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di uno Stato membro. Ero insofferente alla mancanza di un progetto elettorale comune a tutti e sei i paesi, alla mancanza di elezioni suppletive nei casi di vacanze. Ma una piu approfondita riflessione fugava dubbi e per-plessita. L’argomento a mio awiso premincnte ed intrascurabile e ąuello che oggi, in scno ai parlament! nazionali, in seno ai paesi membri e ancora necessaria una forte opera di propaganda europeistica, una intensa opera di media-zione tra esigenze nazionali ed esigenze europee.
Da qui la necessita del periodo transitorio che consente, eon i meccanismi previsti, di maggio-rare la elite di uomini politici al servizio della causa europea, senza perdere i contatti eon i parlamenti nazionali, senza perdere in seno ai parlamenti nazionali quel gruppo di uomini necessari alFopera di propaganda e di media-zione a favore dell'Europa.
Questo £ 1’argomento vero a favore del periodo transitorio. Dire. infatti, che esso consen-tira di utilizzare gli elementi ricavati dalie prime esperienze elettorali e irrilevante perche quegli elementi si sarebbero ricavati anche in assenza di questo periodo di transizione.
La mancanza di una legislazione elettorale comune ai sei paesi e anche essa — da un punto di vista scientifico — un difetto del progetto di convenzione. Ma dal punto di vista politico la soluzione prescelta di rinviare al diritto interno i orowedimenti di applieazione awicina senza dubbio di molto la data delle elezioni del primo parlamento europeo. Ecco perche il progetto ad una seconda Iettura appare elogiabile per la misura. la prudenza, il realismo dimostrato dai suoi autori.
Del restn a questo proposito vi e Fart. 9 del nro^etto che assicura come al traguardo di arrivo Funiformita della nrocpdura elettorale verra definitivamente acquistata. L’Assemblea eletla determinera le disposizioni che governe-ranno. dopo lo soirare del periodo transitorio. 1’elezione dei suoi membri. fermo il principio delFart. 1 sul suffragio universale e diretto.
Forsę sarebbe opportuno dare al testo del-Farticolo 9 un carattere piu reciso, imperativo, inderogabile.
Quello che bisogna peró assolutamente evi-tare e. infatti. il pericolo che il regime transitorio tenda per forza di inerzia a peroeruarsi. Soł*o auesto profilo allunghiamo oure la durata della fasę di transizione. prepariamo una gra-tfualita di tanpe, ma non concediamo nulla alla forza di inerzia, alla stasi.
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11 modo migliore per superare 1’inerzia, per vinccre la stasi, utilizzando aH’estremo i van-taggi pur derivanti dal mantenimento dello status quo, puó — a mio awiso — riscontrarsi in quella idea suggestiva contenuta nella rela-zione delFOnorevole Faure, idea di una strut-tura bicameralc che altre volte to avuto modo die proporre e sostenere e oggi di condividcrc.
Ci dice il relatore che alcuni membri del Gruppo di lavoro hanno ritenuto che il mantenimento di una parte delFAssemblea designata al suffragio indiretto avrebbe potuto costituire Fembrione di una Camera alta e conseguente-mente Fabbozzo di un sistema bicamerale. Ritengo che sia giunto il momento di studiare a fondo tale ipotesi di evoluzione della strut-tura del Parlamento europeo. lo vedo in tale suggestiva soluzione il superamento dei con-trasti di interesse e dei pericoli di inerzia che forsę si manifesteranno alla fine del periodo transitorio.
Onorevoli Colleghi, e inutile nascondersi che il sistema bicamerale trova proprio la sua utilita nel contemperamenlo di esigenze unitarie e di esigenze particolari. Mai come in uno Stato federale la Seconda Camera, la Camera delle Nazionalita, assolve ad una funzione fondamen-tale. Laddove negli Stati unitari il senso della Seconda Camera, & un senso di riflessione legi-slativa. di opportuno ripensamento nel lavoro legislativo e niente di piu: in uno Stato federale la Seconda Camera, espressione delle varie nazionalita e nello stesso tempo partecipe di funzioni e compiti unitari, e il vero pilastro del sistema.
Se 1’Europa deve farsi la sua struttura istitu-zionale, rappresentativa, ci deve portare. e non potrą non portarci. verso 1’allargamento dei noteri del suo parlamento e non potrą non con-durci verso un sistema parlamentare bicamerale. To ritengo opportuno che lo studio di tali probierni sia cominciato che dette questioni ven-gano poste sul tappeto proorio mentre si passa ad aoprovare questo progetto di Convenzione per l’elezione a suffragio universale diretto della nostra Assemblea. Serviremo la causa del-FEurooa se, prevedendo per domani un’Assem-blea interamente eletta dalie oopolazioni europee, prevederemo pure contemporaneamente una struttura bicamerale del futuro Parlamento europeo che associ, nel legislativo delFEuropa, i rappresentanti della varie nazioni europee.
Se ció faremo — ne sono certo — la struttura della nostra Europa avr& compiuto una nuova inconfondibile tappa verso la sua meta.
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