IL LINGUAGGIO POLITICO
All'inizio bisogna fare una distinzione preilminare. La lingua della politica, in quanto varietà usata dagli studiosi delle scienze politiche, è una lingua settoriale tecnico-scientifica, con la sua nomenclatura, un certo grado di formalizzazione, una netta preferenza per l'univocità, ecc.
Invece l'insieme delle scelte linguistiche effettuate dai politici e dai giornalisti quando parlano di politica - è una lingua priva di un lessico specialistico, ma ricca di ambiguità, di reticenze, di polisemie.
All'interno di questa lingua settoriale si può ancora fare una distinzione più sottile, fra la lingua dei politici e la prosa usata dai giornalisti nei loro resoconti, ma qua ci focalizziamo sulle caratteristiche più evidenti della lingua dei politici, che si possono distribuire su 4 livelli.
Lo stile comunicativo:
Messaggio politico ha 2 caratteristiche: la PLURIFUNZIONALITÀ e la PLURILEGGIBILITÀ.
Secondo Maurizio Dardano ogni parola dal linguaggio politico ha 3 funzioni:
DESIGNARE
VALUTARE (ciò che si è designato)
PRESCRIVERE (un comportamento)
La vera funzione dei testi elaborati dai politici rimane oscura per chi è estraneo al settore - il politico parla poche volte per informare, molto più spesso per nascondere, o per alludere, o per lanciare "avvertimenti", per provocare, per saggiare le reazioni dell'avversario
Caratteri retorici e testuali:
Il discorso politico ha uno svolgimento polemico, è ricco di ripetizioni e di riprese anaforiche e cataforiche. Il tutto serve per offrire all'ascoltatore-elettore un messaggio coeso e ben organizzato, perciò attraente.
Uso eccezionalmente ampio di FIGURE RETORICHE - l'uso legato all'oscurità e all'esigenza di catturare l'attenzione del lettore e del ascoltatore con immagini nuove
perifrasi
traslsti (fuga di voti, crisi al buio)
paradossi
ossimori
iterazioni
amplificazioni
attenuazioni (non io critico, ma vorrei formulare alcune considerazioni circa)
reticenze
litoti
eufemismi (manodopera disponibile, esuberi disoccupati)
metafore
metonimia
Il lessico:
Parole che risalgono all'Ottocento e rispecchiano le categorie di analisi politica utilizzate nelle dottrine e nei movimenti post-rivoluzionari: BORGHESIA, CAPITALISMO, DEMOCRAZIA,COSTITUZIONE, LOTTA DI CLASSE, MAGGIORANZA, ESTREMISMO, SOVRANITÀ,TOTALITARIO.
Parole dell'epoca contemporanea, assunte con tre procedimenti:
Parole della lingua comune utilizzato con significato politico in contesti particolari: convergenza, asse, arco
Parole provenienti da altre lingue settoriali (economia, diritto, sociologia, sport, burocrazia) - DIAGNOSI, TERAPIA, SORPASSO, GESTIONE, CARTELLO, TREND.
Neo-formazioni occasionali legate all'attualità
La presenza di numerosi latinismi e di alcuni anglismi (MEMORANDUM, REFERENDUM, PACCHETTO, BUDGET).
La morfologia:
PREFISSI E PREFISSOIDI: -anti, super, contro, pre, post, neo...vengono usati tutti i prefissi più frequenti della lingua italiana
SUFFISI E SUFFISSOIDI: -ista, ismo, ano, ino...sono frequenti i suffissi che indicano appartenenza a un movimento, a una corrente, a un gruppo (leghista).
Spesso i suffissi hanno un preciso contenuto semantico, in quanto arricchendo la radice di una forte connotazione-positiva onegativa.