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zitutto spiegare ai colleghi deIl’Assemblea che non hanno seguito il lavoro che abbiamo svolto e non sanno come ci siamo comportati, il perche io ho assunto tale atteggiamento.

Io non ho bisogno naturalmente di dire che non sono ne un massimalista, ne un minimalista, che non SGno ne un buono, ne un cattivo europeo, dal momento che sono un europeo che credo nella Europa e l’ho dimostrato. Non ho bisogno pertanto di riconoscimenti o lasciapas-sare per ąuesto mondo, che paro chiuso, ai soli buoni europei.

I Trattati di Koma danno un compito preciso alla nostra Assemblea, ąuello di elaborare dei progetti per permettere 1’elezione a suffragio universale diretta, secondo una procedura uni-forme in tutti gli Stati membri.

Quindi il progetto deve contenere questi ele-menti: 1’elezione a suffragio universale diretto e prevedere una procedura uniforme.

Ora il progetto che ci viene presentato non contiene Telezione a suffragio universale, perche se ąuesto principio e affermato nell’arti-colo 1 poi e distrutto nelEarticolo 3 dove si dice che per il periodo transitorio — vedremo poi la geniale trovala di tale concetto — un terzo di rappresentanli e eletto o designato dai Par-lamer.ti nazionali tra i loro membri.

Non si tiene fede neppure alTaltro principio della procedura uniforme e qui non ho bisogno di ripetere quanto l’onorevole signora Probst ha detto sulla diversita dei regimi elettorali che domani dovranno essere usati per ottenere un’Assemblea europea.

Saranno i diversi sistemi elettorali che vi-vranno nei diversi Paesi. Alla domanda del-Tonoreyole Bohy che voleva sapere se 1’elettore di Sicilia avrebbe lo stesso peso e lo stesso po-tere politico di un elettore di Monaco di Baviera, credo di dover rispondere che ció non sara. In-fatti l’uno fara le elezioni eon il metodo tedesco (che e un metodo assai interessante nel quale sono fusi i due elementi della personalita e della proporzionalita) e 1’altro eon un altro metodo, che e ancor piu difficile a stabilirsi perche in Italia ne abbiamo due, uno per la Camera e 1’altro per il Senato (scelga lei ąuello che pre-ferisce, onorevole Bohy).

A me parę che nel progetto presentato man-chino ąuesti due elementi fondamentali, mentre vi e ąualcosa di piu, vale a dire che in alcuni punti siamo andati al di la del mandato affi-dato, perche abbiamo modificato i Trattati di Roma nel numero dei rappresentanti.

Ci si trova di fronte ad un progetto che ha una parte scadente perche non realizza ąuelli che dovranno essere gli scopi per i ąuali il mandato stesso era stato dato dalia nostra Assemblea, e che, dairaltra, va al di la del mandato e propone una modifica ai trattati, che non era suo compito farę.

Questo per ąuanto riguarda la sostanza. Ma vi sono altre deficienze di forma che non posso lasciare sotto silenzio. Ad esempio la modifica ai Trattati di Roma puó essere giustificata. Perche ó chiaro che facendo una campagna eletto-rale non si puó chiamare il popolo ad eleggere pochissimi rappresentanti, ma essa doveva far parte di uno speciale articolo, un articolo in cui si diceva che i Trattati di Roma, agli articoli 138 e 108 sono modificati come segue. Ció perche ąuesta e una premessa, non una conseguenza della legge elettorale.

A me, che amo un poco la chiarezza e la per-fezione tecnica, come ó giusto, (altrimenti cadia-mo tutti sotto gli strali del libro di Georges Ri-pert che scrisse contro le Assemblee parlamen-tari che avevano modificato profondamente il codice civile senza accorgersene) parę necessa-rio che ąuando si modifica una norma costitu-zionale si usi una tecnica adatta al carettere della legge che si emenda. Bisognava perció, nella prima parte, elencare esattamente ąuello che erano le modifiche costituzionali: cosi si sarebbe rispettata la forma e non si sarebbe data Timpressione che ąueste modifiche si vo-gliono far passare sotto banco, perche, o i Go-verni non se ne accorgono, o noi non abbiamo il coraggio di dichiararlo in una forma precisa. Penso che ąuesta modifica dovova esser fatta ma in forma chiara, mentre debbo lamentare che in ąuesto caso non sia stata rispettata la forma.

Esaminiamo brevemente gli articoli della Convenzione. Io sono contrario airarticolo nel ąuale e stabilito che un certo numero di rappresentanti debba essere eletto dai Parlamenti. Questo perche sono fermo sul principio del suffragio universale. Credo che ąuesto sia veramen-te la base di ogni Parlamento e ąuindi di ogni assemblea parlamentare. Se ąuesta vorra aver dei poteri che possa far valere nei confronti dei Governi, li puó aver soltanto e li puó esercitare eon sicurezza ąuando abbiano basi sicure nelle elezioni popolari. Questa e la democrazia !

Si dice che ąuanto proposto e necessario per i rapporti tra i parlamenti nazionali e la nuova

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