unita didattica turpiloquio


Unità didattica: Turpiloquio [unità tratta da A. De Giuli, C. Guastalla, C.M. Naddeo Magari. Corso di lingua e cultura italiana di livello intermedio e avanzato, Alma Edizioni 2008]

Elementi interculturali:

Espressione della rabbia in italiano e in polacco

Elementi comunicativi:

Generi testuali:

Elementi lessicali:

Parolacce, insulti, bestemmie.

Elementi grammaticali

Attività 1.

Trova tra le espressioni della lista, quella che non corrisponde alla definizione qui sotto.

Guarda lo spezzone del film Il trucido e lo sbirro e cerca di riconoscere espressioni volgari.

Rivedi il filmato e rispondi alle domande consultandoti con un compagno.

Attività 2

Dividetevi in due gruppi, A e B. Ogni studente del gruppo A legge il testo A e sceglie le affermazioni giuste. Lo stesso fa ogni studente del gruppo B con il testo B.

Senza guardare il testo, confrontati con uno studente del tuo gruppo e di' cosa hai capito. Poi rileggi il testo.

Lavora con uno studente dell'altro gruppo, chiudi il libro e raccontagli di cosa parla il tuo testo.

Leggi il testo dell'altro gruppo. Poi torna a parlare con il compagno di prima.

Cosa pensi delle due sentenze? Discutine in gruppo con alcuni compagni.

Attività 3

a. Senza guardare i due testi, collega ogni verbo di sinistra alle parole di destra e ricostruisci le espressioni. Poi scrivile nella terza colonna.

b. Nelle frasi qui sotto, estratte dai due testi, le espressioni che hai ricostruito sono state sostituite con delle espressioni di significato opposto. Correggi le fresi sostituendo le espressioni cambiate con quelle giuste, poi consultati con un compagno.

c. Qui sotto hai una lista di alcuni verbi (all'infinito) usati nei due testi dell'attività 2. In 4 verbi il significato è stato scambiato. Trovali e rimettili al posto giusto.

d. Lavorate in gruppi di 3: un giudice, un accusatore e un imputato. Scegliete una delle storie raccontate nei due articoli e preparatevi a rappresentare il processo. Poi recitate la scena davanti alla classe.

Attività 4

a. Osserva i verbi evidenziati nelle frasi tratte dai due testi: sono tutti infiniti preceduti da una congiunzione o da una preposizione. Poi completa il riquadro “Alcuni usi dell'infinito”.

b. Osserva le forme implicite tratte dai due testi. Completa la tabella qui soto e poi il riquadro “Infinito, participio passato e gerundio” .

Attività 5

Ascolta la prima parte del dialogo e cerca di capire dove sono i due e che rapporto c'è tra loro. Poi, insieme a un compagno, prova a rispondere alla domanda che sentirai alla fine del brano.

Riascolta il dialogo e scrivi per ogni verbo pronominale l'esatta espresione pronunciata dai due, come nell'esempio.

Attività 6

Coniuga i verbi, decidendo ogni volta se usare la forma implicita o esplicita.

Attività 1a. Trova tra le espressioni della lista, quella che non corrisponde alla definizione qui sotto.

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ingiuria - finezza - epiteto - insulto - espressione scurrile - volgarità - parolaccia

Attività 1b. Guarda lo spezzone del film Il trucido e lo sbirro e cerca di riconoscere espressioni volgari.

http://it.youtube.com/watch?v=9ZV9xCrpqcs

Attività 1c. Rivedi il filmato e rispondi alle domande consultandoti con un compagno.

  1. Chi sono i personaggi?

  2. Perché vengono usate espressioni volgari?

Attività 2. Dividetevi in due gruppi, A e B. Ogni studente del gruppo A legge il testo A e sceglie le affermazioni giuste. Lo stesso fa ogni studente del gruppo B con il testo B.

TESTO A

Lo ha stabilito la Cassazione

Dare del «rompic.» si può / non si può


ROMA - Dare del «rompic...» a chi è troppo insistente si può / non si può. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con una sentenza che farà discutere. Per quanto denoti «disprezzo per l'interlocutore», l'espressione può / non può essere utilizzata senza incorrere in guai giudiziari se usata per difendersi dagli insistenti offensivi.

Il via libera arriva dalla Corte di Cassazione che ha annullato la condanna per il reato di ingiuria inflitta ad S.S., un 57enne imprenditore marchigiano che per diverso tempo aveva ricevuto telefonate dalla persona che aveva tamponato che «pretendeva con toni concitati un risarcimento danni subiti dalla sua motocicletta».

S.S., stanco delle continue pressioni e delle insistenze di R.T. che lo aveva pure «minacciato di denunciare il fatto alla stampa», per tutta risposta gli aveva dato del 'rompic.'

Denunciato, S.S. era stato condannato per ingiuria dal giudice di Pace di Montegiorgio, nel luglio del 2003, ed era stato pure condannato a rifondere i danni ad R.T. per la sofferenza patita in seguito all'espressione.

Avendo S.S. fatto ricorso, il caso è passato all'esame della Corte di Cassazione, che adesso (sentenza 33643) con un colpo di scena ha annullato la condanna ad S.S., sostenendo che le insistenze del motociclista, come pure la «minaccia di denunciare il fatto» alla stampa rappresentano «circostanze che possono ben determinare uno stato d'ira con la conseguente punibilità / non punibilità della immediata reazione dell'imputato». E così R.T., che credeva di aver avuto la meglio, si è visto alla fine dare torto. Insomma, gli insistenti sono avvertiti.

E pensare che un'espressione del genere, fino a qualche decennio fa, sarebbe / non sarebbe stata considerata altamente offensiva e certamente suscettibile di condanna da parte di un tribunale

16 settembre 2005

.



http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/09_Settembre/16/rompic.shtml

Senza guardare il testo, confrontati con uno studente del tuo gruppo e di' cosa hai capito. Poi rileggi il testo.

Lavora con uno studente dell'altro gruppo, chiudi il libro e raccontagli di cosa parla il tuo testo.

Leggi il testo dell'altro gruppo. Poi torna a parlare con il compagno di prima.

Cosa pensi delle due sentenze? Discutine in gruppo con alcuni compagni.

TESTO B

Condannato un carabiniere che si era rivolto così a un immigrato
Per i giudici non conta lo spirito con cui viene detto, ma ciò che significa
Dire "str..." è / non è sempre offensivo
lo ha deciso la Cassazione


ROMA - Il linguaggio comune si è aperto a espressioni sempre più colorite e un tempo ritenute scurrili, ma la parola "str..." resta una vera e propria "ingiuria" e rivolgerla a qualcuno può / non può costare caro. A fissare questo paletto è la Corte di Cassazione che ha condannato al pagamento di una multa un maresciallo dei carabinieri colpevole di averla usata con disinvoltura nei confronti di un immigrato che, essendo stato sorpreso alla guida di un'automobile malgrado la sospensione della patente, aveva discusso con il pubblico ufficiale, protestando vivacemente.

Il sottufficiale era stato assolto sia in primo che in secondo grado dall'accusa di ingiuria, ma la Cassazione ha ribaltato il verdetto. La Corte d'appello di Ancona in una sentenza del 2004 aveva sancito che verso chi usa la parola "str..." bisogna / non bisogna avere una certa tolleranza in quanto il suo intento offensivo è dubbio. Il maresciallo, secondo i giudici, avrebbe più verosimilmente utilizzato l'espressione "per indurre l'interlocutore a desistere da contestazioni considerate canzonatorie".

L'immigrato, Habib H., aveva però presentato ricorso in Cassazione, facendo notare come l'espressione "str..." fosse / non fosse da considerare altamente offensiva. "I giudici di appello - si legge nelle motivazioni redatte dalla quinta sezione della Suprema corte - riconoscono l'offensività di quell'epiteto reiteratamente proferito dall'imputato nei confronti del suo interlocutore, ma dubitano che fosse inteso effettivamente all'offesa, anche in considerazione dell'uso ormai abituale di espressioni simili nel contesto di accese discussioni".

Una tolleranza che al Palazzaccio hanno ritenuto di non dover avallare, sottolineano come "in tema di delitti contro l'onore non è richiesta la presenza di un animus iniuriandi vel diffamandi" [ovvero di un'intenzione ingiuriosa], ma è sufficiente che chi utilizza l'espressione "str..." "consapevolmente faccia uso di parole ed espressioni socialmente interpretabili come offensive, cioè adoperate in base al significato che esse vengono oggettivamente ad assumere, senza un diretto riferimento alle intenzioni dell'agente".

In definitiva, per la Cassazione importa / non importa "quali fossero le intenzioni" del sottufficiale, l'epiteto "str.."., va bandito dal linguaggio corrente, punto e basta. Difficile dargli torto, almeno a sfogliare il dizionario della lingua italiana Zanichelli dove alla voce "str..." si legge: "escremento solido di forma cilindrica".

(12 aprile 2005)


Senza guardare il testo, confrontati con uno studente del tuo gruppo e di' cosa hai capito. Poi rileggi il testo.

Lavora con uno studente dell'altro gruppo, chiudi il libro e raccontagli di cosa parla il tuo testo.

Leggi il testo dell'altro gruppo. Poi torna a parlare con il compagno di prima.

Cosa pensi delle due sentenze? Discutine in gruppo con alcuni compagni.

http://www.repubblica.it/2005/d/sezioni/cronaca/cassastro/cassastro/cassastro.html?ref=search

Analisi lessicale

Attività 3a.

Senza guardare i due testi, collega ogni verbo di sinistra alle parole di destra e ricostruisci le espressioni. Poi scrivile nella terza colonna.

verbo

parole

espressione

dare

caro

avere

colpevole

ritenere

la meglio

costare

il verdetto

ribaltare

torto

Attività 3b. Nelle frasi qui sotto, estratte dai due testi, le espressioni che hai ricostruito sono state sostituite con delle espressioni di significato opposto. Correggi le fresi sostituendo le espressioni cambiate con quelle giuste, poi consultati con un compagno.

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Attività 3c. Qui sotto hai una lista di alcuni verbi (all'infinito) usati nei due testi dell'attività 2. In 4 verbi il significato è stato scambiato. Trovali e rimettili al posto giusto.

testo

riga

verbo

significati

A

incorrere

andare a finire, venire a trovarsi (in una situazione spiacevole e spesso imprevista)

A

infliggere

imporre (una pena, un castigo, una sofferenza)

A

tamponare

abolire, eliminare, allontanare

A

minacciare

avvertire (qualcuno di fare qualcosa di negativo), spaventare

A

denunciare

accusare, portare a conoscenza dell'autorità giudiziaria

A e B

condannare

dichiarare innocente un imputato, liberare da un'accusa

A

risarcire

rimborsare, riparare un danno materiale mediante il pagamento di una somma di denaro

A

fare ricorso

chiedere un nuovo giudizio, chiedere il riesame di un caso giudiziario

B

assolvere

dichiarare qualcuno colpevole, punire

B

desistere

cessare rinunciare

B

proferire

articolare, pronunciare in modo chiaro

B

dubitare

non ritenere possibile, non credere

B

avallare

appoggiare, sostenere, confermare, approvare

B

bandire

urtare, sbattere contro un veicolo

Attività 3d. Lavorate in gruppi di 3: un giudice, un accusatore e un imputato. Scegliete una delle storie raccontate nei due articoli e preparatevi a rappresentare il processo. Poi recitate la scena davanti alla classe.

Analisi grammaticale

Attività 4a. 0x08 graphic
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Osserva i verbi evidenziati nelle frasi tratte dai due testi: sono tutti infiniti preceduti da una congiunzione o da una preposizione. Poi completa il riquadro “Alcuni usi dell'infinito”.

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Il cinema italiano e la parolaccia

Il cinema italiano ha sempre usato una certa spontaneità e immediatezza dialettale per caratterizzare socialmente, culturalmente e linguisticamente i suoi personaggi. Genere celebre a questo proposito è la commedia all'italiana con Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, solo per citarne gli interpreti più famosi.

Verso la fine degli anni '70 si è sviluppato un genere “di serie B”, in cui il dialetto ha lasciato spazio alla parolaccia ed alla volgarità. Esempi di quegli anni sono le commedie sexy, caratterizzate da uno stile erotico-boccaccesco (con il pugliese Lino Banfi) e i gialli all'italiana interpretati (strano, ma vero!) dall'attore cubano Tomas Milian nei panni di “er monnezza”, romano, volgare, sboccato protagonista di una serie di grande successo.

Negli ultimi anni si sono affermate pellicole commerciali (come quelle dei fratelli Vanzina) in cui gli italiani vengono rappresentati sulla base di scontati luoghi comuni e volgari trovate comiche.

Occhio malocchio (nuovi vicini di casa) http://it.youtube.com/watch?v=EJH9dBNQu5g

Diego Abbatantuono Il cervo di montagna (milanese0 http://it.youtube.com/watch?v=Qol2v2CCpxs&feature=related

Diego Abbatantuono http://www.youtube.com/watch?v=zLj_DZTUfts&NR=1

Diego Abbatantuono moglie strega, suocera stronza Eccezzziunale... veramente (1982): http://www.youtube.com/watch?v=5N808Ov0Yq8&NR=1

http://www.rai.tv/mpplaypodcast/0,,RaiTre-Chetempochefa%5E8%5E162540,00.html (Litizzeto: complimenti a Berlusconi)

Attività 4b. Osserva le forme implicite tratte dai due testi. Completa la tabella qui sotto e poi il riquadro “Infinito, participio passato e gerundio” .

Testo

Forma implicita

Modo e tempo

soggetto della forma implicita

Il soggetto è uguale a quello della principale?

(SÌ/NO)

L'azione espressa dal verbo è anteriore, contemporanea o posteriore rispetto a quella della principale?

Il participio / Il gerundio ha una funzione causale, temporale, modale o concessiva?

denotando

aver esaminato

stancatosi

denunciare

Denunciato

risarcire

Avendo fatto

sostenendo

aver avuto

averla usata

essendo stato sorpreso

protestando

indurre

Trascorsi

facendo

dover

sottolineando

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Ascoltare

Attività 5a. Ascolta la prima parte del dialogo e cerca di capire dove sono i due e che rapporto c'è tra loro. Poi, insieme a un compagno, prova a rispondere alla domanda che sentirai alla fine del brano.

Ora ascolta tutto il dialogo e cerca di capire quali opinioni hanno i due: in cosa sono d'accordo e in cosa no?

E tu? Con chi dei due sei più d'accordo? Perché?

Osserva queste due battute tratte dal dialogo.

Lei: - Non ce la faccio più.

Lui: - Con chi ce l'hai oggi?

Attività 5b. Riascolta il dialogo e scrivi per ogni verbo pronominale l'esatta espresione pronunciata dai due, come nell'esempio.

1. (Non) farcela (più):

Non ce la faccio più.

2. avercela:

con chi ce l'hai oggi

3. dirne (di tutti i colori):

ha cominciato a dirne di tutti i colori

4. andarsene:

adesso se ne puo' andare

5. entrarci:

che c'entra

6. prendersela:

te la prendi cosi tanto

7. passarci (sopra):

non ci posso passare sopra

8. sentirsela:

non me la sento

9. uscirsene:

se ne esce

10. buttarla (sul tragico):

perche' stai a buttarla sul tragico

11. legarsela (al dito):

me la sono legata al dito

12. farla finita:

falla finita

Attività 5c. Trova, per ogni verbo pronominale del punto precedente, il significato giusto, come nell'esempio. Poi confrontati con un compagno e, se necessario, riascolta il dialogo.

4

andare via, uscire

8

avere la forza, il coraggio di affrontare una situazione difficile

5

avere relazione con qualcuno o con qualcosa

3

criticare duramente qualcuno o qualcosa

11

non dimenticare un'offesa subita, in attesa che arrivi il momento di vendicarsi

9

dire qualcosa in modo imprevisto o inopportuno

2

essere offesi, arrabbiati (con qualcuno)

10

drammatizzare

7

non dare importanza a qualcosa

6

offendersi, arrabbiarsi

1

non riuscire a sopportare qualcosa

12

smettere, interrompere di fare o dire qualcosa

Attività 5d. Scegli la regola giusta. Poi scrivi una frase di esempio che corrisponda alla regola.

Nella coniugazione di un verbo pronominale:

Esempio: ___________________________________________________________________

NOTE SUL TURPILOQUIO

Considerazioni sull'uso delle "parolacce" in italiano; da Lingue Italiane, di Giulia Grassi e Roberto Tartaglione, CI.ELLE.I Edizioni, Firenze 1985

http://www.scudit.net/mdcelen_turp.htm

125 MILIONI
DI CAZZATE

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 Il titolo di una trasmissione televisiva ha scatenato una grande polemica sull'uso delle "parolacce" in italiano Links: Le reazioni dei politici; Note sul turpiloquio; Il padre de li Santi; Scandali del passato (a cura di Giulia Grassi)

http://www.scudit.net/mdcelentano.htm

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/08_Agosto/03/cassazione_mi_fai_schifo.shtml

Attività 6. Coniuga i verbi, decidendo ogni volta se usare la forma implicita o esplicita.

Cassazione: dire «mi fai schifo» è reato

I giudici hanno condannato al risarcimento danni un uomo che era stato assolto dal Tribunale d'appello di Monza.


ROMA - Se vi arrabbiate molto con qualcuno, d'ora in poi, trattenetevi dal dirgli «mi fai schifo». Potrebbe costarvi il risarcimento danni per reato di ingiuria. Lo (decidere) __________ (con la sentenza numero 31451) i giudici dela V Sezione penale della Cassazione, (annullare)__________ con rinvio la sentenza del Tribunale d'appello di Monza che aveva assolto ("perchè il fatto non sussiste") un uomo, Giordano D., accusato di (offendere)__________ con questa frase una donna.

«SENTENZA D'APPELLO INCONGRUENTE» - Il giudice di merito aveva ritenuto che la valenza offensiva della frase era venuta meno perchè l'uomo (usare)__________ «la particella pronominale "mi" in luogo della mera espressione "fai schifo", avrebbe manifestato un'opinione soggettiva» anziché un'offesa.

I supremi giudici (ritenere)__________ questa considerazione una «incongruenza logica palese perché ogni espressione ingiuriosa (recare)__________ in sé un riflesso congetturale.

D'altro canto, se (essere)________ plausibile la valutazione del giudice di merito sarebbe sufficiente anteporre a qualsiasi espressione ingiuriosa, anche la più graffiante o spregevole, la particella pronominale "mi" per rendere la condotta illecita esente da sanzione penale».

Ma questa é solo l'ultima delle decisioni che sono uscite dai palazzi di giustizia in questi ultimi giorni in materia di ingiurie. Infatti, dopo (sentenziare)__________ che le espressioni “vaffa...” o “rompic...” si (potere)__________ usare senza rischiare problemi giudiziari, recentemente i giudici hanno anche stabilito che l'espressione “str...” invece è da (considerare)__________ estrememente offensiva, e che offendere la Madonna non è reato in quanto non è una divinità.

È ovvio che, nonostante le rafinatissime argomentazioni semanico-grammaticali dei giudici, qualcosa non (funzionare)__________, e che in questo modo si espone ulteriormente la giustizia al ridicolo. Da queste sentenze viene confermata infatti la totale incertezza del diritto in materia di libertà di espressione, di fronte alla quale il cittadino è costretto ad indovinare se ciò che (dire)__________ è o meno un crimine. Ma la causa di questa situazione non è certo la mancanza di coerenza da parte dei magistrati; (essere)__________ piuttosto delle leggi che essi sono chiamati ad applicare. (Elaborare)_________ oltre 70 anni fa in pieno regime fascista (il cosiddetto Codice Rocco), le leggi contro i reati di ingiuria, di oltraggio alle istituzioni o alla religione di Stato sono oggi ancora in vigore, (finire)__________ col produrre quei mostri giuridici di cui quasi ogni giorno ci danno notizia i giornali con inevitabile sarcasmo.

da News 24 04 agosto 2007


Parola o espressione offensiva rivolta contro qualcuno o qualcosa.

Denunciato, S.S. era stato giudicato innocente

… la parola `str…” resta una vera e propria `ingiuria” e rivolgerla a qualcuno può avere scarse conseguenze.

E così R.T., che credeva di aver avuto la peggio, si è visto alla fine dare ragione.

Il carabiniere era stato assolto sia in primo che in secondo grado dall'accusa di ingiuria, ma la Cassazione ha confermato la sentenza.

  1. (testo A) E pensare che un'espressione del genere, fino a qualche decennio fa, sarebbe stata considerata altamente offensiva…

  2. (testo B) A stabilirlo è la Corte di Cassazione...

  3. (testo B) Habib H., aveva però presentato ricorso in Cassazione, facendo notare come l'espressione “str...” fosse da considerare altamente offensiva.

  4. (testo B) Difficile dargli torto, almeno a sfogliare il dizionario della lingua italiana...

Alcuni usi dell'infinito

L'infinito preceduto dalla preposizione _____da_____ può sostituire frasi passive con valore di „dovere”. (Esempio n. __3___)

L'infinito preceduto dalla congiunzione ___e_______ si può usare per esprimere incredulità e sorpresa. (Esempio n. _1___)

L'infinito preceduto dalla preposizione _____a_____ si può usare come prima parte di un discorso ipotetico (“se”), con forte significato modale e limitativo. (Esempio n. _4____)

L'infinito preceduto dalla preposizione _____a_ ____ può essere la prima parte di una frase scissa(l'ordine degli elementi viene cambiato)costruita con la forma implicita. (Esempio n. _2__)

Infinito, participio passato e gerundio

Infinito

In genere si usa l'infinito nella frase secondaria quando il soggetto è uguale a / diverso da quello della principale.

Di solito l'infinito presente / passato nella frase secondaria esprime un'azione contemporanea o poseriore rispetto a quella della frase principale e l'infinito presente / passato un'azione anteriore.

Participio passato

Il participio passato può avere funzione causale, temporale, concessiva, relativa.

In genere il participio passato nella frase secondaria esprime un'azione anteriore / posteriore rispetto a quella della frase principale.

Normlmente la principale e la secondaria devono / non devono avere lo stesso soggetto. Nelle frasi con valore temporale o causale ci possono essere soggetti diversi, ma in questo caso il soggetto della secondaria deve essere espresso subito dopo il participio passato.

Gerundio

Le funzioni del gerundio sono numerosissime. Tra queste sono molto frequenti la funzione causale, temporale, concessiva, modale e ipotetica.

In genere il gerundio semplice nella frase secondaria esprime un'azione anteriore / contemporanea rispetto a quella della frase principale e il gerundio composto un'azione anteriore / posteriore.

Generalmente il soggetto del gerundio nella frase secondaria è uguale a quello della frase principale. Esistono però frasi costruite con il cosiddetto “gerundio assoluto”, un gerundio indipendente dal soggetto della frase principale, con un soggetto autonomo, che per questo va indicato chiaramente.



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