con o senza rivestimento
protettivo.

1.2.03

Tensioni dei sistemi elettrici a cui i cavi sono destinati

n

Tensione nominale di un sistema: è il valore della tensione con la quale il si-
stema è denominato ed al quale sono riferite le sue caratteristiche.

n

Tensione massima di un sistema: è il valore più elevato della tensione che
può verificarsi in qualunque momento e in qualunque punto del sistema in
condizioni regolari di esercizio, non tenendo conto di variazioni temporanee
della tensione come, per es., quelle dovute a guasti o a bruschi distacchi di
carichi importanti.

Le suddette tensioni, se alternate, sono espresse in valore efficace; e in particola-
re, se trifase, sono da intendere concatenate.

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42

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1.2.04

Tensioni di designazione di un cavo

Ogni cavo è caratterizzato dalle seguenti tensioni:
U

0

= Tensione nominale di riferimento per l’isolamento a frequenza d’esercizio,

in kV efficaci, tra un conduttore isolato qualsiasi e la terra.

U

= Tensione nominale di riferimento per l’isolamento a frequenza d’esercizio,

in kV efficaci, tra due conduttori isolati qualsiasi nel cavo.
La tensione U va presa in considerazione solo nel caso dei cavi a campo
elettrico non radiale.

U

p

= Tensione di tenuta ad impulso atmosferico, in kV di cresta.

Nel seguito le tensioni U

0

e U sono convenzionalmente denominate tensioni di

isolamento.

1.2.05

Terminologia relativa alle correnti

Agli effetti delle presenti Norme vengono definiti i seguenti termini:
1) Portata in regime permanente: massimo valore della corrente che, in regi-

me permanente e in condizioni specificate, il conduttore può trasmettere sen-
za che la sua temperatura superi un valore specificato.

2) Sovracorrente: corrente, di valore superiore alla portata in regime perma-

nente, che si presenta in caso di sovraccarico o di cortocircuito.

3) Corrente di sovraccarico: corrente che si può verificare in seguito a condi-

zioni anomale del carico utilizzatore (sovraccarico) o in seguito a condizioni
di guasto ad alta impedenza.

4) Corrente di cortocircuito: corrente che si può verificare in seguito ad un

guasto o ad un errato collegamento ad impedenza trascurabile tra due punti
del circuito a potenziale differente (cortocircuito).

1.2.06

Terminologia usata per le modalità di posa

Nelle presenti Norme sono usati i sottoindicati termini, con il significato a fianco
indicato. I richiami (A), (B) ecc. si riferiscono alla figura seguente, nella quale
sono indicate le più comuni modalità di posa dei cavi.

n

A parete o a soffitto: dicesi di cavi (o di tubi) fissati ad una parete o ad un
soffitto, a mezzo di graffette o collari (A).

n

Tubo: elemento cilindrico cavo, di piccolo spessore, metallico, di materiale
sintetico o di calcestruzzo ecc. destinato a contenere e proteggere cavi (per
es. B, N).

n

Sotto modanatura: dicesi di cavi posati tra la parete ed una scanalatura (mo-
danatura) di uno zoccolino prefabbricato o di altro simile manufatto (C).

n

Incassato: dicesi di tubo annegato in una parete, in una soletta o in un mas-
sello di calcestruzzo, senza spazi vuoti interposti. Ai fini delle presenti Norme
si assimila ad un tubo incassato la cavità liscia e continua ricavata in un pan-
nello prefabbricato, destinata a contenere cavi (D).

Nota:

Cavi direttamente incassati senza tubo protettivo non sono ammessi dalle presenti Norme.

n

Canaletta: contenitore prefabbricato, generalmente metallico o di materiale
sintetico, con coperchio, destinato a contenere cavi; il coperchio può essere
tale da consentire il passaggio dell’aria (E).

n

Passerella: tavoletta, continua o reticolata, generalmente metallica o di mate-
riale sintetico, destinata alla posa di cavi (F).

n

Supporto (o mensola): elemento, generalmente metallico o in materiale sin-
tetico, destinato al supporto discontinuo di cavi o tubi (G).

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n

Organo portante: corda di acciaio o di rame crudo, o di altro materiale ad
elevata resistenza meccanica, alla quale uno o più cavi sono sospesi (H).

Nota:

La funzione portante in particolari tipi di cavi può essere assolta da uno o da tutti i conduttori

del cavo.

n

Galleria: passaggio praticabile, destinato alla posa di cavi e di eventuali altri
servizi (I).

n

Interrato: dicesi di cavo, tubo, condotto ecc. posato direttamente nel terre-
no. Un cavo interrato può essere dotato di una protezione meccanica supple-
mentare (per es. M, N).

n

Condotto: manufatto di tipo edile, generalmente da interrare, destinato alla
posa dei cavi. Può essere ad un solo foro o a più fori, apribile o non apribile,
prefabbricato o gettato in opera (per es. O).

Nota:

Un condotto apribile ad un solo foro equivale ad un cunicolo; un condotto non apribile ad un

solo foro equivale ad un tubo.

n

Cunicolo: trincea, o altro passaggio non praticabile, con chiusura mobile; la
chiusura può essere tale da consentire il passaggio dell’aria (P, Q).

n

In acqua: dicesi di cavo, tubo, condotto ecc. posato direttamente nell’acqua
o interrato sul fondo di mare, lago, fiume, canale, bacino ecc. (R).

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Fig. 1.2.06

Modalità di posa di cavi

(segue)

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C A P I T O L O

II

DISPOSIZIONI GENERALI

S E Z I O N E

1

SCELTA DEI CAVI IN RELAZIONE ALLE TENSIONI

2.1.01

Generalità

Scopo della presente Sezione è di fornire i criteri per la scelta delle tensioni d’iso-
lamento dei cavi in relazione alle tensioni nominali dei sistemi elettrici. Si fa rife-
rimento ai valori normali delle tensioni nominali dei sistemi ed ai valori delle ten-
sioni di isolamento dei cavi indicati nelle Tab. 2.1.04 e 2.1.06.

Nota:

La presente Norma non può ovviamente sostituirsi alla responsabile valutazione che si deve
fare caso per caso, con criteri di sicurezza tecnica e di convenienza economica adeguati alle
effettive o prevedibili condizioni di ogni particolare impianto. Vedasi in particolare la nota di
cui in 2.1.03.

2.1.02

Dati necessari per la scelta

a) Individuazione del sistema (trifase, monofase o a corrente continua ecc.).
b) Frequenza (per i sistemi a corrente alternata).
c) Tensione nominale o tensione massima del sistema.
d) Tipo di messa a terra del neutro (o del centro) del sistema.
e) Massima durata permessa di funzionamento con una fase a terra, per ciascun

guasto a terra.

f) Massima durata prevedibile di funzionamento con una fase a terra, complessi-

va per i guasti di un intero anno.

Qualora il cavo sia esposto a sovratensioni di origine atmosferica:
g) Livello d’isolamento ad impulso della rete aerea alla quale il cavo è collegato.
h) Caratteristiche e ubicazione dei dispositivi di protezione contro le sovraten-

sioni qualora esistenti.

Per sistemi con tensione nominale superiore a 220 kV ai fini del coordinamento de-
gli isolamenti occorre anche tener conto della tenuta a sovratensioni di manovra.

2.1.03

Classificazione dei sistemi elettrici dal punto di vista
del funzionamento con una fase a terra

Ai fini della scelta delle tensioni nominali di isolamento dei cavi, i sistemi vengo-
no distinti in due categorie:

Categoria A: Sistemi nei quali si permette il funzionamento con una fase a terra

solo per breve tempo. Questo tempo non dovrebbe essere in ge-
nerale maggiore di un’ora, ma in eccezionali circostanze e purché
vengano usati cavi con anime singolarmente schermate o con cin-
tura rinforzata, si può tollerare che superi un’ora o arrivi al massi-
mo a otto ore.
I tempi ammessi per ogni singolo caso di funzionamento con fase a
terra sono specificati nella Tab. 2.1.04; comunque i casi di funziona-
mento con fase a terra devono risultare poco frequenti e avere una
durata complessiva annuale non superiore a 20 h.

Categoria B: Sistemi che non rientrano nella categoria A, e nei quali quindi il

funzionamento con una fase a terra può durare più di alcune ore
ogni volta e più di 20 h all’anno. Pur non essendo indicati limiti

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massimi, si presume ovviamente che l’anormale funzionamento
con una fase a terra non possa in pratica prolungarsi per tempi illi-
mitati.

Nota:

La suddetta distinzione in Categorie fa riferimento alle durate di funzionamento con una fase
a terra e non ai valori della tensione che si stabilisce tra le fasi sane e la terra durante tale fun-
zionamento.
Nel valutare se, per la scelta dell’isolamento del cavo, sia opportuno considerare un dato siste-
ma come appartenente alla Categoria A o B, si deve tener presente che l’aumento delle sollecita-
zioni elettriche dell’isolante del cavo, che si produce durante il funzionamento con una fase a
terra, dà luogo a una certa riduzione della vita del cavo (nel senso che un’ora di funziona-
mento con una fase a terra può equivalere a molte ore di funzionamento senza fase a terra).

2.1.04

Scelta delle tensioni d’isolamento dei cavi per sistemi trifase
con tensione massima fino a 52 kV

Nella scelta delle tensioni nominali d’isolamento U

0

ed U dei cavi, in relazione

alle tensioni nominali e massime dei sistemi trifase, occorre attenersi alla
Tab. 2.1.04 tenendo presenti le definizioni e avvertenze di cui in 2.1.03. In siste-
mi con tensione nominale fino a 1 kV è tuttavia spesso necessario, per ragioni di
affidabilità in relazione all’importanza del servizio ed alle condizioni di posa dei
cavi, scegliere cavi con tensione nominale di isolamento U

0

/U = 0,6/1 kV indi-

pendentemente dalla tensione nominale e dalla categoria A o B del sistema.

2.1.05

Scelta delle tensioni d’isolamento dei cavi per sistemi monofase
con tensione massima fino a 52 kV

Nel caso dei cavi destinati a sistemi monofase si possono utilizzare i dati della
Tab. 2.1.04, nella quale però i valori riportati nelle colonne 1 e 2 devono inten-
dersi come limiti convenzionali per la scelta dei cavi e non come valori normali
delle tensioni nominali e massime dei sistemi (giacché una normalizzazione di
queste tensioni non esiste).

Nel caso di funzionamento con una fase permanentemente a terra devono essere
scelti cavi aventi U

0

almeno pari alla massima tensione verso terra, in quanto tale

caso non rientra nella definizione di categoria B (2.1.03).

Nel caso di sistemi monofase per impianti di illuminazione in serie, la tensione
massima deve intendersi quella a circuito aperto, misurata ai morsetti secondari
dell’apparecchiatura di alimentazione.

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Tab. 2.1.04

Scelta dei cavi per sistemi trifase con tensione massima fino a 52 kV

1

2

3

4

5

6

Caratteristiche dei sistemi trifase

Tensione di isolamento dei cavi da usare

Tensione

nominale

(kV)

Tensione

massima

(kV)

Categoria

Durata massima per

ogni singolo caso di

funzionamento con

fase a terra

Con schermo sulle

singole anime

U

0

(kV)

Senza schermo

sulle singole anime

U

0

/

U

(kV)

£ 0,3

B

oltre 8 h

0,3/0,3

0,5

A
B

Breve tempo
oltre 8 h


0,3/0,5
0,45/0,75

0,75

A
B

Breve tempo
oltre 8 h


0,45/0,75
0,6/1

1

B

oltre 8 h

0,6

0,6/1

3

3,6

B

oltre 8 h

2,3

2,3/3

6

7,2

A
B

fino a 1 h
fino a 8 h
oltre 8 h

3,6
3,6
6

3,6/6
6/6
6/6

10

12

A
B

fino a 1 h
fino a 8 h
oltre 8 h

6
6
8,7

6/10
8,7/10
8,7/10

15

17,5

A
B

fino a 1 h
fino a 8 h
oltre 8 h

8,7
8,7

12

8,7/15
12/15
12/15

20

24

A
B

fino a 8 h
oltre 8 h

12
15


30

36

A
B

fino a 8 h
oltre 8 h

18
26


45

52

A
B

fino a 1 h
oltre 1 h

26
36


Nelle Norme CEI in vigore alla data della pubblicazione delle presenti Norme sono specificati cavi con i seguenti
limiti di tensione nominale:

n

CEI 20-1: Cavi isolati in carta impregnata. A campo radiale fino a U

0

kV = 36 kV, a campo non radiale fino a

U

0

/U = 12 kV/15 kV;

n

CEI 20-13: Cavi con isolamento estruso in gomma per tensioni nominali da 1 kV a 30 kV;

n

CEI 20-14: Cavi isolati in PVC di qualità R

2

. A campo radiale fino a U

0

kV = 15 kV

(1)

, a campo non radiale fino a

U

0

/U = 3,6 kV/6 kV;

n

CEI 20-19: Cavi isolati in gomma. A campo non radiale fino a U

0

/U = 450 V/750 V;

n

CEI 20-20: Cavi isolati in PVC. A campo non radiale fino a U

0

/U = 450 V/750 V.

(1)

In sede IEC è in corso di approvazione un emendamento alla norma IEC 502 che limita l’impiego dei cavi di questo tipo alla tensione

U

0

= 3,6 kV; a causa dell’entità che assumono le perdite nel dielettrico, l’impiego di questi cavi per sistemi con tensioni nominali superiori a

10 kV può risultare non economico.

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2.1.06

Scelta delle tensioni di isolamento dei cavi per sistemi trifase
con tensione massima superiore a 52 kV

Nella scelta della tensione nominale d’isolamento U

0

dei cavi, in relazione alle

tensioni nominali e massime dei sistemi trifase, occorre attenersi ai dati della se-
guente tabella.

Tab. 2.1.06

Scelta dei cavi per sistemi trifase con tensione massima superiore a 52 kV

Per tensioni massime superiori a 52 kV si presuppone che i relativi sistemi possa-
no funzionare con una fase a terra solo per tempi brevissimi, assimilabili quindi
alla categoria A.

2.1.07

Scelta delle tensioni d’isolamento dei cavi per sistemi a corrente continua

I cavi contemplati dalle presenti Norme, pur essendo dimensionati e provati in
vista del loro impiego in sistemi a corrente alternata a frequenza industriale, pos-
sono essere impiegati anche in impianti a corrente continua.

Limitatamente a valori di tensione massima non superiore a 3,6 kV (corrente con-
tinua), si può ritenere applicabile la Tab. 2.1.04 salvo diverse indicazioni fornite
dalle norme dei cavi; per tensioni massime superiori a 3,6 kV la scelta dei cavi
deve essere oggetto di accordi caso per caso tra acquirente e fornitore.

2.1.08

Scelta del cavo dal punto di vista delle sovratensioni ad impulso atmosferico

Quando un cavo può risultare sottoposto in esercizio a sovratensioni ad impulso
atmosferico, come per es. quando è destinato ad essere collegato ad una linea o
rete aerea, è necessario controllare che la sua tensione di tenuta ad impulso at-
mosferico U

p

sia superiore al massimo valore delle sovratensioni che presumibil-

mente possono verificarsi nel cavo stesso (3.1.01).

1

2

3

Caratteristiche dei sistemi

(trifase)

Tensione di isolamento dei

cavi da usare

Tensione

nominale

(kV)

Tensione

massima

(kV)

U

0

(kV)

66

132
150
220
380

72,5

145
170
245
420

36
76
87

130
230

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S E Z I O N E

2

SCELTA DEI CAVI IN RELAZIONE ALLE CORRENTI

2.2.01

Scelta della sezione del conduttore in relazione alla portata

La portata di un cavo dipende dal tipo di cavo, dal suo regime di funzionamento (re-
gime permanente, ciclico o transitorio), dalle sue condizioni di installazione (tempe-
ratura ambiente, modalità di posa, numero dei cavi e loro raggruppamento ecc.).

La portata in regime permanente viene calcolata con i metodi descritti nelle Norme
CEI 20-21. Le portate di alcuni tipi di cavo nelle più comuni condizioni di installa-
zione sono oggetto della tabella CEI-UNEL 35024, 35026, 35027, 35028 e 35029.

Ai fini del calcolo della portata di un cavo tenendo conto del suo raggruppamen-
to con altri cavi, è consentito calcolare il riscaldamento causato da questi ultimi
in base alle correnti che effettivamente li percorrono.

Qualora la prevedibile necessità di vita del cavo in relazione al tipo di impianto
sia notevolmente inferiore alla durata del cavo, correlata alla massima temperatu-
ra di servizio indicata dalle Norme CEI in vigore, la corrispondente portata in re-
gime permanente può essere aumentata, previa valutazione della relativa diminu-
zione di vita del cavo, consultando eventualmente il fornitore.

Per quanto riguarda la portata dei cavi in regime ciclico e transitorio si rinvia alle
IEC 853 Parte 1 e 2 ed alle raccomandazioni ed informazioni date dal costruttore.

2.2.02

Scelta della sezione del conduttore in relazione a condizioni di sovracorrente

La scelta è fatta in modo che la temperatura raggiunta dal conduttore per effetto
della sovracorrente non sia dannosa, come entità e durata, per l’isolamento o per
gli altri materiali con cui il conduttore è in contatto o in prossimità.

Ai fini della scelta della sezione del conduttore vengono prese in considerazione
le condizioni che seguono:
a) Qualora la sovracorrente sia praticamente costante e il fenomeno termico sia

di breve durata (cortocircuito) in modo da potersi considerare di puro accu-
mulo (regime adiabatico), e salvo quanto previsto nel successivo punto b), la
sezione del conduttore può determinarsi mediante la seguente relazione:

(1)

dove:
S

sezione del conduttore, in mm

2

I

corrente di cortocircuito, in A

t

durata della corrente di cortocircuito, in s

(2)

con:
g

c

calore specifico medio del materiale conduttore, in J mm

–2

o K

–1

r

20

resistività del materiale conduttore, a 20

°C, in W mm

a coefficiente di temperatura della resistività, in °C

–1

, a 0

°C

q

o

temperatura del conduttore all’inizio del cortocircuito, in

°C

q

cc

temperatura massima ammissibile del conduttore al termine del cortocir-
cuito, in

°C.

I valori del coefficiente K sono riportati nella seguente tabella per conduttori di
rame e di alluminio in funzione delle temperature iniziali e finali di cortocircuito.

K

2

S

2

I

2

t

( )

³

K

g

c

1

a

¤

20

+

(

)

r

20

----------------------------------In

1

a

¤

q

cc

+

(

)

1

a

¤

q

0

+

(

)

------------------------------ As

1 2

¤

mm

2

Ð

(

)

=

background image

NORMA TECNICA

CEI 11-17:1997-09

Pagina 11 di 38

Tab. 2.2.02

Valori del coefficiente

K in funzione delle temperature iniziali e finali di cortocircuito

per conduttori di rame e di alluminio

La temperatura iniziale del conduttore

q

o

si assume uguale a quella massima am-

missibile in regime permanente (massima temperatura di servizio), specificata
dalle relative norme, a meno che

q

o

non sia diversamente determinata in base

alle effettive condizioni di esercizio.

La temperatura finale

q

cc

di cortocircuito si assume uguale a quella massima di

cortocircuito per i diversi isolanti, specificata dalle Norme CEI 20-11, a meno che
l’impiego di particolari accessori (per es. connessioni saldate) non imponga limi-
tazioni come indicato in 5.1.03.

Nota:

Nelle Norme CEI in vigore alla data della pubblicazione delle presenti Norme sono specificate le
seguenti temperature massime di servizio e di cortocircuito. Valori di temperatura per servizio
d’emergenza sono allo studio.

Temperatura

iniziale

q

o

(

°C)

1

2

3

4

5

6

Temperatura finale

q

cc

(

°C)

140

160

180

200

220

250

Conduttori di rame

130
120
110
100

90
85
80
75
70
65
60
50
40
30
20

37
53
65
76
86
90
94
99

103
107
111
118
126
133
141

64
74
83
92

100
104
108
111
115
119
122
129
136
143
150

81
89
97

105
112
115
119
122
125
129
132
139
145
152
158

95

102
109
116
122
125
129
132
135
138
141
147
153
159
165

106
113
119
125
131
134
137
140
143
146
149
155
161
166
172

120
126
132
138
143
146
149
151
154
157
160
165
170
176
181

Conduttori di alluminio

130
120
110
100

90
85
80
75
70
65
60
50
40
30
20

24
34
42
49
55
58
61
64
66
69
72
77
81
86
91

41
48
54
59
64
67
69
72
74
76
79
83
88
92
97

52
58
63
67
72
74
77
79
81
83
85
90
94
98

102

61
66
70
75
79
81
83
85
87
89
91
95
99

103
107

68
73
77
81
85
86
88
90
92
94
96

100
104
107
111

78
81
85
89
92
94
96
98
99

101
103
105
110
114
117

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NORMA TECNICA
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Per conduttori di rame isolati con gomma siliconica, aventi temperatura iniziale di
180

°C e temperatura finale di 350 °C, il coefficiente K vale 133 As

1/2

mm

–2

.

b) Qualora la sovracorrente sia di breve durata ma non possa ritenersi costante

(fenomeni transitori non trascurabili per il contributo della componente unidi-
rezionale o di macchine rotanti, intervento dei dispositivi di protezione entro
il primo ciclo ecc.), la determinazione della sezione minima del conduttore
deve essere effettuata mediante la relazione seguente:

(3)

dove: i in A, è il valore istantaneo della corrente di cortocircuito nel tempo da 0 a t.

c) Nel caso in cui la durata della sovracorrente superi alcuni secondi, il fenome-

no del riscaldamento si discosta dall’ipotesi di adiabaticità che conduce alle
formule precedentemente indicate, le quali danno luogo, a parità di sovracor-
rente, ad un dimensionamento prudenziale della sezione del conduttore.

d) Considerazioni sul dimensionamento dei conduttori nei confronti delle cor-

renti di sovraccarico, in relazione alla corrente di impiego, sono svolte in
3.2.04.

La determinazione della sezione minima del conduttore con le formule (1) e (3),
presupponendo per la temperatura iniziale di cortocircuito la temperatura massi-
ma di servizio ammissibile per quel dato tipo di isolamento, può portare a valori
di sezione esuberanti rispetto alla portata richiesta ed alla corrispondente tempe-
ratura raggiunta in regime permanente.

In questo caso infatti la temperatura effettiva alla portata massima in regime per-
manente risulta inferiore alla temperatura massima ammissibile di servizio per
quel tipo d’isolamento; pertanto la determinazione della sezione minima del con-
duttore può essere effettuata per tentativi successivi adottando valori di K ade-
guati alle temperature massime del conduttore per la effettiva portata in regime
permanente.

Isolante del cavo

Max temp.

di servizio (

°C)

Max temp.

di cc (

°C)

Carta impregnata con olio fluido

90

(1)

220

(1)

Carta impregnata

50

¸ 80

(2)

200

(1)

Gomma ordinaria, G1 EI1

60

200

Gomma butilica (G2) e CSP (G6)

85

220

Gomma etilenpropilenica (G5, G7 e G10)

90

250

(4)

PVC qualità R, R2, TI1

70

(5)

160

(3) (5)

PVC qualità Rf, TI2

70

(5)

150

(3) (5)

Polietilene reticolato

90

250

(4)

Gomma siliconica (G4, EI2)

180

350

Gomma G9

90

(5)

250

(1)

Valori provvisori in quanto non specificati da Norme CEI.

(2)

In funzione della tensione nominale (Norme CEI 20-1) e del tipo di miscela impregnante.

(3)

Per sezioni

³ 240 mm

2

queste temperature devono essere ridotte a 140

°C.

(4)

Per sezioni > 240 mm

2

e tensione nominale 0,6/1 kV questa temperatura deve essere ridotta a

220

°C se il cavo è munito di una guaina di PVC.

(5)

Per cavi privi di rivestimento protettivo si applica una riduzione nelle temperature nei casi e nella misura misu-
ra specificata al par. 3.7.03 “Provvedimenti per limitare i danni da incendio di cavi”, comma g).

K

2

S

2

i

2

t

d

0

t

ò

³

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NORMA TECNICA

CEI 11-17:1997-09

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La corrente di cortocircuito da introdurre nelle formule (1) e (3) può essere deter-
minata tenendo conto anche della impedenza della stessa linea in cavo, purché
sia accettabile il rischio che, in caso di guasto lungo il percorso del cavo, il tratto
di cavo a monte si deteriori e purché ciò non possa provocare danni più gravi
all’ambiente circostante. Anche in questo caso il calcolo deve essere eseguito per
tentativi successivi.

2.2.03

Dimensionamento degli schermi, delle guaine e delle armature metalliche

Le correnti che possono percorrere gli schermi, le guaine e le armature metalli-
che in caso di guasto, dipendono da:

n

tipo di guasto,

n

tipo costruttivo dello schermo, guaina o armatura,

n

collegamenti alle estremità,

n

distanziamento tra le fasi, in caso di cavi unipolari.

Il dimensionamento degli schermi e delle guaine può essere eseguito con le sem-
plici relazioni di cui in 2.2.01

(1)

.

Il coefficiente K è fornito dalla Tab. 2.2.02, per schermi o guaine in rame o allu-
minio, tenendo presente che:

n

la temperatura iniziale dello schermo o guaina si ricava da quella del condut-
tore sottraendo il salto di temperatura attraverso l’isolante; nei cavi a bassa
tensione le due temperature possono, in prima approssimazione, essere con-
siderate uguali. La temperatura finale di cortocircuito è quella ammessa dai
materiali adiacenti, specificata dalle Norme CEI 20-11, o in assenza, dal cos-
truttore del cavo;

n

per gli schermi sottili di rame (cioè costituiti da fili o nastri con una dimensio-
ne non superiore a 0,6 mm), purché la durata del guasto sia superiore a 0,5 s,
i valori di K della Tab. 2.2.02 possono essere aumentati.

Nota:

L’entità di tale aumento è allo studio. Salvo accordi diversi tra committente e fornitore può es-
sere adottato un aumento di K del 10%.

Occorre inoltre tener presente che per gli schermi a nastri, per gli schermi a fili e
per le guaine corrugate, nelle relazioni in 2.2.02 la sezione S dello schermo o
guaina è la sezione equivalente pari a :

dove:
r

20

resistività del materiale costituente lo schermo o guaina a 20

°C, in W mm;

R

20

resistenza dello schermo o guaina a 20

°C, in W km

–1

;

P

massa dello schermo o guaina, in kg km

–1

;

g

massa specifica dello schermo o guaina, in kg mm

–3

.

Per guaine di piombo si raccomanda di non superare una temperatura finale di
200

°C; quando la temperatura iniziale è di 60 °C, il coefficiente K vale

22 As

1/2

mm

–2

.

Per rivestimenti in acciaio i valori di K possono essere calcolati con la formula (2)
di cui in 2.2.02.
Per

q

o

= 60

°C e q

cc

= 160

°C, K = 42 As

1/2

mm

–2

.

(1) Un metodo rigoroso di dimensionamento è indicato nella Pubblicazione IEC 949.

r

20

R

20

--------

P

g

--- mm

2

(

)

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2.2.04

Scelta della sezione del conduttore in relazione alla caduta di tensione

La sezione di un cavo, oltre a rispondere ai requisiti indicati in 2.2.01 e 2.2.02,
deve essere tale da contenere la caduta di tensione, nelle condizioni di funziona-
mento ordinario e particolari previste (per es. avviamento di motori), entro valori
accettabili in relazione al servizio.

Indicazioni circa i valori limite ammissibili per la caduta di tensione possono es-
sere ricavate dalle norme relative agli apparecchi utilizzatori connessi e dalle nor-
me relative agli impianti, ove applicabili.

Le cadute di tensione di alcuni tipi di cavo sono oggetto della tabella
CEI-UNEL 35023-70.

Nota:

Nel caso di posa di cavi unipolari, con disposizione diversa da quella a trifoglio accostato, o
posati per una parte apprezzabile del loro percorso in vicinanza di masse metalliche magneti-
che, può essere necessario determinare il valore della reattanza effettiva, potendo questa risul-
tare notevolmente aumentata.

S E Z I O N E

3

CONDIZIONI AMBIENTALI E DI POSA

2.3.01

Generalità

Scopo della presente Sezione è di dare alcune regole ed avvertenze per una cor-
retta installazione in relazione alle modalità di posa.

Le modalità di posa più comuni nella pratica impiantistica sono indicate nella
Fig. 1.2.06.

Non è ammessa la posa di cavi incassati direttamente sotto intonaco o muratura
senza tubo protettivo.

2.3.02

Temperature di posa

Durante le operazioni di posa o di spostamento dei cavi per installazione fissa, la
loro temperatura – per tutta la loro lunghezza e per tutto il tempo in cui essi pos-
sono venire piegati o raddrizzati – non deve essere inferiore a:

n

cavi isolati con carta impregnata: 3

°C;

n

cavi isolati con PVC, o aventi rivestimento protettivo a base di PVC: 0

°C;

n

cavi con isolante e rivestimento protettivo a base di materiali elastomerici e
con rivestimento protettivo a base di polietilene: -25

°C.

Nota:

I limiti di temperatura qui sopra ricordati sono da riferirsi ai cavi stessi e non all’ambiente. Si
deve tener presente che i cavi avvolti su bobina seguono con molto ritardo le variazioni della
temperatura ambientale.

2.3.03

Raggi di curvatura dei cavi

La curvatura dei cavi deve essere tale da non provocare danno ai cavi stessi.

Durante le operazioni di posa dei cavi per installazione fissa, se non altrimenti
specificato dalle norme particolari o dai costruttori, i raggi di curvatura dei cavi,
misurati sulla generatrice interna degli stessi, non devono essere inferiori ai se-
guenti:

n

cavi sotto guaina di alluminio, con o senza altri tipi di rivestimento metallico,
30D;

n

cavi senza guaina di alluminio, sotto guaina di piombo, con o senza altri tipi
di rivestimento metallico, 16 D;

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n

cavi senza guaina di alluminio o di piombo, ma dotati di altro rivestimento
metallico quale armatura, conduttore concentrico, schermatura a fili o nastri
(inclusi i nastri sottili longitudinali placcati o saldati, e cavi con isolamento
minerale a guaina di rame, 14 D;

n

cavi senza alcun rivestimento metallico, 12 D;

dove D è il diametro esterno del cavo. Nel caso di cavi multipolari costituiti da
più cavi unipolari cordati ad elica visibile il diametro D da prendere in considera-
zione è quello pari a 1,5 volte il diametro esterno del cavo unipolare di maggior
diametro.

Nel caso di cavi senza alcun rivestimento metallico, il raggio minimo di curvatura
sopra indicato vale per conduttori di Classe 1 e 2 (definita secondo la Norma
CEI 20-29); per cavi con conduttori di Classe 5 e 6 (sempre secondo la Norma
CEI 20-29) tale raggio può essere ridotto del 25%.

Nel caso di posa in condizioni favorevoli, i raggi di curvatura sopra indicati pos-
sono essere ridotti per arrivare fino alla metà per curvatura finale eseguita su
sede sagomata e con temperatura non inferiore a 15

°C, salvo diversa indicazione

del fabbricante.

2.3.04

Sollecitazioni a trazione

Quando per il tipo di installazione i cavi possono essere soggetti a sforzi perma-
nenti di trazione si raccomanda che essi siano di tipo capace di sopportare la tra-
zione (autoportanti o con organo portante).

Gli sforzi di tiro necessari durante le operazioni di posa dei cavi non vanno ap-
plicati ai rivestimenti protettivi, bensì ai conduttori, per i quali d’altronde si racco-
manda di non superare una sollecitazione di 60 N per mm

2

di sezione totale per

conduttori di rame e 50 N per mm

2

per conduttori di alluminio.

Se il cavo è provvisto di un’armatura a fili o piattine, necessaria quando il previ-
sto sforzo di tiro supera il valore sopportabile dai conduttori come detto sopra, la
forza di tiro va applicata all’insieme dei conduttori e dell’armatura, ma non deve
superare del 25% le sollecitazioni ammissibili sui conduttori di cui alla frase pre-
cedente.

Si deve impedire che, quando viene tirato, il cavo giri sul proprio asse.

2.3.05

Cavi flessibili connessi ad apparecchi mobili o trasportabili

Nei punti di connessione i conduttori devono essere scaricati da sforzi di trazione
mediante adatto dispositivo ed i rivestimenti non devono essere soggetti a strappo.

La lunghezza dell’eventuale conduttore di terra deve essere tale da permettere
che, in caso di rottura del dispositivo di scarico della trazione, il conduttore di
terra si interrompa dopo i conduttori attivi.

Il dispositivo per lo scarico della trazione non deve essere parte attiva del circuito
e deve essere costruito in modo da non arrecare danno meccanico al cavo.

2.3.06

Cavi in tubo o condotto (modalità di posa B, D, N, O della Fig. 1.2.06)

Il numero, la posizione e la forma delle curve di un tubo o condotto devono con-
sentire l’agevole infilaggio e sfilaggio del cavo o dei cavi. Il diametro nominale
interno del tubo o condotto deve essere maggiore di 1,4 volte il diametro del
cavo o del fascio di cavi.

Cavi appartenenti a sistemi in corrente alternata installati in tubi metallici devono
essere raggruppati in modo che i conduttori di tutte le fasi (e del neutro eventua-
le) dello stesso circuito siano infilati nel medesimo tubo.

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Tubi incassati nella muratura o sotto intonaco devono avere per quanto possibile
percorsi paralleli od ortogonali agli spigoli della muratura.

I tubi devono essere distanziati in modo da consentire l’installazione e l’accessibi-
lità agli accessori.

Il raggio di curvatura dei tubi e dei condotti deve essere tale da soddisfare le pre-
scrizioni per la curvatura dei cavi (2.3.03).

Inoltre la curvatura dei tubi deve essere tale che il diametro interno di questi non dimi-
nuisca di oltre il 10%.

2.3.07

Cavi in cunicoli (modalità di posa P, Q della Fig. 1.2.06)

I cavi devono essere muniti di guaina protettiva.

Nota:

Nel caso di posa in cunicolo riempito (modalità P3 di Fig. 1.2.06) dovranno essere presi oppor-
tuni provvedimenti per evitare il dilatamento del materiale di riempimento.
Dovrà inoltre essere garantita la costanza della resistività termica del materiale nel tempo.

2.3.08

Cavi in canaletta (modalità di posa E della Fig. 1.2.06)

La sezione utile della canaletta deve essere tale da permettere una agevole instal-
lazione o rimozione dei cavi.

Per altre prescrizioni vedi 2.3.06.

2.3.09

Cavi a parete o a soffitto, cavi su passerelle, cavi su supporti distanziati
(modalità di posa A, F, G della Fig. 1.2.06)

a) I cavi devono essere provvisti di guaina protettiva.
b) Per i cavi posati orizzontalmente, sostenuti da supporti distanziati o mensole,

gli intervalli fra i supporti devono soddisfare le prescrizioni di cui in 3.2.02 e
comunque non devono superare 2 m. A titolo indicativo si raccomandano i
seguenti valori:

n

per i cavi non armati: 20 D

n

per i cavi armati:

35 D

dove D è il diametro esterno dei cavi.

c) Per i cavi posati verticalmente gli intervalli sopraddetti possono essere au-

mentati del 50%.

d) Le passerelle ed i supporti devono essere dimensionati in modo da sostenere,

oltre al peso dei cavi, gli eventuali prevedibili carichi aggiuntivi che possono
verificarsi durante l’installazione, la manutenzione e l’esercizio (dilatazioni
termiche, sforzi elettrodinamici).

e) Passerelle sovrapposte e strati di cavi sovrapposti su sostegni indipendenti

devono essere distanziati in modo opportuno al fine di consentire l’agevole
accesso ai cavi. La distanza libera tra due passerelle o strati sovrapposti deve
essere almeno di 200 mm.

2.3.10

Cavi sospesi ad organo portante o autoportanti
(modalità di posa H della Fig. 1.2.06)

Quando questi cavi sono installati all’aperto si devono applicare le Norme CEI 11-4.

Quando invece questi cavi non sono installati all’aperto, essi devono essere o au-
toportanti o fissati all’organo portante in modo continuo, ovvero essere fissati ad
esso ad intervalli non superiori a quelli indicati in 2.3.09. L’organo portante deve
essere dimensionato osservando i criteri di cui in 2.3.09.

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2.3.11

Cavi interrati o posati in manufatti interrati
(modalità di posa L, M, N, O, P, Q della Fig. 1.2.06)

a) I cavi interrati devono essere muniti di guaina protettiva.
b) I cavi muniti di armatura metallica costituita da fili o piattine di diametro o

spessore non inferiore a 0,8 mm possono essere interrati senza protezione
meccanica supplementare (modalità di posa L).

c) I cavi non muniti di armatura metallica come sopra devono essere posati con

una protezione meccanica supplementare (modalità di posa M, N, O, P, Q).
I componenti e i manufatti adottati per tale protezione devono essere proget-
tati per sopportare, in relazione alla profondità di posa, le prevedibili solleci-
tazioni determinate dai carichi statici, dal traffico veicolare o da attrezzi ma-
nuali di scavo.

d) I cavi destinati a sistemi di categoria zero e 1 possono essere interrati senza

protezione meccanica supplementare (modalità di posa L) quando siano mu-
niti di rivestimento metallico adatto come protezione contro i contatti diretti
(3.3.01). I cavi destinati a sistemi di categoria 2 quando siano muniti di rivesti-
mento metallico adatto come protezione contro i contatti diretti (3.3.01) pos-
sono essere direttamente interrati (modalità di posa L) anche se non sono
muniti di un’armatura metallica purché la loro profondità di posa non sia in-
feriore a 1,70 m.

e) Le minime profondità di posa tra il piano di appoggio del cavo e la superficie

del suolo per le modalità di posa L e M salvo quanto indicato nei punti prece-
denti devono essere:

n

per cavi appartenenti a sistemi di categoria zero e 1: 0,5 m;

n

per cavi appartenenti a sistemi di categoria 2: 0,6 o 0,8 m;

n

per cavi appartenenti a sistemi di categoria 3: 1,0 o 1,2 m.

Quando sono indicate due profondità, la maggiore si adotta per posa in terre-
no pubblico.
Nei tratti in cui si attraversino terreni rocciosi o in altre circostanze eccezionali
in cui non possano essere rispettate le profondità minime sopra indicate, de-
vono essere predisposte adeguate protezioni meccaniche (per es. quelle adot-
tate nelle modalità di posa N, O, P, Q o nella modalità di posa M, quest’ultima
solo con i cavi provvisti di rivestimento metallico appartenenti ai sistemi di
categoria zero e categoria 1 e per quelli armati appartenenti ai sistemi di cate-
goria 2 e limitatamente ai casi in cui la superficie del suolo non sia sottoposta,
in alcun punto, a traffico veicolare, e sia da escludere la possibilità di impiego
di mezzi meccanici di scavo, quali escavatrici, martelli pneumatici ecc.).

f) Nessuna profondità minima è prescritta per le modalità di posa N, O, P, Q

purché sia soddisfatta la prescrizione di cui in c), e per i cavi appartenenti a
sistemi a bassissima tensione di sicurezza.

g) È consigliabile che i percorsi interrati dei cavi siano segnalati in modo tale da

rendere evidente la loro presenza in caso di ulteriori scavi. Rispondono a tale
scopo:

n

le protezioni meccaniche supplementari di cui in c);

n

i nastri monitori posati nel terreno a non meno di 0,2 m al si sopra dei cavi.

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2.3.12

Cavi muniti di guaina metallica

a) Posa in presenza di dislivelli

Quando un cavo isolato in carta impregnata deve essere installato vertical-
mente o con forte pendenza (in generale superiore al 5%

¸ 6%) e il dislivello

è superiore a 7 m

¸ 8 m, il cavo o almeno la sua guaina metallica deve essere

di tipo adatto per tale tipo di posa.

b) Dilatazioni termiche

Quando un cavo è soggetto a carico variabile, esso subisce dilatazioni e con-
trazioni che assai difficilmente si distribuiscono lungo tutto il percorso e che
provocano movimenti longitudinali e trasversali del cavo. Specialmente nel
caso dei cavi unipolari, tali movimenti, soprattutto se concentrati in pochi
punti del percorso, possono provocare la fessurazione della guaina metallica
per fenomeni di fatica. Pertanto, quando un cavo munito di guaina metallica
è posato in modo tale che i suoi movimenti non risultino impediti lungo tutto
il percorso, devono essere presi opportuni accorgimenti per distribuire e con-
trollare l’ampiezza di tali movimenti (onde evitare il verificarsi degli inconve-
nienti sopra richiamati).

2.3.13

Cavi in acqua (modalità di posa R della Fig. 1.2.06)

Per la posa in acqua devono essere impiegati cavi adatti, secondo le Norme rela-
tive o le indicazioni del costruttore.

Per brevi collegamenti subacquei si applicano le seguenti prescrizioni :

n

qualora i cavi siano soggetti al pericolo di danneggiamenti meccanici esterni,
la protezione dei cavi deve essere realizzata con uno dei metodi di cui in
2.3.11;

n

qualora i cavi subacquei siano soggetti al pericolo di movimenti sul fondo, in
particolare alle basse profondità, tali movimenti devono essere evitati con
adatti accorgimenti (interramento, ancoraggi ecc.);

n

qualora lo specchio d’acqua nel quale il cavo è posato sia accessibile ad im-
barcazioni anche di piccole dimensioni, la presenza del cavo deve essere se-
gnalata con adatti dispositivi

(1)

.

Si richiama inoltre l’attenzione sul fatto che le armature nude (o fasciate con ma-
teriale fibroso) dei cavi possono costituire degli elettrodi dispersori, e quindi con-
vogliare in acqua eventuali correnti di guasto. A tale proposito si rimanda alla
Norma CEI 11-8 “Impianti di terra” art.2.2.04, nel quale si sconsiglia la posa dei
dispersori in acqua, e quando non se ne possa fare a meno, si prescrive di vieta-
re l’accesso alla zona.

Se ciò non fosse possibile, sul cavo deve essere applicata una guaina esterna iso-
lante.

Collegamenti subacquei più importanti (per es. cavi sottomarini) richiedono il ri-
corso a tecniche particolari di costruzione e di installazione dei cavi che non for-
mano oggetto delle presenti Norme.

(1) Norme e disposizioni sulle acque territoriali. Il Portolano – Istituto Idrografico della Marina.

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NORMA TECNICA

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C A P I T O L O

III

PROTEZIONI

S E Z I O N E

1

PROTEZIONE CONTRO LE SOVRATENSIONI

3.1.01

Protezione del cavo contro le sovratensioni di origine atmosferica

La massima sovratensione ad impulso U

im

che può prodursi in una linea in cavo,

quando essa è collegata ad una rete aerea, deve essere valutata caso per caso
con calcoli e considerazioni che non formano oggetto delle presenti Norme.

Occorre tenere presente che il valore U

im

, in ogni singolo caso, non è quasi mai

uguale al valore della sovratensione incidente U

io

a causa delle riflessioni e delle

rifrazioni che si verificano alle estremità del cavo. Perciò l’inserzione di uno sca-
ricatore può essere necessaria o superflua a seconda che, per quel cavo, U

im

ri-

sulti maggiore o minore della tensione di tenuta U

p

del cavo stesso.

Quando è necessaria, occorre anche stabilire col calcolo a quale estremità del
cavo deve essere installato lo scaricatore. Quando è superflua, si dice che il cavo
è autoprotetto contro le sovratensioni di origine atmosferica.

Nota:

A titolo informativo, e limitatamente a sistemi di categoria 2, si indica il rapporto U

im

/U

io

per il

caso semplice di un cavo avente una estremità connessa a una linea aerea di impedenza ca-
ratteristica a impulso 500

W e l’altra estremità aperta. Indicando con:

l

la lunghezza del cavo in m;

C

la capacità singola del cavo (tra un conduttore e gli altri collegati a terra) in

mF km

–1

;

U

io

il valore di cresta dell’onda incidente (supposta di forma 1,5/50), in kV di cresta;

si calcola il valore x = 0,01 C

× l.

La seguente tabella dà i valori di U

im

/U

io

in funzione di x; i valori intermedi si possono ottenere

per interpolazione:

Tenendo conto degli effettivi valori di U

p

, per i cavi in carta impregnata è ammissibile un valo-

re di U

im

fino a 1,6 volte U

io

; per gli altri tipi di cavo U

im

non deve superare U

io

.

Notiamo che U

io

è uguale al livello di isolamento a impulso della linea aerea e che il cavo è sup-

posto protetto contro il pericolo di fulminazioni dirette. Se uno scaricatore è inserito tra linea
aerea e cavo, U

io

è il livello di protezione assicurato dallo scaricatore.

per x

=

U

im

/U

io

=

0
2,0

0,25
1,5

0,5
1,26

0,75
1,10

1
1,00

per x

=

U

im

/U

io

=

1,25
0,92

1,5
0,86

2
0,75

2,5
0,68

4
0,54

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S E Z I O N E

2

PROTEZIONE CONTRO LE SOVRACORRENTI

3.2.01

Effetti termici

Il riscaldamento dovuto ad una sovracorrente provoca dilatazioni tra i vari com-
ponenti metallici e non metallici del cavo le quali, sovrapponendosi alle condi-
zioni di ridotta resistenza dei materiali riscaldati, possono causare lesioni o invec-
chiamenti tali da rendere inutilizzabile il cavo.

Le protezioni contro le sovracorrenti devono quindi essere previste in maniera tale
da contenere le temperature massime dei conduttori entro i limiti stabiliti nella Se-
zione 2 del Capitolo II, salvo le deroghe contemplate negli articoli successivi.

3.2.02

Effetti dinamici

Per i cavi multipolari con guaina o armatura l’attitudine dei rivestimenti (guaina,
armatura, ecc.) a contenere gli effetti dinamici deve essere verificata in relazione
alle correnti presunte di cortocircuito.

Per i cavi unipolari, per i cavi multipolari ad elica visibile e quando la corrente di
circuito si richiude all’esterno del cavo, gli effetti dinamici sono assorbiti dai di-
spositivi di fissaggio dei cavi che devono essere conseguentemente dimensionati
e distanziati.

3.2.03

Dispositivi di protezione

Nelle linee in cavo i conduttori attivi devono essere protetti mediante installazione di
uno o più dispositivi di interruzione automatica, tra loro coordinati, contro i sovracca-
richi e contro i corto circuiti che assicurino l’interruzione dei conduttori di fase (per i
sistemi di categoria 1 degli impianti utilizzatori vedasi Norma CEI 64-8 art. 6.5.02).

Tali dispositivi possono assicurare:
a) unicamente la protezione contro i sovraccarichi,
b) unicamente la protezione contro i cortocircuiti,
c) la protezione contro entrambi i tipi di sovracorrente.

Nel caso a) essi possiedono generalmente un potere di interruzione inferiore alla
corrente presunta di cortocircuito nell’impianto, ma devono essere di grado di sop-
portare tale corrente per la durata richiesta per il funzionamento del dispositivo di
protezione contro cortocircuito; nel caso b) essi devono possedere un potere di in-
terruzione almeno pari alla corrente presunta di cortocircuito nel punto in cui sono
installati; nel caso c) essi devono sopportare e interrompere ogni corrente compre-
sa tra il valore della loro corrente convenzionale di funzionamento ed il valore del-
la corrente presunta di cortocircuito nel punto in cui sono installati.

3.2.04

Protezioni contro le correnti di cortocircuito

Salvo la deroga prevista in 3.2.05, le linee in cavo devono essere di norma protet-
te contro le correnti di cortocircuito da dispositivi situati a monte della linea, con
tempi di intervento sufficientemente rapidi da evitare danni non accettabili al ca-
vo. Ad evitare il deterioramento dell’isolamento, il tempo di intervento deve esse-
re tale che la temperatura dei conduttori non superi il limite massimo ammesso
(2.2.02 e 2.2.03) per qualunque valore di sovracorrente risultante da un cortocir-
cuito in ogni punto del cavo protetto.

A quanto sopra si può derogare nel caso previsto all’ultimo capoverso
dell’art.2.2.02.

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3.2.05

Omissione dei dispositivi di protezione contro i cortocircuiti

La protezione contro i cortocircuiti può essere omessa a monte delle condutture
che collegano sorgenti di energia od apparecchiature quali batterie di accumula-
tori, generatori, trasformatori, raddrizzatori con i rispettivi quadri, quando i di-
spositivi di protezione sono posti su questi quadri.

3.2.06

Protezioni contro le correnti di sovraccarico e di guasto ad alta impedenza

La protezione dei cavi contro i sovraccarichi ha lo scopo di prevedere la loro in-
terruzione prima che si possano verificare effetti nocivi sia ai componenti del ca-
vo, sia alle connessioni, sia all’ambiente esterno limitrofo.

Le protezioni possono essere situate sia a monte che a valle del cavo, in corri-
spondenza dei punti di prelievo del carico.

3.2.07

Omissione dei dispositivi di protezione contro i sovraccarichi e i guasti ad alta
impedenza

Si raccomanda di omettere il dispositivo di protezione contro i sovraccarichi
quando l’interruzione del circuito per intervento della protezione può provocare
situazioni di pericolo.

Tale circostanza può verificarsi per es.:

n

nei circuiti di apparecchiature di protezione;

n

nei circuiti degli impianti di emergenza (sicurezza o riserva).

Si può inoltre omettere il dispositivo di protezione contro i sovraccarichi e i gua-
sti ad alta impedenza nei seguenti casi:
a) nei circuiti di comando, segnalazione, strumentazione, misura, telecomuni-

cazione e simili;

b) quando la conduttura è protetta contro le correnti di sovraccarico dalle prote-

zioni dell’utilizzatore e da criteri di dimensionamenti che tengano conto dei
carichi e della loro contemporaneità;

c) quando per la loro natura non danno luogo a sovraccarichi (carichi resistivi,

apparecchi di illuminazione ecc.);

d) quando il rischio di danneggiamento della linea in cavo, ed eventualmente

dell’ambiente circostante, dovuto a sovraccarico o a guasto di alta impedenza,
sia considerato accettabile e le conseguenze dovute a tale evento non siano
tali da creare condizioni di pericolo

(1)

.

3.2.08

Omissione di ogni protezione

È consentito di non installare alcuna protezione nei seguenti casi:

n

quando la sorgente di alimentazione ha una impedenza tale che la corrente
massima che la sorgente stessa può fornire non superi la portata dei condut-
tori;

n

quando le sovracorrenti non possono provocare pericoli o danni all’ambiente.

(1) Vedere per es. Norma CEI 64-2.

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S E Z I O N E

3

PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI E INDIRETTI

3.3.01

Uso dei rivestimenti metallici dei cavi come protezione contro i contatti
diretti e indiretti

Benché nei sistemi di categoria 1 (Norma CEI 11-1, art. 2.3.05) un adeguato rive-
stimento isolante possa essere una protezione sufficiente contro i contatti diretti,
l’uso di rivestimenti metallici che assicurino una protezione contro i contatti diret-
ti deriva dall’art. 2.3.11 delle presenti Norme, per i cavi destinati a posa interrata
senza protezione meccanica supplementare (modalità di posa L) nei sistemi di
categoria 1.

Le guaine metalliche, i conduttori concentrici, gli schermi metallici e le armature,
se rispondenti alle prescrizioni delle norme relative, sono mezzi di protezione
sufficienti contro i contatti diretti, purché siano soddisfatte tutte le seguenti con-
dizioni:
a) il rivestimento metallico sia posto sotto una guaina non metallica qualora esi-

sta pericolo di danneggiamento chimico o meccanico;

b) sia assicurata la continuità longitudinale del rivestimento metallico per tutto il

percorso del cavo;

c) il rivestimento metallico sia messo a terra rispettando le disposizioni di cui in

3.3.02;

d) la resistenza elettrica del rivestimento metallico insieme con quella dei relativi

collegamenti a terra e di continuità sia tale da rispondere ai requisiti del
par. 2.2.03 delle presenti Norme.

Nota:

Nelle giunzioni, un conduttore atto a ristabilire la continuità elettrica delle schermature, ma
che non avvolge in modo completo l’anima o le anime del cavo, come per es. una corda flessi-
bile, non costituisce un rivestimento metallico.

Nel caso di terne di cavi unipolari la continuità dei rivestimenti metallici è assicu-
rata anche quando si ricorra alla loro trasposizione ciclica su tre tratti di lunghez-
za praticamente uguale in modo da annullare la tensione complessivamente in-
dotta nella guaina o schermo metallico.

3.3.02

Messa a terra del rivestimento metallico dei cavi

Tutti i rivestimenti metallici dei cavi devono essere messi a terra almeno alle
estremità di ogni linea in cavo, quando sussistono le condizioni di cui in 3.3.01
od almeno in un punto in tutti gli altri casi.

Quando i rivestimenti metallici dei cavi devono essere interrotti, per es. al fine di
evitare il trasferimento di tensioni di terra, la messa a terra richiesta in 3.3.01 c)
può essere eseguita in un solo punto del percorso del cavo, tra le estremità e l’in-
terruzione, purché vengano adottate le seguenti precauzioni:

n

in corrispondenza delle terminazioni e delle interruzioni dei rivestimenti me-
tallici, se accessibili, devono essere applicate opportune protezioni atte ad
evitare tensioni di contatto superiori ai valori ammessi dalla Norma 11-8,
2.1.04; in caso di lavori valgono le prescrizioni di cui al successivo 3.3.03;

n

la guaina non metallica di protezione del cavo deve avere un isolamento
atto a sopportare la massima tensione totale di terra dell’impianto di ter-
ra al quale il rivestimento metallico è collegato

(1)

.

Se il cavo ha più rivestimenti metallici, essi devono essere connessi in parallelo,
salvo nel caso di cavi appartenenti a circuiti di misura o segnalamento.

(1) Attualmente nelle norme dei cavi non esistono raccomandazioni relative all’isolamento delle guaine protettive; questo requi-

sito deve essere preventivamente concordato tra acquirente e fabbricante.

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Il collegamento di messa a terra dei rivestimenti metallici deve essere eseguito
conformemente a quanto previsto dalla Norma CEI 11-8 (2.3.04).

In aggiunta e parziale deroga a quanto stabilito dalle suddette Norme, per il col-
legamento tra il rivestimento metallico del cavo ed il conduttore di terra è am-
messo l’impiego di adeguati connettori a compressione; inoltre, per i cavi con ri-
vestimento metallico a nastri o a tubo è anche ammessa la saldatura dolce o la
brasatura.

In ogni caso occorre verificare che, in relazione alle caratteristiche delle guaine o
degli schermi metallici, i loro collegamenti a terra, incluse le connessioni, siano
tali da escludere il proprio danneggiamento e quello delle guaine o schermi per
effetto delle massime correnti che vi possono circolare.

3.3.03

Lavori su linee in cavo

Quando si eseguono lavori lungo un cavo con rivestimento metallico occorre
premunirsi da eventuali trasferimenti di tensioni pericolose di terra o collegando
il rivestimento metallico del cavo stesso a tutte le altre masse metalliche accessi-
bili (inclusi tutti i rivestimenti metallici di altri cavi) o prendendo precauzioni per
isolare gli operatori dalle parti pericolose.

3.3.04

Uso di involucri metallici delle canalizzazioni come protezione
contro i contatti diretti e indiretti

Gli involucri metallici delle canalizzazioni (tubi, canalette ecc.) purché aven-
ti un grado di protezione non inferiore a IP3X

(1)

e rispondenti a quanto pre-

scritto in 3.3.01 b), c) e d) sono considerati mezzi di protezione sufficienti
contro i contatti diretti e indiretti.

3.3.05

Messa a terra delle parti metalliche delle canalizzazioni

Tutte le parti metalliche destinate a sostenere o contenere cavi appartenenti a si-
stemi di categoria 1, 2 o 3 (passerelle, tubi ecc.) ed i loro accessori devono essere
elettricamente collegate tra di loro e a terra secondo quanto previsto dalle Norme
CEI 11-8.

Si può derogare a tale prescrizione qualora tutti i cavi interessati abbiano rivesti-
menti metallici soddisfacenti i requisiti di cui in 3.3.01.

(1) Norma CEI 70-1.

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S E Z I O N E

4

PROTEZIONE CONTRO LE SOLLECITAZIONI MECCANICHE ESTERNE

3.4.01

Protezione meccanica base

Le canalizzazioni devono essere scelte in modo da prevenire i pericoli aventi ori-
gine da azione meccanica esterna.

Nelle installazioni fisse, quando esiste il pericolo di danneggiamento meccanico, la
protezione può essere fornita dal cavo stesso (armatura o conduttore concentrico)
o dal metodo di installazione o dalla combinazione dei due modi di protezione.

Una protezione meccanica adeguata può ritenersi realizzata in condizioni ordina-
rie in caso di:

n

cavi con rivestimento metallico conforme alle prescrizioni di cui in 3.3.01;

n

cavi installati in tubo metallico, in tubo di plastica pesante tipo P (Norma CEI 23-8),
in condotto, in cunicolo o in canaletta.

Tutti gli altri tipi di canalizzazione devono essere installati in posizioni tali da
escludere la possibilità di danneggiamento meccanico, oppure devono essere
protetti contro il danno meccanico con mezzi adatti che offrano un grado equiva-
lente di protezione.

Per i cavi interrati vedi 2.3.11.

3.4.02

Protezione contro le vibrazioni

Le canalizzazioni sostenute o fissate a strutture o ad apparecchiature soggette a
vibrazioni devono essere di tipo adatto a sopportare tale sollecitazione.

Precauzioni devono essere prese in particolare nell’impiego di conduttori massic-
ci, guaine metalliche ecc.

S E Z I O N E

5

PROTEZIONE CONTRO LE SOLLECITAZIONI TERMICHE ESTERNE

3.5.01

Installazioni in ambienti a elevata temperatura

I cavi non devono essere installati negli ambienti in cui la temperatura ambiente
(definita dalle Norme 20-21 in 3.3.02) possa eccedere la massima temperatura di
servizio dei cavi indicata nelle rispettive Norme (e richiamata in 2.2.02) diminuita
di 5

°C.

Le canalizzazioni devono essere installate a distanza sufficiente da sorgenti di ca-
lore ad alta temperatura, o devono essere separate da tali sorgenti per mezzo di
schermi isolanti termici ed eventualmente raffreddate.

Le connessioni di un cavo alle apparecchiature (morsetti di motori, interruttori
ecc.) non devono raggiungere, nelle condizioni di esercizio previste, temperature
superiori a quelle ammissibili per il cavo. Qualora ciò non sia tecnicamente pos-
sibile, il cavo deve essere scelto in modo diverso (aumento della sezione, scelta
di un isolante adatto per temperature più elevate), oppure l’isolamento del cavo
all’estremità deve essere rinforzato, per una lunghezza sufficiente, con materiali
isolanti adatti a resistere alla temperatura prevista.

3.5.02

Installazioni in ambienti a bassa temperatura

Cavi flessibili soggetti a movimenti durante l’esercizio non possono essere utiliz-
zati quando la temperatura del cavo è inferiore ai valori riportati in 2.3.02

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6

PROTEZIONE IN RELAZIONE ALLE CONDIZIONI CLIMATICHE, CONTRO
SOSTANZE CORROSIVE O INQUINANTI, CONTRO LA FAUNA E LA FLORA

S E Z I O N E

O CONTRO INFLUENZE ELETTRICHE

(1)

3.6.01

Esposizione all’acqua

Le condizioni di esposizione all’acqua nelle quali i diversi tipi di cavo possono
essere impiegati (AD

2

, AD

3

, AD

4

, AD

5

, AD

6

, o AD

7

) sono indicate nelle Norme

CEI e nelle tabelle CEI-UNEL relative ai cavi di energia.

Per quanto riguarda i cavi ad isolamento estruso destinati a sistemi con tensione
nominale di 10 kV o superiore, la loro idoneità a funzionare in luoghi umidi di-
pende da vari fattori, quali il tipo di isolante, la tecnologia costruttiva, il gradiente
elettrico di dimensionamento ed il rischio di perforazione accettabile dall’utilizza-
tore.

Una guaina metallica, adeguatamente protetta contro il pericolo di corrosione,
impedisce l’infiltrazione di umidità nell’isolante.

Nota:

Una prova per verificare l’idoneità dei cavi destinati a sistemi di categoria superiore alla 1,
all’esposizione all’umidità e all’acqua è allo studio da parte del CT 20.
In assenza di altre indicazioni, si raccomanda che i cavi isolati con polietilene o con polietile-
ne reticolato siano provvisti di guaina metallica, mentre per i cavi isolati con gomma etilen-
propilenica la presenza della guaina metallica è raccomandata nel caso di linee in cavo aven-
ti tensione nominale uguale o superiore a 132 kV.

Nelle condizioni di esposizione all’acqua tutto il materiale metallico delle canaliz-
zazioni (quali tubi metallici, cassette e accessori) deve essere adeguatamente pro-
tetto contro la corrosione interna ed esterna (ad eccezione delle filettature e dei
giunti per i quali può essere sufficiente la spalmatura con appositi prodotti) con
una copertura di materiale resistente alla corrosione e non deve esser posto in
contatto con altri metalli che possono dare origine ad un attacco elettrolitico.

Gli accessori devono essere a tenuta stagna; inoltre gli isolatori delle terminazioni
devono avere una linea di fuga adeguata e devono essere costruiti con materiale
resistente all’erosione superficiale causata dalle correnti di fuga.

La rispondenza degli accessori alle Norme CEI 20-24 è condizione sufficiente per
qualificare le terminazioni idonee a funzionare nelle condizioni AD

2

e AD

3

e le

giunzioni nelle condizioni da AD

2

a AD

7

.

3.6.02

Drenaggi

Negli ambienti classificati da AD

2

a AD

5

, quando si può verificare la condensa o

la penetrazione di acqua nei tubi o nei loro accessori, e quando in essi siano in-
stallati cavi o altri materiali non idonei alla condizione AD

7

, la condensa o pene-

trazione di acqua deve essere prevenuta o eliminata mediante adatti accorgimenti
di installazione o adatti dispositivi di drenaggio.

I cunicoli, qualora la stagnazione di acqua possa determinare corrosioni, devono
avere il fondo leggermente inclinato, in modo da permettere l’evacuazione
dell’acqua.

L’ingresso negli edifici deve essere realizzato in modo da prevenire la penetrazio-
ne di acqua nei locali. Per es. la penetrazione dell’acqua può essere prevenuta
con opportuna inclinazione del tratto finale dei cavi, con sigillatura dello spazio
libero tra i cavi e le pareti interne delle feritoie o tubi.

(1) Le sigle indicate nel testo della presente Sezione sono tratte dalla classificazione delle influenze esterne, oggetto del

Cap. XXXII della Pubblicazione IEC 364-3 (1977).

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3.6.03

Esposizione ad ambiente corrosivo o inquinato

Nel caso di installazione in ambiente classificato AF

2

o AF

3

possono essere usate

canalizzazioni di tipo normale, a condizione che i materiali costituenti siano com-
patibili con la natura delle sostanze corrosive o inquinanti presenti e con la dura-
ta della esposizione ad esse.

Gli isolatori delle terminazioni devono avere una tenuta adeguata al livello di in-
quinamento. La verifica di tale tenuta si effettua mediante la prova in nebbia sali-
na di cui alle Norme CEI 20-24.

Quando le canalizzazioni sono esposte in permanenza a sostanze corrosive
(AF

4

), esse devono essere del tipo resistente alla corrosione o devono essere ade-

guatamente protette con altri mezzi.

Particolare cura deve essere posta alla necessità di rendere le ricoperture protetti-
ve impervie agli agenti corrosivi, allo scopo di evitare l’infiltrazione di questi e la
conseguente corrosione dei materiali sottostanti.

Nota:

In generale le mescole di polietilene clorosulfonato, di policloroprene e di polivinilcloruro pre-
sentano una buona resistenza nei confronti di molte sostanze corrosive.
Le mescole a base di gomma sopportano discretamente l’attacco degli acidi, ma hanno una
scarsa resistenza nei confronti degli oli.

3.6.04

Esposizione alla presenza di flora

Canalizzazioni esposte alla prevedibile presenza di flora (AK

2

) devono essere

scelte e installate in modo da ridurre al minimo la possibilità di danneggiamento,
in particolare ci si deve premunire dagli effetti meccanici dovuti allo sviluppo di
radici, dagli effetti coibenti termici dovuti a depositi o ricoprimenti vegetali, non-
ché dagli effetti corrosivi degli umori vegetali.

3.6.05

Esposizione alla presenza di fauna

Canalizzazioni esposte alla prevedibile presenza di fauna (AL

2

) devono essere

scelte e installate in modo da ridurre al minimo la possibilità di danneggiamento.

Se è prevedibile la presenza di roditori, i cavi devono essere protetti da ricoper-
tura metallica o da una equivalente protezione esterna; se è prevedibile la pre-
senza di termiti, i cavi devono essere protetti con una guaina appropriata o con
una equivalente protezione esterna; se è prevedibile la presenza di animali ag-
gredenti il piombo, questo deve essere protetto da apposito rivestimento.

3.6.06

Esposizione a correnti vaganti, a radiazioni ionizzanti o all’ozono

Canalizzazioni esposte alla prevedibile presenza di correnti vaganti (AM

2

), in par-

ticolare cavi interrati in prossimità di tranvie o ferrovie, devono essere di tipo
adatto a ridurre al minimo la possibilità di danneggiamento, oppure devono esse-
re protette con opportuni accorgimenti, quale per es. la protezione catodica dei
rivestimenti metallici.

I cavi esposti alla presenza di radiazioni ionizzanti (AM

4

), in particolare i cavi in-

stallati all’interno dei contenitori primari di reattori nucleari, devono essere isolati
e rivestiti con materiali adatti a sopportare le dosi di radiazioni prevedibili, anche
in situazioni di emergenza del funzionamento del reattore.

I cavi esposti alla prevedibile presenza di ozono, in particolare i cavi installati in
ambienti contenenti contattori previsti per un numero elevato di cicli orari, devo-
no essere isolati e rivestiti con materiali aventi sufficiente resistenza all’ozono
quali per es. le mescole a base di polivinilcloruro, di gomma etilenpropilenica e
di policloroprene.

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3.6.07

Esposizione alle radiazioni solari

I tipi di cavo che possono essere esposti alle radiazioni solari (AN

2

) sono indicati

nelle Norme CEI e nelle tabelle CEI-UNEL relative.

Per quanto riguarda gli accessori, possono essere considerati idonei quelli adatti
per installazione all’aperto.

S E Z I O N E

7

PROVVEDIMENTI CONTRO L’INCENDIO

3.7.01

Cavi in luoghi con pericolo di esplosione o di incendio

Quando i cavi transitano in luoghi ove sono presenti materiali che possano esse-
re di supporto a esplosione o a incendio, devono essere presi provvedimenti af-
finché i cavi stessi non possano innescare tali esplosioni od incendi.

La materia è oggetto delle Norme CEI 64-2 alle quali si rimanda, per quanto ap-
plicabile.

3.7.02

Cavi quali oggetto di incendio

I cavi ed i relativi accessori, a causa del loro raggruppamento o dei componenti
che li costituiscono, possono essi stessi costituire ammasso di materiale suscetti-
bile di incendiarsi e alimentare l’incendio, qualunque sia la causa di innesco.

Circa il loro comportamento al fuoco, i cavi possono essere distinti, agli effetti
delle presenti Norme, in quattro categorie:
a) cavi senza particolari requisiti;
b) cavi non propaganti la fiamma, rispondenti alla Norma CEI 20-35, la quale ve-

rifica la non propagazione della fiamma su cavo singolo verticale;

c) cavi non propaganti l’incendio, rispondenti alla Norma CEI 20-22, la quale ve-

rifica la non propagazione dell’incendio di più cavi verticali raggruppati;

d) cavi resistenti al fuoco rispondenti alla Norma CEI 20-36, la quale verifica la

capacità di un cavo di assicurare il funzionamento per un certo tempo duran-
te e dopo l’incendio.

Nota:

La caratteristica di cui in d) è indipendente da quella dei tipi precedenti, e può essere abbina-
ta a ciascuna di essi. Non sono considerati oggetti di incendio i cavi interrati (modalità di posa
L e M di Fig. 1.2.06).

3.7.03

Provvedimenti per limitare i danni da incendio di cavi

Non costituiscono pericolo di propagazione di incendio:

n

cavi del tipo b) di cui all’art. 3.7.02 installati in aria individualmente o distan-
ziati tra loro almeno 250 mm nei tratti paralleli;

n

cavi del tipo c) di cui all’art. 3.7.02 installati in aria in fasci in quantità tale che
il volume unitario di materiale combustibile presente in ogni fascio non sia
superiore a quello della prova secondo norma che essi hanno superato.

Al di sopra di tali condizioni e in ogni caso sempre per i cavi del tipo a) di cui
all’art. 3.7.02 installati in aria, la possibilità di propagazione di un incendio dei
cavi deve essere considerata. Si deve a questo punto effettuare una valutazione
del rischio connesso con tale evento. Tra i molteplici fattori da cui può dipendere
tale rischio si citano:

n

la probabilità che l’incendio possa innescarsi e svilupparsi (caratteristiche dei ca-
vi, loro modalità di installazione, presenza di fattori esterni – elettrici e non – di
possibile innesco, presenza di personale, disponibilità di mezzi d’intervento);

n

le possibili conseguenze dell’incendio (danni diretti ed indiretti alle persone,
danni diretti agli impianti, danni per indisponibilità degli stessi).

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Posto che la valutazione di cui sopra accerti l’opportunità di provvedimenti per li-
mitare i danni dell’incendio di cavi, si citano i tipi più importanti di questi, ai quali
si può ricorrere, singolarmente o congiuntamente, a seconda delle esigenze:

a) Sbarramenti tagliafiamma. Sono costituiti da barriere in materiale incombu-

stibile disposte sui percorsi dei cavi; possono essere formate con ammassi di
lana di roccia, con impasti incombustibili, con adatti elementi prefabbricati,
con sabbia o con altri dispositivi adatti allo scopo; devono avere forma e di-
mensione adatte ad impedire lo scavalcamento della fiamma e possono esse-
re smontabili o demolibili con relativa facilità per aggiungere o togliere cavi,
quando esista tale esigenza.

Il distanziamento tra gli sbarramenti deve essere commisurato al complesso di
fattori considerati nella valutazione sopra detta.

Di massima possono ritenersi sufficienti sbarramenti disposti in corrisponden-
za delle pareti e solette attraversate. Tuttavia non si devono superare i se-
guenti distanziamenti:

5 m nei percorsi verticali,

10 m nei percorsi orizzontali.

Nei percorsi misti è opportuno aggiungere sbarramenti alla base dei tratti ver-
ticali.

Con cavi non propaganti l’incendio (tipo c) art. 3.7.02) si può arrivare a di-
stanziamenti di 10 m nei tratti verticali, mentre non sono strettamente neces-
sari sbarramenti nei tratti orizzontali.

Sbarramenti antifiamma sono raccomandati inoltre, qualunque sia il tipo di
cavi, all’entrata di quadri o altre apparecchiature elettriche possibili sedi di ar-
chi o di incendio.

Gli sbarramenti di cui sopra, intesi per cavi installati in aria (su passerelle, su
supporti, in galleria) sono altresì opportuni su cavi in cunicolo od in canalet-
ta, quando questi siano ventilati o comunque sede di circolazione d’aria.

b) Compartimenti antincendio. Si ottengono creando volumi, determinati da

strutture o anche involucri di apparecchiature elettriche, di resistenza adegua-
ta al contenimento del possibile incendio al loro interno.

I passaggi dei cavi attraverso le strutture e gli involucri sopraddetti debbono
essere sigillati in modo da realizzare la resistenza al fuoco richiesta e, ove del
caso, la tenuta al fumo.

La sigillatura dei passaggi di cui sopra può essere realizzata con materiali o
componenti come al punto a) o ancora con tronchi di tubo inseriti nella pare-
te e a loro volta sigillati o di lunghezza rilevante rispetto al loro diametro. La
realizzazione di compartimenti antincendio è raccomandata nelle pareti di
ambienti destinati prevalentemente al percorso di cavi (gallerie, sottoquadri e
simili), in particolare in quelle che delimitano locali in cui vi siano apparec-
chiature.

c) Rivelatori antincendio. Entrano in considerazione per ambienti non oggetto di

sorveglianza diretta o quando si vuole aumentare la tempestività di intervento.

d) Protezione antincendio attiva. Si può adottare in caso di rischio elevato e

scarsa sorveglianza.

Può essere ad intervento manuale o automatico; nel secondo caso è abbinata
a rivelatori come in c).

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e) Segregazione funzionale. Ha lo scopo di frazionare il campo di possibile svi-

luppo dell’incendio, preservando così la funzionalità di una parte dei circuiti.
Ciò in relazione a considerazioni di sicurezza o di continuità di esercizio.

La segregazione in questione si attua posando i cavi dei circuiti interessati su
percorsi opportunamente distanziati dagli altri o schermando gli stessi con
pareti di materiali adatti a contenere gli effetti del fuoco.

f) Impiego di cavi resistenti al fuoco (tipo d) art. 3.7.02).

Consentono di ottenere lo scopo della salvaguardia della funzionalità di cir-
cuiti, particolarmente di quelli legati a funzioni di sicurezza (come nel prece-
dente provvedimento e).

g) Riduzione delle temperature di servizio. Per i cavi isolati in PVC privi di rive-

stimento protettivo la Norma CEI 20-20 prescrive una riduzione della tempe-
ratura di servizio a 55

°C e della temperatura massima di cortocircuito a

140

°C. Per i cavi isolati in gomma G9 e privi di rivestimento protettivo la Nor-

ma CEI 20-38 prescrive una riduzione della temperatura di servizio a 70

°C.

3.7.04

Provvedimenti contro il fumo

Allorché i cavi siano installati in notevole quantità in ambienti chiusi con elevata
presenza di persone e di difficile e lenta evacuazione, si devono adottare sistemi
di posa atti ad impedire il dilagare del fumo negli ambienti stessi o, in alternativa,
ricorrere all’impiego di cavi a bassa emissione di fumo. Per questi si vedano le
Norme CEI 20-37 e 20-38.

3.7.05

Problemi connessi allo sviluppo di gas tossici o corrosivi

Qualora cavi in quantità rilevanti siano installati in ambienti chiusi con elevata
presenza di persone, oppure si trovino a coesistere in ambiente chiuso, con ap-
parecchiature particolarmente vulnerabili da agenti corrosivi, deve essere tenuto
presente il pericolo che i cavi stessi brucino sviluppando gas tossici o corrosivi.

Ove tale pericolo sussista occorre fare ricorso a cavi aventi la caratteristica di non
sviluppare gas tossici o corrosivi ad alte temperature. Per questi si vedano le Nor-
me CEI 20-37 e 20-38.

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IV

COESISTENZA TRA CAVI DI ENERGIA ED ALTRE CANALIZZAZIONI,

C A P I T O L O

OPERE O STRUTTURE

1

COESISTENZA TRA CAVI DI ENERGIA

S E Z I O N E

E CAVI DI TELECOMUNICAZIONE INTERRATI

4.1.01

Incroci tra cavi

Quando entrambi i cavi sono direttamente interrati, debbono essere osservate le
seguenti prescrizioni:

n

il cavo di energia deve, di regola, essere situato inferiormente al cavo di tele-
comunicazione;

n

la distanza tra i due cavi non deve essere inferiore a 0,30 m;

n

il cavo posto superiormente deve essere protetto, per una lunghezza non in-
feriore ad 1 m, con uno dei dispositivi descritti in 4.1.04; detti dispositivi de-
vono essere disposti simmetricamente rispetto all’altro cavo.
Ove, per giustificate esigenze tecniche, non possa essere rispettata la distanza
minima della linea precedente, si deve applicare su entrambi i cavi la prote-
zione suddetta.

Quando almeno uno dei due cavi è posto dentro appositi manufatti (tubazioni,
cunicoli ecc.) che proteggono il cavo stesso e ne rendono possibile la posa e la
successiva manutenzione senza la necessità di effettuare scavi, non è necessario
osservare le prescrizioni sopraelencate.

4.1.02

Parallelismi fra cavi

a) Nei percorsi paralleli, i cavi di energia ed i cavi di telecomunicazione devono,

di regola, essere posati alla maggiore possibile distanza tra loro; nel caso per
es. di posa lungo la stessa strada, possibilmente ai lati opposti di questa.

Ove per giustificate esigenze tecniche il criterio di cui sopra non possa essere
seguito, è ammesso, salvo il rispetto delle condizioni di cui al comma b), po-
sare i cavi vicini fra loro purché sia mantenuta, fra essi, una distanza minima,
in proiezione su di un piano orizzontale, non inferiore a 0,30 m.

Qualora detta distanza non possa essere rispettata, si deve applicare sul cavo
posato alla minore profondità, oppure su entrambi i cavi quando la differenza
di quota fra essi è minore di 0,15 m, uno dei dispositivi di protezione descritti
in 4.1.04.

Salvo il rispetto delle condizioni di cui al comma b), le prescrizioni di cui so-
pra non si applicano quando almeno uno dei due cavi è posato, per tutta la
tratta interessata, in appositi manufatti (tubazioni, cunicoli ecc.) che proteggo-
no il cavo stesso e ne rendono possibile la posa e la successiva manutenzione
senza la necessità di effettuare scavi.

Sempre salvo il rispetto delle condizioni di cui al comma b), le prescrizioni di
cui sopra non si applicano quando i due cavi sono posati nello stesso manu-
fatto; per tali situazioni di impianto si devono prendere tutte le possibili pre-
cauzioni, ai fini di evitare che i cavi di energia e di telecomunicazione possa-
no venire a diretto contatto fra loro, anche quando le loro guaine sono
elettricamente connesse.

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In particolare:

n

nel caso di gallerie, la posa dei cavi di telecomunicazione e di energia va
fatta su mensole distinte, chiaramente individuabili;

n

nel caso di cunicoli o di condotti, la posa dei cavi di energia e di quelli di
telecomunicazione va fatta in sedi o in fori distinti.

b) Nei riguardi dei fenomeni induttivi, dovuti ad eventuali guasti sui cavi di

energia, le caratteristiche del parallelismo (distanza tra i cavi, lunghezza del
parallelismo) devono soddisfare quanto prescritto dalle Norme CEI 103-6; nei
riguardi di altri fenomeni di interferenza tra cavi di energia e cavi di teleco-
municazione, devono essere rispettate le direttive del Comitato Consultivo In-
ternazionale Telegrafico e Telefonico (CCITT).

4.1.03

Posa congiunta di cavi direttamente interrati appartenenti a sistemi
di categoria 0 e 1 e cavi di telecomunicazione

Le prescrizioni di cui in 4.1.01 e 4.1.02 a) non si applicano nel caso di posa con-
giunta di cavi di energia (appartenenti a sistemi di categoria 0 e 1) e di cavi di te-
lecomunicazione.

In tali casi dovranno essere presi accordi fra i due esercenti osservando le se-
guenti prescrizioni:

n

la distanza fra i due cavi misurata su una proiezione orizzontale non deve es-
sere inferiore a 0,15 m, in qualunque punto del tracciato;

n

i due cavi devono essere resi chiaramente distinguibili fra loro, eventualmen-
te anche per mezzo dei manufatti di protezione dei cavi stessi;

n

le derivazioni del cavo di energia che incrociano il cavo di telecomunicazione
devono essere poste al di sotto di quest’ultimo, nel rispetto della distanza mi-
nima di cui sopra;

n

le derivazioni del cavo di telecomunicazione che incrociano il cavo di energia
devono essere poste al di sopra di quest’ultimo, nel rispetto della distanza mi-
nima di cui sopra.

4.1.04

Dispositivi di protezione

I dispositivi di protezione di cui in 4.1.01 e 4.1.02 devono essere costituiti da
involucri (cassette o tubi) preferibilmente in acciaio zincato a caldo
(Norma CEI 7-6) od inossidabile, con pareti di spessore non inferiore a 2 mm.

Sono ammessi involucri protettivi differenti da quelli sopra descritti purché pre-
sentino adeguata resistenza meccanica e siano, quando il materiale di cui sono
costituiti lo renda necessario, protetti contro la corrosione.

2

COESISTENZA TRA CAVI DI ENERGIA E CAVI DI COMANDO

S E Z I O N E

E SEGNALAMENTO

4.2.01

Generalità

I circuiti di comando e segnalamento possono essere oggetto di disturbi, tali da
alterarne il regolare funzionamento, causati da fenomeni dovuti a transitori sui
circuiti di energia che risultino accoppiati con i circuiti di comando e segnala-
mento stessi.

Per ciò che attiene alla mutua influenza tra cavi di energia e cavi di comando e
segnalamento, qualora gli esercenti di questi cavi siano diversi e non esistano tra
loro accordi in contrario, valgono le prescrizioni della Sezione 1 del presente Ca-
pitolo.

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3

COESISTENZA TRA CAVI DI ENERGIA E TUBAZIONI

S E Z I O N E

O SERBATOI METALLICI, INTERRATI

Nota:

Le prescrizioni contenute nella presente Sezione devono intendersi integrate o sostituite da
quelle contenute nelle Norme CEI 64-2, quando queste ultime siano applicabili.

4.3.01

Incroci fra cavi di energia e tubazioni metalliche, interrati

L’incrocio fra cavi di energia e tubazioni metalliche adibite al trasporto e alla distri-
buzione di fluidi (acquedotti, oleodotti e simili) o a servizi di posta pneumatica non
deve effettuarsi sulla proiezione verticale di giunti non saldati delle tubazioni me-
talliche stesse. Non si devono avere giunti sui cavi di energia a distanza inferiore a
1 m dal punto di incrocio, a meno che non siano attuati i provvedimenti descritti
nel seguito. Nessuna particolare prescrizione è data nel caso in cui la distanza mini-
ma, misurata fra le superfici esterne di cavi di energia e di tubazioni metalliche o
fra quelle di eventuali loro manufatti di protezione, è superiore a 0,50 m.

Tale distanza può essere ridotta fino ad un minimo di 0,30 m, quando una delle
strutture di incrocio è contenuta in manufatto di protezione non metallico (vedi
nota), prolungato per almeno 0,30 m per parte rispetto all’ingombro in pianta
dell’altra struttura oppure quando fra le strutture che si incrociano venga interpo-
sto un elemento separatore non metallico (per es. lastre di calcestruzzo o di ma-
teriale isolante rigido); questo elemento deve poter coprire, oltre alla superficie
di sovrapposizione in pianta delle strutture che si incrociano, quella di una stri-
scia di circa 0,30 m di larghezza ad essa periferica.

Nota:

I manufatti di protezione e gli elementi separatori in calcestruzzo armato si considerano non
metallici; come manufatto di protezione di singole strutture con sezione circolare possono esse-
re utilizzati collari di materiale isolante fissati ad esse.

Le distanze sopra indicate possono essere ulteriormente ridotte, previo accordo
fra gli Enti proprietari o Concessionari, se entrambe le strutture sono contenute in
manufatto di protezione non metallico.

Prescrizioni analoghe devono essere osservate nel caso in cui non risulti possibi-
le tenere l’incrocio a distanza uguale o superiore a 1 m dal giunto di un cavo op-
pure nei tratti che precedono o seguono immediatamente incroci eseguiti sotto
angoli inferiori a 60

° e per i quali non risulti possibile osservare puntualmente le

prescrizioni sul distanziamento di cui in 4.3.02.

4.3.02

Parallelismi fra cavi di energia e tubazioni metalliche, interrati

Nei parallelismi i cavi di energia e le tubazioni metalliche (come definite in
4.3.01) devono essere posati alla maggiore distanza possibile fra loro. In nessun
tratto la distanza, misurata in proiezione orizzontale fra le superfici esterne di essi
o di eventuali loro manufatti di protezione, deve risultare inferiore a 0,30 m.

Si può tuttavia derogare alla prescrizione suddetta previo accordo fra gli esercenti:
a) quando la differenza di quota fra le superfici esterne delle strutture interessa-

te è superiore a 0,50 m;

b) quando tale differenza è compresa tra 0,30 m e 0,50 m, ma si interpongano

fra le due strutture elementi separatori non metallici (4.3.01), nei tratti in cui
la tubazione non è contenuta in un manufatto di protezione non metallico.

Non devono mai essere disposti nello stesso manufatto di protezione cavi di
energia e tubazioni convoglianti fluidi infiammabili; per le tubazioni per altro uso
tale tipo di posa è invece consentito, previo accordo fra gli Enti interessati, pur-
ché il cavo di energia e le tubazioni non siano posti a diretto contatto fra loro.

Nota:

Una struttura sotterranea polifunzionale nella quale possano essere disposti cavi elettrici e tu-
bazioni di qualsiasi genere è allo studio.

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4.3.03

Coesistenza tra cavi di energia e gasdotti

La coesistenza tra gasdotti interrati e cavi di energia posati in cunicoli od altri ma-
nufatti, è regolamentata dal D.M. 24.11.1984 “Norme di sicurezza antincendio per
il trasporto, la distribuzione, l’accumulo e l’utilizzazione del gas naturale con den-
sità non superiore a 0,8”.

Pertanto, nel caso di incroci e parallelismi tra cavi di energia e tubazioni convo-
glianti gas naturali, le modalità di posa ed i provvedimenti da adottare al fine di
ottemperare a quanto disposto dal detto D.M. 24.11.1984, dovranno essere defini-
ti con gli Enti proprietari o Concessionari del gasdotto.

Le prescrizioni contenute negli articoli precedenti di questa Sezione sono appli-
cabili, ove non in contrasto col suddetto D.M., per incroci e parallelismo con cavi
direttamente interrati con le modalità di posa L e M della Fig. 1.2.06.

4.3.04

Serbatoi di liquidi e gas infiammabili

Le superfici esterne di cavi di energia interrati non devono distare meno di 1 m
dalle superfici esterne di serbatoi contenenti liquidi o gas infiammabili.

4

ATTRAVERSAMENTI DI LINEE IN CAVO CON FERROVIE, TRANVIE,
FILOVIE, FUNICOLARI TERRESTRI, AUTOSTRADE, STRADE STATALI

S E Z I O N E

E PROVINCIALI

(1)

4.4.01

Generalità

In corrispondenza degli attraversamenti delle linee in cavo interrato con ferrovie,
tranvie, filovie, funicolari terrestri in servizio pubblico o in servizio privato per
trasporto di persone, autostrade, strade statali e provinciali e loro collegamenti
nell’interno degli abitati, il cavo deve essere disposto entro robusti manufatti (tu-
bi, cunicoli ecc.) prolungati di almeno 0,60 m fuori della sede ferroviaria o stra-
dale, da ciascun lato di essa, e disposti a profondità non minore di 1,50 m sotto il
piano del ferro di ferrovie di grande comunicazione, non minore di 1,00 m sotto
il piano del ferro di ferrovie secondarie, tranvie, funicolari terrestri, nonché sotto
il piano di autostrade, strade statali e provinciali. Le distanze vanno determinate
dal punto più alto della superficie esterna del manufatto. Le gallerie praticabili
devono avere gli accessi difesi da chiusure munite di serrature a chiave.

Quando il cavo viene posato in gallerie praticabili sottopassanti l’opera attraver-
sata, non si applicano le prescrizioni di cui sopra purché il cavo sia o interrato a
profondità non minore di 0,50 m sotto il letto della galleria, o sia protetto contro
le azioni meccaniche mediante adatti dispositivi di protezione (di cemento, mat-
toni, legno o simili).

(1) Il testo della presente Sezione è conforme alle Norme CEI 11-4 (1989) fascicolo 1192 (D.M. 21-3-1988).

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S E Z I O N E

5

PRESCRIZIONI SULLA DETERMINAZIONE DELLE DISTANZE

4.5.01

Generalità

Il rispetto delle prescrizioni sulle distanze, di cui alle precedenti Sezioni del pre-
sente Capitolo, deve essere accertato con misure dirette di campagna, qualora le
strutture vengano posate congiuntamente o qualora la posa di una di esse richie-
da lo scoprimento almeno parziale della o delle altre.

Negli altri casi le distanze saranno invece determinate in base alla giacitura delle
strutture preesistenti, quale risulta dalle registrazioni disponibili presso gli Enti
esercenti di esse e, se del caso, mediante sondaggi di verifica effettuati sul luogo.

C A P I T O L O

V

ACCESSORI

S E Z I O N E

1

SCELTA IN RELAZIONE ALLE CONDIZIONI DI POSA E DI ESERCIZIO

5.1.01

Generalità

Le terminazioni e le giunzioni per i cavi di energia devono risultare idonee a sop-
portare le sollecitazioni elettriche, termiche e meccaniche previste durante l’eser-
cizio dei cavi in condizioni ordinarie ed anomale (sovracorrenti e sovratensioni).

5.1.02

S

C

elta degli accessori in relazione alle tensioni

La tensione di designazione U degli accessori deve essere almeno uguale alla ten-
sione nominale del sistema al quale sono destinati.

Per gli accessori con tensione di designazione inferiore o uguale a 60 kV, l’attitu-
dine degli isolamenti interni e degli isolamenti superficiali a sopportare le solleci-
tazioni dielettriche è assicurata, in generale, dal livello di isolamento che caratte-
rizza l’accessorio stesso.

Le considerazioni precedenti valgono anche per gli accessori destinati a sistemi
monofase, con le precisazioni fatte in 2.1.05.

Per gli accessori destinati a sistemi a corrente alternata aventi tensione massima
superiore a 72,5 kV o a sistemi a corrente continua, è opportuno che acquirente
e fornitore si consultino caso per caso.

5.1.03

Scelta degli accessori in relazione a condizioni di corrente di cortocircuito

Gli accessori devono poter sopportare le correnti di cortocircuito previste per la
sezione dei conduttori, delle guaine e degli schermi dei cavi su cui vengono
montati, in conformità a 2.2.02 e 2.2.03.

Nota:

L’impiego di connettori applicati mediante saldatura dolce o brasatura può portare a limita-
zioni di dette sovracorrenti, in quanto a seguito di cortocircuito la massima temperatura am-
missibile per un buon funzionamento della connessione (per saldatura dolce circa 160

°C)

può risultare inferiore a quella ammissibile per l’isolante.

Il superamento delle prove previste in 4.2.03 e 4.2.04 dalle Norme CEI 20-24, è
sufficiente per qualificare l’accessorio come idoneo a sopportare gli effetti termici
e dinamici delle sovracorrenti di breve durata. I valori delle correnti di prova pre-
visti dalle suddette Norme possono solo costituire una guida per la scelta dell’ac-
cessorio in relazione alle condizioni di esercizio: in ogni caso occorre fare riferi-
mento ai limiti di temperatura ammissibili per l’accessorio.

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5.1.04

Protezione contro l’infiltrazione d’acqua e la corrosione

Gli accessori devono rispondere ai requisiti di cui in 3.6.01 e 3.6.03.

5.1.05

Connessioni

I connettori devono essere di materiale e di forma appropriati in relazione ai con-
duttori che devono collegare e alla tensione a cui dovranno funzionare.

La rispondenza dei connettori alle Norme CEI 20-28 è condizione sufficiente per
qualificarli idonei al collegamento dei conduttori per cui sono previsti.

I connettori devono poter ospitare e trattenere sicuramente tutti i fili elementari
dei conduttori e devono essere realizzati in modo tale che, durante l’esercizio,
non si verifichino sfilamenti dei conduttori conseguenti a fenomeni vibratori, ter-
mici ecc.

Nel caso di conduttori di alluminio devono essere evitate sollecitazioni meccaniche
anomale che facciano insorgere nelle parti costituenti la connessione coazioni in-
terne tali da compromettere il contatto, adottando eventualmente idonei mezzi per
ridurre tale rischio (per es. sistemi autostringenti, ovvero rondelle elastiche).

I connettori a compressione destinati a conduttori di alluminio devono inoltre ri-
spondere ai requisiti di cui in 4.2.04 delle Norme CEI 20-28.

Nel caso di connessioni non saldate i connettori devono preferibilmente essere
dello stesso metallo costituente i conduttori.

Quando tuttavia si debba realizzare una connessione tra conduttori di metalli di-
versi, i metalli impiegati devono avere potenziali intrinseci quanto più possibile
prossimi tra di loro, onde limitare processi di corrosione in presenza di elettrolita
(Norma CEI 7-9 art. 2.1.03).

Nel caso di connessioni non saldate comportanti una superficie di contatto in al-
luminio, che potrebbe essere soggetto a processi di ossiriduzione con conse-
guente formazione di strati isolanti di allumina, è opportuno adottare adeguati
provvedimenti per proteggere la connessione (paste inibenti, nastrature tampo-
nanti ecc.).È necessario inoltre che prima dell’applicazione le superfici di contat-
to in alluminio siano spalmate con pasta abrasiva conduttrice.

5.1.06

Isolamento

I materiali impiegati negli accessori non devono dar luogo a reazioni tali da in-
fluenzare negativamente la vita della canalizzazione.

Nel caso di cavi isolati con carta impregnata di miscela di tipo migrante è opportu-
no assicurare la migrazione longitudinale di tale miscela in corrispondenza di ogni
connessione, salvo casi particolari (per es.: giunti tampone). Ciò è particolarmente
importante per le terminazioni installate in prossimità di dislivelli, le quali devono
disporre di una sufficiente riserva di miscela semifluida. Tale riserva può essere
omessa quando la tensione nominale del sistema non è superiore a 6 kV.

5.1.07

Condizioni di posa

Nel caso di connessioni di tipo permanente l’accessorio deve essere installato in
posizione compatibile con la destinazione dell’ambiente circostante e con l’esi-
stenza di altri servizi. Per es. nel caso di giunzioni interrate è opportuno evitare la
loro posa in corrispondenza di passi carrai e attraversamenti stradali.

Per quanto riguarda le distanze da tenere nei confronti di altre canalizzazioni,
opere o strutture, devono essere osservate le prescrizioni del Capitolo IV.

Nel caso di connettori sconnettibili (Norma CEI 20-28, art.1.2.02) l’accessorio
deve essere installato in posizione tale da permettere l’esecuzione delle manovre
relative in condizioni di sicurezza. Il contenitore (scatola, cassa ecc.) deve avere
dimensioni tali da consentire un agevole stacco e riattacco dei circuiti interessati.

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C A P I T O L O

6

COLLAUDO DOPO POSA

S E Z I O N E

1

DISPOSIZIONI GENERALI

6.1.01

Collaudo dopo posa

Prima della messa in servizio si raccomanda di eseguire un controllo, completato
dalle prove descritte nelle Sezioni seguenti, allo scopo di assicurarsi che il mon-
taggio degli accessori sia stato eseguito senza difetti e che i cavi non siano stati
deteriorati durante la posa.

Per la messa a disposizione dei mezzi necessari ad eseguire le prove dopo posa
devono essere presi accordi caso per caso tra committente ed installatore.

S E Z I O N E

2

CAVI PER SISTEMI DI CATEGORIA 0 E 1

6.2.01

Prove dopo posa

Non è prescritta nessuna prova.

S E Z I O N E

3

CAVI PER SISTEMI DI CATEGORIA 2

6.3.01

Prova di tensione applicata

La prova deve essere eseguita con tensione continua, applicata per 15 min tra
ciascun conduttore e gli altri collegati all’eventuale schermo o rivestimento metal-
lico ed a terra.

Il valore della tensione continua di prova, in kV, deve essere:
1) per i cavi isolati in carta impregnata a campo non radiale: 2,5 (U

0

+ U)

2) per i cavi isolati in carta impregnata a campo radiale: 4 U

0

3) per i cavi con isolante estruso: 3 U

0

Nota:

Il valore di 4 U

0

è allineato con la Pubblicazione IEC 55-1 ed è legato a esigenze di interfaccia

con apparecchiature isolate in SF6.

Previo accordo tra committente ed installatore, la prova può essere eseguita con
tensione alternata anziché continua.

In tal caso, il valore in kV della tensione alternata di prova, da applicare con le
stesse modalità e durate prescritte per la prova con tensione continua, deve essere:
1) per i cavi a campo non radiale: (U

0

+ U)

2) per i cavi a campo radiale: 2 U

0

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NORMA TECNICA

CEI 11-17:1997-09

Pagina 37 di 38

S E Z I O N E

4

CAVI PER SISTEMI DI CATEGORIA 3

6.4.01

Prova di tensione applicata

La prova deve essere eseguita con tensione continua, applicata per 15 min tra
ciascun conduttore e lo schermo.

Il valore della tensione continua di prova, in kV, deve essere pari a:

4,5 U

0

per i cavi isolati in carta impregnata con U

0

= 36 kV

4,0 U

0

per i cavi isolati in carta impregnata con 36 kV < U

0

£ 130 kV

3,5 U

0

per i cavi isolati in carta impregnata con 130 kV < U

0

£ 230 kV

3,0 U

0

per i cavi con isolante estruso

oppure al 50% della tensione di tenuta ad impulso atmosferico U

p

, se questo va-

lore risulta inferiore.

Se il cavo termina in un trasformatore o in un interruttore blindato, per questa
prova è necessario un accordo tra il committente e i costruttori o gli installatori
del trasformatore o dell’interruttore e del cavo.

Nota:

Se si verificano degli archi, nella linea in cavo si può produrre una sovratensione transitoria
con valore fino a due volte il valore della tensione continua di prova applicata: tale sovraten-
sione transitoria, se più alta della tensione di tenuta ad impulso, può provocare una perfora-
zione nel cavo o negli accessori. Perciò è necessario prendere tutte le precauzioni possibili per
prevenire gli archi sui passanti e su altre apparecchiature.

6.4.02

Prova sui rivestimenti protettivi

I rivestimenti protettivi devono essere sottoposti alla prova prescritta nella Pub-
blicazione IEC 229 “Tests on anti-corrosion protective coverings of metallic cable
sheaths” art. 5 o 6 secondo il caso, con la sola modifica che la tensione massima
prescritta per i rivestimenti di tipo b (Uninsulated sheath system) deve essere
10 kV in corrente continua per 1 min.

S E Z I O N E

5

PROVE DOPO RIPARAZIONE O MODIFICHE

6.5.01

Prova di tensione applicata

Nel caso di controllo eseguito dopo riparazione di guasti intervenuti durante
l’esercizio del cavo, o di modifica dello stesso, i valori di tensione da applicare
sono il 70% di quelli indicati in 6.3.01 e 6.4.01.

Nel caso di controllo eseguito su cavi con isolamento estruso che siano stati in
esercizio per oltre cinque anni il valore della tensione da applicare, se continua,
non deve superare 2 U

0

.

Fine Documento

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NORMA TECNICA
CEI 11-17:1997-09
Totale Pagine 42

La presente Norma è stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano

e beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1º Marzo 1968, n. 186.

Editore CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, Milano - Stampa in proprio

Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 luglio 1956

Responsabile: Ing. E. Camagni

Sede del Punto di Vendita e di Consultazione
20126 Milano - Viale Monza, 261
tel. 02/25773.1 • fax 02/25773.222 • E-MAIL cei@ceiuni.it

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