180 Giuseppe Piccillo 0
nel Ms. di Góttingen: aram 12725, calamar 1 r/4, ossut 2r/2 (= o suta) 17; ugualmente, per -i finale, che del resto non ć notato in altri testi antichi18„ troviamo nel Katekismo di Amelio glonz 72v/10 (= glonki, pl. [arcaico moldavo per gloante), suppusz, 48v/3 ; nelMs. di Góttingen: avezlTl5, mulz l4v/7, ber-nivic llv/22, ecc. Lettere „de prisos”, dunąue, in ąuesti testi non sembrano essercene. I grafemi finali -e, -ae nelle formę prese in esame hanno, pertanto,. un ąualche valore. Resta da tentare di stabilire quale.
Nelle formę di gerundio rilevate nei eon testi 1—12, -e compare nella maggior parte dei casi, mentre -ae solo in slaevyndae (5) e in vaedzaendae (8); nelle formę del participio si altemano entrambe le grafie, cfr. de beutae szy mynkate.
Nel sistema ortografico usato dali’ Amelio e (ę) /ae possono avere ris-pettivamente tre valori:
e: [e]: jratele 245v/4, evangelye 282r/l, vedenye 20r/12;
« : asemenetura 19lv/2—3, neskut 27r/4 (anche naeskut 24v/3), beutura 6v/8, (e baeutura 6r/23); i : densu 28lr/7, lenga 24v/7, rendul 3lr/31;
ae: e : dzysaere 89v/l, endzaery 99v/8 (= ingeri)
a 3 jaekaeturae 23 lr/10, empaerazye 71r/5; i : kaend 7v/18j kreskaend 85r/4; paemaent 230v/28 (= pa-mint, poiche e data anche la grafia paemynt 230v/29, in cui -y- ha certamente il valore di [i]).
Data, dunąue, la polivalenza di ąuesti grafemi, k difficile potere stabilire eon una certa sicurezza il valore che essi hanno nelle formę citate, anche se la finale in -a diffusa oggi in alcuni dialetti potrebbe indurre a vedervi riflesso ąuesto fonetismo.
Ma, indipendentemente dalia sua esatta connotazione, ąuesta vocale finale non sembra avere alcuna funzione morfologica, come risulta dai con-testi citati, dove il sogetto e generalmente maschile: eneepiende iel, kadzynde sługa, graeynde Isus, entriende kraiul, eccezionalmente femminile: vaedzaen-dae tnulzyme, e, in ąualche caso, maschile plurale: vedzu pre alzy stende; inol-trel sau araetate Isiis.
Risulta pertanto confermato il valore fonetico di <-& finale proposto dal Rosetti, ma gia intravisto da §iadbei 19, e condiviso, come si e detto, dal Co-teanu -e dagli Autori della Gramatica linibii rom&ne.
Ma, come spiegarela presenza in ąuesto testo delle freąuenti alternanze del tipo -0, -14, -e (~ae): viend 56732 — 1lyendu 51r/20 — vyende 30776;. ieszynd 58726;— ieszyndu 322719 — ieszynde 333710 ?
In una comunicazione tenuta nel 1993, prendendo in esame -u finale nel Katekismu kresiinesku dello stesso Amelio, e rilevando le alternanze -0,
w G.TPiccillo, II ms. romeno Asch Ź23 di Góttingen, (sec. XVIII) in ,,Travanx de lin-ć guistiąne et dę ljttgrat;ure’'/ ^CXY, 1 (1987),. p. 35.
18 iO. Densusianu, HLR, p. 452; A. Rosetti. B. Cazacu, L. Onu, Isłoria limbiiromńne tiierań, Bucureęti, 1971,1 pp. 138—139. *1 1
tt19 In i^Romapia" p. 359. II Rosetti, A propan 1'origine de \’-d hu participe rou-yiąin* „Bulletin linguistique,M<VI (1938), pp. ^243—244, fripiorta 1’opinione di $iadbei, secońdo cuir'/,ta desinence -d fen tuc. et dariS quelqne$ parlers daebroumains est-elle vraiment la trt.ee Id^Ąfe viejllft flexiOn‘ gę participe.. ^,ou pljjtOt un fait d’prigine phonćtique, r., ^ćsultanlr de la pause du śouffle h. la fin du groupe i*ythmique foTmS paffe parfait pćriphraśtique?".