3-10 II lavoro nuovo DISCORSO DIRETTO E INDIRETTO, język włoski


II lavoro nuovo -10- DISCORSO DIRETTO E INDIRETTO

Elisa: Allora, come è andata? Ti assumeranno a quel posto? Franco: Non so ancora. Il direttore di quella ditta è stato molto gentile con me ma.... Elisa: Che cosa ti ha chiesto? Franco: Sai, prima ha domandato, se avevo già lavorato in questo settore e se ero esperto a usare il computer. Elisa: Cosa gli hai risposto? Franco: Ho detto che avevo fatto tre anni di tirocinio presso la Oliveto e che cercavo di cambiare ditta per ragioni finanziarie. Ho anche aggiunto che sarei stato disposto a fare l'orario continuo. Elisa: Hai fatto bene. Ti ricordi mio padre che diceva sempre: "Chi è in cerca di lavoro deve dar l'impressione di essere pronto a tutto". Franco: Se ricordo bene anche tu dicevi spesso che avresti avuto voglia di cambiare lavoro. Elisa: Infatti, sono anni che ci penso, ma ormai mi sono abituata e poi con i tempi che corrono..., licenziamenti e disoccupazione in aumento, conviene forse aspettare. Franco: E la proposta di Giulió, qu­ello che dirige una grande azienda alimentare? Se non sbaglio una volta disse che se tu un giorno avessi rinun­ciato al lavoro che facevi, ti avrebbe accolta a braccia aperte nella sua impresa. Elisa: Devi sapere che ho parlato con lui un paio di mesi fa, ma mi ero accorta subito che erano soltanto promesse fat­te a vuoto. Franco: Allora se pensi che sia meg­lio cos, aspetta. Ma ricorda solo che "chi troppo vuole, nulla stringe".


discorso diretto e indiretto

Dopo un verbo di dichiarazione, affermazione, promessa e simili, espresso al passato, si hanno i seguenti mutamenti di tempo e talvolta di modo, nella trasposizione dal discorso diretto al discorso indiretto:

presente "Non posso farci nulla". passato prossimo"Ho fatto il necessarìo." passato remoto

"Non fui io il responsabile." futuro semplice "Verremo appena possibile." futuro semplice

Ti chiamerò domani:'' condizionale semplice "Non farei mai una cosa del genere."

imperativo "Aspetta e aiutami."` imperfetto Lui disse che non poteva farci nulla.

trapassato prossimo Dichiarò che aveva fatto il neces­sario. Grido che non era stato luí il respon­sabile.

condizionale ' composto Dissero che sarebbero venuti appena possibile.

futuro sempIice Stamattina mi ha promesso che mì' chiamerà domani.

condizionale composto Confessò che-non avrebbe fatto mai una cosa del genere.

congiuntivo imperfetto o infinito Lei implorò che io aspettassi e 'la aiutassi. Lei implorò di aspettare e di aiutarla.

Nel passaggio dal discorso diretto all'indiretto si possono avere mutamenti nelle persone dei pronomi personali, negli aggettivi possessivi e dimostrativi, negli avverbi o locuzioni avverbiali di tempo, ecc. Eccone alcuni esempi:

Mi disse: "Resta qui." Mi disse di restare lì.

Mi disse: "Mio fratello studia. Mi disse che suo fratello studiava a Roma." a Roma.

Mi disse: .,Verrò da te fra poco." Mi disse che sarebbe venuto da me poco dopo. Il verbo venire viene sostituito con il verbo andare:

Mi disse: Vieni con me." Mi disse di andare con lui.

Trasformare i seguenti discorsi diretti in discorsi indiretti: 1. Mi ha detto: "Ne ho fin sopra i capelli di questa storia."

2. Elisa ha detto: "Mi piacerebbe cambiare la casa ma non ho soldi a sufficienza."

3. Disse: "Ieri sera sono andato a trovare i miei parenti di Verona." 4. Mi ha chiesto: "Conosci una scorciatoia per arrivare alla stazione?"

5. Ho detto alla signora: "Non faccia complimenti, si senta come se fosse a casa sua."

6. Gli fece: "Mi meraviglio che tu non sia in grado di capire."

7. Gabriele ha risposto a Luciano: "Mi convincerò soltanto quando l'avrò visto di persona."

8. Gianni ha detto: "Ho perso l'occasione di parlarle perché sono arrivato in ritardo."

9. Gli ordinò: "Va' via e non metterci più piede!"

10. Dissero: "Vorremmo discutere un po' prima di riprendere il cammino." é

Trasformare i seguenti discorsi diretti in quelli indiretti:

1. Gli dissi: "Viaggiando così tanto dovresti conoscere tante lingue straniere." 2. La nonna disse: "Se fossi più giovane, mi innamorerei di quest'uomo."

3. Lei gli ordinò: "Vattene subito e non osare di ritornare mai più."

4. Elena ha detto: "Oggi, andando al centro, ho incontrato mio figlio con la fidanzata."

5. Ho detto a mio marito: "Sta' a sentire quello che ti dico e cerca di ricordartelo una volta per tutte."

6. Augusto disse a Monica: "Se verrai prima delle nove, non mi troverai ancora a casa."

7. Rita disse a suo padre: "Prestami la tua macchina o dammi un passaggio, perché sono in ritardo."

8. Gli chiesi: "Che cosa ti è passato per la testa?"

9. Gli dissi: "Non è che io te lo impedisca, ma ti raccomando di stare attento."

Passare dal discorso indiretto al discorso diretto:

1. Il direttore gli rispose che se loro avessero consegnato la merce in tempo, avrebbero pagato in contanti.

2. Lei gli disse che lui e lei non sarebbero mai stati felici insieme, perché non erano in grado di capirsi.

3. II direttore ha avvisato i suoi dipendenti che avrebbero potuto anche fare uno sciopero, tanto lui non avrebbe

mai cambiato le sue posizioni.


4. Disse che era molto felice perché era riuscito a sposare la donna che aveva sempre sognato.

5. lo dico sempre ai miei ospiti di sentirsi come se fossero a casa loro. 6. Socrate disse che ciò che sapeva era solo che non sapeva nulla. Trasformare in discorso indiretto:

I1 figlio del re e le donne.

Un re ebbe un figlio. Un giorno i più grandi dottori di palazzo visitarono il bambino e dissero: - Se non rimarrà al buio per dieci anni perderà la vista. Perciò il re tenne nascosto il figlio lontano dalla luce del sole per ben dieci lunghissimi anni. Passato questo tempo, gli mostrò il mondo, il cielo, il mare, l'oro e l'argento, le bestie e la gente. Tra le cose che gli fece vedere furono anche delle belle ragazze. Il giovane domando: - Chi sono? - E il re rispose: - Sono diavoli: - E allora quello subito disse: - Questi diavoli mi piacciono più di tutto quello che mi hai fatto vedere. (libera traduzione dal Novellino.)

Come il precedente:

Qualche giorno dopo il direttore mandò a chiamarla: "Qualcosa sta bollendo in pentola alla G.C.E." le disse. "Sarà meglio che tu vada a scoprire di che cosa si tratta." "Non mi lasceranno entrare" protestò lei. "S, invece hanno chiesto proprio di te." "Vuoi dire che desiderano avere un giornalista là dentro? E perché mai?" "Pare che abbiano un annuncio da fare. Sai, corre voce che stiano decidendo l'acquisto di una importante ditta albanese. Ho il sospetto che abbiano concluso l'affare e che vogliano renderlo pubblico." "Allora si tratta di una conferenza stampa?" "Credo di sì." "Hanno chiesto proprio la mia presenza?" "S, l'addetto alle pubbliche relazioni." "Manda qualcun altro." "Mando te" sbottò lui. "Senti, non so quali siano i tuoi problemi, ma quando ti viene affidato un incarico, vai e lo assolvi. Voglio l'articolo e voglio che sia fatto bene, perciò muoviti."

', Metti le adatte preposizioni:

1. La barchetta galleggiava . . . . . . . . . . . . fior . . . . . . . . . . . . acqua. 2. Questo mendicante vive ..... .. . .. .. elemosina. 3. Dopo una mezz'ora il treno si rimise . .. . . . . .. .. . moto. 4. Ha tutta l'aria . . . . . . . . . . . . voler parlare . . . . . . . . . . . . me. 5. Caligola era . . . . . . . . . . . , animo crudele. 6. Traducete . . . . . . . . . . . . latino . . . . . . . . . . . . passatempo. 7. Non fece . . . . . . . . . - . . tempo . . . . . . . . . . , . raggiungere l'autobus. 8. ............ quale fermata bisogna scendere ............ andare .. ........ .. Colosseo`? 9. Catone, . . . . . . . . . . . . vecchio, fu molto operoso. 10. . . . . . . . . . . . . che cosa si tratta . . . . . . . . . . . . questo capitolo?

Il fenomeno della mafia

La mafia è un fenomeno strettamente legato al sottosviluppo del meridione d'Italia. Con il termine mafia si definisce un'organizzazione criminosa che esercita la propria attività principalmente in Sicilia. All'origine del fenomeno mafioso si colloca l'atavica sfiducia dei siciliani nel potere costituito sia esso straniero (prima del 1860), sia esso centrale dopo l'unificazione d'Italia. La Sicilia ha infatti subito, nel corso dei secoli, l'oppressione di differenti domina­zioni straniere che hanno sfruttato l'isola dal punto di vista economico senza, nel contempo, dare ai siciliani esempi di buona amministrazione. Ad eccezione degli arabi che introdussero in Sicilia la coltura degli agrumi e sistemi di buon governo locale, la lunga dominazione borbonica fu caratterizzata da malversazioni, corruzione e difesa dei privilegi dei signori spagnoli trasferitisi in Sicilia. Contemporaneamente alla sfiducia nei confronti della oligarchia al potere si andò sviluppando un sistema di piccoli potentati locali legati alla proprietà terriera. Il grande proprietario terriero era anche il giudice che decideva dei litigi che avvenivano sulle proprie terre e che incaricava i suoi uomini di eseguire anche con la forza le sue decisioni. Questo sistema violento a sanguinario faceva del proprietario terriero e dei suoi uomini degli "uomini di rispetto" (che è ancora adesso la definizione delle persone legate alla mafia). Questa mafia essenzialmen­te rurale e legata alla terra aveva un suo codice d'onore. Era assolutamente vietato uccidere donne e bambini e le azioni mafiose erano dirette a uno scopo ben preciso ottenuto, il più delle volte, con il fucile classico dei mafiosi la "lupara" (arma che in origine serviva a sparare ai lupi). Durante il periodo della grande emigrazione in America (1900-1960) anche parti della mafia si trasferirono negli Stati Uniti divenendo l'organizzazione criminosa "Cosa nostra" il cui esponente più famoso fu il gangster italoamerica­no A1 Capone. Dopo la seconda guerra mondiale la mafia ha compiuto un salto di qualità. Da organizzazione criminale rurale si è trasformata in struttura urbana legata cioè ai fenomeni che si sviluppano nelle grandi città. Così, negli anni cinquanta e sessanta, la mafia ha controllato l'industria edilizia negli anni del "boom" della crescita delle grandi città siciliane. Nel frattempo ha dovuto scendere a patti con il potere politico locale e nazionale instaurando rapporti sotterranei di interessi reciproci. Dagli anni settanta ai giorni nostri la mafia ha sposato i suoi interessi nel commercio internazionale degli stupefacenti cambiando completamente anche il suo codice criminale. Non più bersagli precisi con azioni mirate ma largo uso di bombe terroristiche che fanno, il più delle volte, vittime innocenti (anche donne e bambini).

Negli ultimi anni lo stato italiano ha sferrato un attacco violento alla mafia con l'azione di coraggiosi magistrati (Falcone, Borsellino) che hanno pagato con la vita il loro impegno per ridare alla Sicilia un volto umano liberandola dalla piovra mafiosa.



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