Gli anni ‘50 e ‘60.
Dalla crisi del
Neorealismo alla
neo-avanguardia
LA NASCITA DELLA REPUBBLICA
28 aprile 1945
–
fine della guerra
Dicembre 1945
– governo De Gasperi
9 maggio 1946
– il Re Vittorio Emanuele III
rinuncia al Trono in favore del figlio Umberto
II
2 giugno 1946
– elezioni e referendum: vince
la Repubblica e la Democrazia Cristiana
1948
– entra in vigore la Costituzione
IL MIRACOLO ECONOMICO
Gli anni ‘50 e ‘60
1948
– l’Italia aderisce alla NATO
1950
– nasce la Cassa del
Mezzogiorno
1953
– l’Italia aderisce alla Comunità
del Carbone e dell’Acciaio
LA SITUAZIONE POLITICO – SOCIALE
Le elezioni politiche del 1948, che danno la vittoria
alla Democrazia Cristiana sul Fronte Popolare,
segnano la fine dell’unità antifascista tra le forze
politiche italiane.
La ricostruzione del paese (grazie anche al Piano
Marshall)
si
avvia
in
un
clima
di
dura
contrapposizione ideologica tra governi centristi e
forze politiche di sinistra, che riflette all’interno del
paese il clima di „guerra fredda” che contrappone
USA e URSS.
L’Italia si trasforma da società prevalentemente
contadina in società industriale: il boom economico,
l’inizio della civiltà dei consumi inaugurano nel
corso degli anni sessanta una nuova fase sotto il
segno dello sviluppo e del benessere.
LA CRISI DEL NEOREALISMO
Con gli anni cinquanta entra in crisi il modello
culturale
proposto
dal
Neorealismo.
Molti
intellettuali mettono in discusione il proprio impegno
civile e politico, tanto più che il clima politico è
cambiato.
Lo stato d’animo ottimistico fondato su una
visione chiara, univoca dell’uomo e dei suoi destini,
viene messo in crisi per le ragioni politiche
ideologiche: l’invasione sovietica in Ungheria
costringe a rimeditare la visione del mondo di buona
parte degli scrittori impegnata sul fronte marxista e
a perdere la loro sicurezza che derivava dalla loro
fede nel comunismo automaticamente identificato
con il comunismo della Russia sovietica.
LA CRISI DEL NEOREALISMO
La diffusione anche in Italia dell’esistenzialismo,
della psicoanalisi, dell’antropologia e delle altre
scienze „umane” (la linguistica, le teorie
empiristiche della letteratura) collabora anch’essa a
dimostrare la semplificazione della realtà, e quindi la
sua falsificazione, operata dal neorealismo.
NUOVE ESPERIENZE LETTERARIE
La
letteratura
di
un’impostazione
neorealista:
Vasco Pratolini: Metello
La letteratura di tono fantastico:
Italo Calvino: I nostri antenati
Elsa Morante: L’isola di Arturo
Tommaso Landolfi: Cancroregina
La letteratura di tono basso ed elegiaco:
Giorgio Bassani: Il giardino dei Finzi-Contini
Carlo Cassola: La ragazza di Bube
NUOVE ESPERIENZE LETTERARIE
Il „gattopardismo” del romanzo di Giuseppe
Tomasi di Lampedusa Il gattopardo
Il nuovo e più consapevole realismo di
Leonardo Sciascia: Il giorno della civetta
Pier Paolo Pasolini: Ragazzi di vita
LA LETTERATURA DI MASSA
L’organizzazione
industriale
della
cultura
comincia a diventare realtà anche in Italia:
la pubblicazione di un romanzo diviene via via
sempre di più dipendente dagli interessi di
mercato ,
il numero di lettori aumenta sensibilmente,
il sistema interdipendente dei mass media :
pubblicità, stampa, trasformazione di un romanzo
in film, comincia a far sentire la sua presenza.
Con la fine degli anni cinquanta inizia l’epoca
dei „successi editoriali”: prima Il Gattopardo, poi La
ragazza di Bube e Il giardino dei Finzi-Contini.
IL DIBATTITO SU INDUSTRIA E LETTERATURA
Dalle colonne della rivista „Il Menabò” Elio
Vittorini apre il dibattito su Industria e Letteratura
(1961) denunciando il ritardo della letteratura
italiana rispetto all’evoluzione della società, ormai
avviata verso profonde trasformazioni di tipo
industriale.
IL DIBATTITO SU INDUSTRIA E
LETTERATURA
Secondo Vittorini la letteratura ne deve
prendere atto e rinnovarsi:
nel linguaggio, deve liberarsi dalla retorica,
aprirsi alla sperimentazione e arricchirsi di
lessico scientifico e tecnologico;
nei contenuti , uscendo dal tipico ambiente
preindustriale
della
narrativa
italiana
e
indagando sulle nuove figure sociali del mondo
industriale.
IL DIBATTITO SU INDUSTRIA E LETTERATURA
Sintomatica, in questi anni, la produzione di
„romanzi di fabbrica” che affrontano le tematiche
della società industriale:
Ottiero Ottieri: Donnarumma all’assalto
Paolo Volponi: Memoriale
Goffredo Parise: Il padrone
LA NEO-AVANGUARDIA
Il dibattito sullo sperimentalismo , alimentato
soprattutto dai giovani scrittori, dà infine vita a un
movimento vero e proprio di neo-avanguardia.
La sua storia comincia con la pubblicazione
dell’antologia poetica I Nuovissimi che raccoglie
poesie di Alfredo Giuliani, Elio Pagliarani, Edoardo
Sanguineti, Nanni Balestrini, Antonio Porta e scritti
degli stessi autori, diventando il primo atto
pubblico di scrittori e critici che si erano da cinque
anni riuniti intorno alla rivista „Il Verri”. Il
movimento si costituisce in „Gruppo ‘63” al
convegno tenutosi a Palermo nel 1963 in cui si
dibatterono i testi e le ragioni teoriche del
movimento.
LA NEO-AVANGUARDIA
Di questo gruppo , molto poco omogeneo e
unito più che altro da una polemica contro la
letteratura-merce richiesta dalla società dei
consumi e dalla negazione della tradizione
letteraria degli anni ‘50, facevano parte scrittori,
poeti, filosofi, accomunati dal gusto per la ricerca
di nuove forme espressive. Tra loro ricordiamo:
Edoardo Sanguineti, Umberto Eco, Angelo e Guido
Guglielmi, Nanni Balestrini, Renato Barilli, Antonio
Porta, Enrico Filippini, Elio Pagliarani, Giorgio
Manganelli , Luciano Anceschi.
LA NEO-AVANGUARDIA
Le tesi del „Gruppo ‘63” sostengono che :
unica arte è quella d’avanguardia,
compito dell’arte, in un mondo ridotto a merce
e in assenza di ideologie capaci di interpretarlo, è
riprodurle l’oggettività neutrale delle cose,
smascherandone così la mercificazione,
il linguaggio è l’unico mezzo per riprodurre il
caos della realtà, ed esso stesso deve essere
caotico per „comunicare la negazione” della
comunicazione normale.
LA POLEMICA CON IL GRUPPO ’63
La posizione di Italo Calvino è tra le più
significative. Dalle pagine de „Il Menabò” in
polemica con le tesi del „Gruppo ‘63” egli
sostiene che l’arte non può naufragare „nel mare
dell’oggettività” , nel Caos dell’esistente, bensì
proporre una lucida operazione razionale che sfidi
il „labirinto” ed introduca il Logos nel Caos.
Bibliografia:
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Courir V.: Autori e correnti. Questionario di letteratura italiana.
Edizioni Remo Sandron, Firenze 1993.