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Juan Manuel Palerm Salazar*
PRZESTRZEŃ JAKO KRAJOBRAZ. W STRONĘ KRAJOBRAZU
(W PRZESTRZENI) ARCHITEKTURY
SPACE AS LANDSCAPE. TOWARDS THE LANDSCAPE (IN THE
SPACE OF) ARCHITECTURE
Krajobraz nie jest naturą, jest wizją natury. W pojęciu krajobrazu kryje się idea pewnej wizji, pewnej percepcji.
Krajobraz nie ma racji bytu jeśli zabraknie człowieka, który by go obserwował, kontemplował, który wreszcie żyłby w jego przestrzeni, w czasie.
Słowa kluczowe: landscape, time, architecture The landscape is not a nature, it is a vison of nature. There is a concept of vision, of perception, implicit in the word landscape. The landscape has no sense if there is no man who observs and contemplates it, who finally lives in its space, in time.
Keywords: krajobraz, czas, architektura Il Paesaggio non è la natura, bensì una visione alla produzione agricola e allo sfruttamento delle della natura. Nel termine landscape è implicito il risorse del suolo, eseguita nel modo più compatibile concetto di visione, di percezione. Il paesaggio non con le caratteristiche ambientali di quel suolo (geolo-ha senso se non esiste un uomo che lo osserva, lo giche, pedologiche, botaniche, ecc.).
contempla o, più concretamente, lo vive nel suo spazio, nel tempo.
Paesaggio come forma e temporalità Il progetto del paesaggio come forma in movi-Paesaggio come spazio
mento, in via di trasformazione (dalla cultura dello Progettare il paesaggio significa proporre un’inter-spazio, dell’immagine alla cultura del tempo).
pretazione (percettiva, sensoriale ed esistenziale) Il paesaggio è costituito da forme viventi e, in della natura e tradurla in forme. Progettare il paesag-quanto tali, mutevoli, come la vegetazione o gli stessi gio consiste nel realizzare un artificio nella natura, agenti atmosferici e climatici. Il paesaggio è pertanto nel manipolarla per la percezione o per la vivenza la rappresentazione di forme (naturali e artificiali) in umana. Come, d’altro canto, un paesaggio agrario divenire e in continuo cambiamento. Il tempo e il non è altro che una manipolazione della natura mirata cambiamento fanno parte del progetto di paesaggio
* Palerm Salazar Juan Manuel, prof. arch., Universidad de Las Palmas, Gran Canaria, Escuela. Superior de Arquitectura.
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che, pertanto, prevede di per sé la crescita, i muta-getti di architettura, d’ingegneria, dell’ambiente, menti stagionali, il deterioramento e la manutenzione.
a Fatto che si conceda maggiore importanza a una Il paesaggio è una forma di processo, come anche strategia articolata sul territorio, senza tuttavia cadere il progetto di paesaggio.
in pure definizioni.
Le forme del paesaggio si fondano sul movimento La riflessione sul paesaggio non può limitarsi nellśpazio, sulla percezione del movimento. Il fattore a prestare attenzione solo alle definizioni del tempo e il fattore movimento sono fondamentali nel medesimo, nonostante possano essere importanti, progetto di paesaggio. Un paesaggio è mutevole ma deve orientarsi anche verso la sua autentica anche perché è vissuto dall’interno ed è, letteral-misurazione, in base ai risultati che produce, ed mente, plasmato dal movimento dell’utente, come è necessario vederne l’efficacia e identificare il succede con un’opera d’arte contemporanea nella valore progettuale che lo unisce fra le diverse tradizione dell’arte minimal o della land art.
materie che lo sostentano e che devono essere Il tempo del paesaggio e il tempo della città: la prospettate sul territorio.
città, le architetture, le funzioni urbane prevedono Lo studio di questo rapporto è un’occasione per tempi lunghi, ma anche assai brevi… sicuramente riflettere sulla dimensione paesaggistica dell’archi-diversi da quelli del paesaggio naturale, dal tempo tettura.
delle stagioni o dai decenni che occorrono affinché Nel mondo contemporaneo, i concetti di processo un albero raggiunga la maturità.
e di cambiamento sono entrati a far parte dei temi Quando la meta è un tempo futuro, si può svilup-del paesaggio e del territorio. In questo senso, il rap-pare il progetto attraverso un insieme di strategie porto con le tecniche di progettazione del paesaggio che governino il processo costruttivo? Ciò signi-interessa in parte anche l’architettura, l’ingegneria, fica misurare e segnare un paesaggio stabilendo la geografia, la botanica, ecc., soprattutto sotto geometrie, itinerari, percorsi, prospettive visuali, coor-l’aspetto moderno e contemporaneo, in cui il fattore dinate spaziali e geografiche, landmark architettonici, tempo e il fattore movimento sono fondamentali.
vegetazione, albereti, Sistemi di Sistemi.
Le sequenze spaziali, la circolazione e i percorsi, Il paesaggio non si può definire, non si può identi-riassumendo l’aspetto cinetico degli spazi, ivi com-ficare solamente con il territorio, con la dimensione preso il revival pittorico, sono fattori decisivi per di un terreno vasto; occorre riflettere su dimensioni progettare il paesaggio. La difficile descrizione del più ridotte, maggiormente articolate e, pertanto, paesaggio che non ha né forma né colore. La perce-considerare il paesaggio anche come un punto di zione dei fenomeni ha sostituito la composizione vista, un modo di vedere lo spazio e quindi una pittorica che si trovava alla base del progetto maniera di guardare.
paesaggistico dei primi grandi parchi del XX secolo.
Oggi, spesso, lavorare sul paesaggio significa Il paesaggio è fatto di forme, ma anche di rapporti collaborare con le forme della natura e manipolarle e di esperienze.
in funzione di una nuova operazione estetica e d’uso, Paesaggio con valore di memoria. Non si può dove l’arte, la biologia, l’architettura, l’ingegneria, la parlare di grande parco urbano, ma piuttosto di si-botanica, ecc. offrano un ambito di studio e di stemi che, a volte, hanno consistenze morfologiche necessaria riflessione.
variabili e coincidono con antichi corsi di fiumi o con È interessante valutare l’interazione, sia di metodo ampliamenti della città. Paesaggi riletti, che implicano che di sostanza, fra il progetto di paesaggio e i pro-necessariamente, nel loro rifacimento, riconfigurarsi
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e darsi un futuro, come pure un lavoro sulla nostalgia, e paesaggio come una relazione dentro-fuori, una dato che gli elementi del passato non possono essere relazione di orizzonti, diaframmi e percezioni visuali, manipolati e riconfigurati con indifferenza.
una relazione mutua fra interni ed esterni.
Architettura e paesaggio devono partecipare, Paesaggio e architettura
insieme ad altre discipline, a un sistema articolato e si possono arricchire reciprocamente se si consi-Lo spazio pubblico
dera, da un lato, la presenza del paesaggio come un Lo spazio aperto (parchi, giardini, viali, piazze, ambito fisico territoriale e, dall’altro, la dimensione parcheggi, ecc.) ha acquisito un ruolo decisivo nella paesaggistica come supporto tecnico culturale.
definizione della forma della città. Al contrario, la città Per Progettare il Paesaggio, abbiamo comunque ha delegato molte attività/ruoli che non è più in grado bisogno dell’architetto, come mediatore (inter-di sostenere. Nella costante crescita e nel cambia-disciplinare) con doti tecniche ed estetiche per agire mento di questi ruoli e nella continua diversificazione sulla natura, sul territorio e sulla città, capace di dei possibili utenti, quali sono, dunque, i limiti di varia-accettare la diversità.
bilità che il progetto paesaggistico può e deve Joào Nunes lo descrive partendo dall’esigenza di possedere?
usare i termini “tolleranza e generosità” nell’azione L’architettura è più esplicitamente un artificio, progettuale, come pure nel riconoscimento dei poiché agisce attraverso la manipolazione e la tras-meccanismi che dal “tempo” agiscono sul paesaggio.
formazione della natura e, spesso, in chiara contrap-Entrambi i termini, parole-concetto, ci parlano di posizione ad essa.
requisiti che è necessario imparare, quando si applica L’architettura stessa è tuttavia parte integrante del una cultura che trasporta “l’oggetto paesaggio”, paesaggio. La migliore architettura è quella che come ambito culturale del XX secolo, allo “spazio/
collabora, in prima persona, all’interpre-tazione del tempo paesaggio” che proponiamo all’interno della paesaggio.
ricerca e del lavoro sul paesaggio di oggi.
Progettare l’architettura – come, se non di più, Attraverso la comprensione di questi termini/
progettare il paesaggio – significa realizzare un concetto passiamo dalla cultura dell’oggetto a quella artificio nella natura, manipolarla per la percezione dello spazio e, da quest’ultima, alla cultura del tempo.
e per la vivenza umana.
In questo caso L’INCERTEZZA DELLO SPAZIO
A volte vuol dire differenziarsi profondamente PUBBLICO risulta evidente e sconcertante dalle di-e chiaramente dalle forme naturali, contrapponendo mensioni del Paesaggio, che associano lo spazio e il le forme della costruzione trilitica o evitando perfino tempo alla forma di guardare, capire e agire sulla il contatto con le forme naturali.
realtà.
In ciò esiste una perfetta sintonia delle tecni-L’aveva già detto Paul Virilio, riferendosi alla che progettuali fra paesaggio e architettura, e, in Rivoluzione Francese del 1789, la rivoluzione pro-quest’accezione “cinematica”, paesaggio e archi-fonda, che si trova lì, nell’invenzione di uno “Sguardo tettura tendono spesso a fondersi e a confondersi in Pubblico”; ed è proprio questo Sguardo Pubblico un’unica operazione estetica.
a premiare e perdurare dal Panottico di Jeremy Ben-Considerando il fattore “spazio” nell’architettura, tham all’Alexander Platz di Berlino, dal testo di Alfred vale a dire un’architettura vista soprattutto come Döblin alla pellicola di Rainer Weiner Fassbinder, dal interni, si può concepire una relazione fra architettura film Blade Runner di Ridley Scott ambientato a Los
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Angeles all’ago-nizzante sguardo pubblico di Matrix La finito albertiana è andata a finire nell’archi-di Joel Silver e dei fratelli Wachoski, dove appare tettura. Non si tratta di dissoluzione o di distruzione evidente questo bisogno di evoluzione rivendicato delle forme, si tratta di restituzione di spazi al tempo, da Virilio.
di dare tempo allo spazio, di creare altri spazi in una I punti in comune fra loro risiedono nel controllo dinamica continua che contraddice la staticità e, in dell’angolazione dello sguardo, nel “PRINCIPIO DI qualche modo, la stessa tettonica.
VIGILANZA”: L’occhio che tutto vede.
I meccanismi della visione (e la loro trasmissione) Si cercano spazi di relazione e relazione fra spazi, hanno acquisito una funzionalità non solo pratica, invece di spazi finiti in cui svolgere riti arcaici o mo-ma anche simbolica. Come per esempio, le archi-derni.
tetture e i paesaggi dei film Blade Runner o Matrix.
Vedere, ma senza essere visto
La cultura contemporanea è analizzata in questo In un certo senso ci troviamo davanti a questo paradigma da autori, fra cui spiccano PAESAGGIO
cambiamento, che Virilio avverte e Antonio Álvarez E ARCHITETTURA, Mike Davis, Kenneth Frampton, Reyes conferma in ACTAS, Huesca 1998: David Harvey, ecc., che coincidono nel ripensare la Dal momento in cui lo “spazio pubblico” cede dimensione del pubblico in un contesto del tardo davanti all’«IMMAGINE PUBBLICA» è necessario capitalismo, dove lo spazio pubblico è stato pratica-avvertire che la vigilanza e l’illuminazione si spostano, mente abbandonato a causa della deregulation delle a loro volta, dalle piazze, dalle strade e dai viali verso pratiche merceologiche e di una maggiore attrazione questo Terminal di riopzione di pubblicità e d’infor-dello spazio mediatico come forma di rapportare mazione a domicilio che supplisce la città, verso il pubblico e politica.
territorio della vetrina di J. Bentham, lo Spazio urbano, Ci troviamo pertanto in una rappresentazione dello e dal paesaggio luminoso di Alexander Platz al spazio pubblico alla ricerca di nuove strade da per-televisore che rappresenta Blade Runner o all’«inter-correre che le sue scenografie possano offrirci.
face» del computer programmatico multiplo di Matrix.
Io, intanto, vi propongo dei versi di Pedro García Tutti loro, nell’ansia di fornire forme ultimate, secondo Cabrera (1905–1981) che ci riconciliano con la nostra una logica trasformativa, capaci di prescindere dal esistenza e con la nostra natura:
tempo generativo di un’estetica meticcia/macchinista.
A la mar fui por naranjas,
R. Bocchi riesamina questo concetto in Città Pae-cosa que la mar no tiene.
saggio, pubblicato su Finestre sul Paesaggio (Gar-metí la mano en el agua:
gemi editori):
la esperanza me mantiene.