FARMACI
ANTITROMBOTICI
• Antiaggreganti
• Anticoagulanti
• Trombolitici
Farmaci per il controllo della fluidità ematica
Acido acetilsalicilico
(ASA)
Inattiva irreversibilmente la COX1
piastrinica per 7-10 giorni
Effetto cumulativo: 0.4/mg/Kg/day
in 10 giorni inibizione completa dei
livelli serici di TXA2
L’acetilazione
della
COX1
piastrinica
avviene
nel
circolo
portale presistemico, non richiede
farmaco immodificato nel circolo
sistemico
La selettività rispetto alla COX
endoteliale (
PGI2) è assicurata da
fattori
farmacocinetici
e
dalla
capacità
sintetica
delle
cellule
endoteliali
0.2-0.4 mg/Kg/day ottimali come
antiaggeganti
Tuttora il farmaco di riferimento
sperimentale
e
clinico
nella
valutazione della potenza degli
agenti antiaggreganti
tempo di
sanguinamento
DIPIRIDAMOLO
Vasodilatatore, antiaggregante
Inibitore delle fosfodiesterasi, con
la capacità di rilasciare PGI2 ed NO
dalle cellule endoteliali e di inibire
la
captazione
cellulare
di
adenosina A2 cAMP
Da solo non offere vantaggi
rispetto all’ASA
In associazione con ASA offre
vantaggi rispetto a sola ASA in
patologie cerebrovascolari (ictus,
ischemie transitorie), ma non nella
prevenzione di IM o in patologie
trombotiche.
In associazione con warfarina
nella
profilassi
delle
tromboembolie in pazienti con
protesi
valvolari
cardiache
(principale applicazione)
Effetti avversi: cefalea, vampate
TICLOPIDINA
CLOPIDOGREL
Blocco dei recettori P2Y1 che
mediano attivazione piastrinica
Efficacia pari ad ASA nella
prevenzione
secondaria
dopo
ictus
Forse
più
efficaci
nella
prevenzione primaria del paziente
a rischio ???
Principali effetti avversi della
ticlopidina:
leucopenia,
trombocitopenia, pancitopenia
controllo della crasi ematica nelle
prime 12 settimane di terapia
Clopidogrel non sembra avere
effetti midollari
Analoghi stabili della
prostaciclina
ILOPROST
EPOPROSTENOLO
Più
stabili;
legano
preferenzialmente i recettori
piastrinici che non quelli
vasali
Somministrati per infusione
IV lenta
L’efficacia è limitata dal
rapido instaurarsi di tolleranza
(desensibilizzazione
recettoriale)
Usi clinici: malattie vascolari
periferiche
occlusive,
angiopatia diabetica, malattia
di Reynaud.
Pricipali effetti avversi:
cefalea
e
disturbi
gastrointestinali
Inibitiori del complesso
GPIIbIIIa
L’uso di anticorpi è associato
ad effetti collaterali legati alla
immunogenicità ed alla lunga
emivita;
inoltre
dissociano
molto
lentamente
dalle
piastrine,
inibendone
il
legame con il fibrinogeno in
modo
praticamente
irreversibile
Attualmente usati in:
sindromi coronariche acute
angina instabile ed IM
angioplastica transluminale
percutanea, dove si sono
mostrati efficaci nel prevenire
restenosi e IM
ANTICOAGULANTI
Coagulazione
processo responsabile della
trasformazione del sangue
in un reticolo insolubile di
fibrina;
alla
base
della
formazione
del
tappo
emostatico e del TROMBO
TROMBINA
Interagisce con tutte le fasi
della formazione del trombo
Scissione proteolitica del
fibrinogeno in fibrina
Attivazione del fattore XIII e
stabilizzazione dei polimeri di
fibrina
Feedeback positivo sui fattori
V e VIII
Provoca danni endoteliali per
alterazione del citoscheletro
aggegazione piastrinica
Chemotattica per i monociti
mitogenica per linfociti e
cellule della muscolatura liscia
vasale danno aterosclerotico
EPARINA
Glicosamminoglicano con PM
15-30.000 Da
Principalmente contenuta
nei granuli secretori delle
mast cellule
Altri glicosamminoglicani
(eparan e dermatan-solfato)
presenti
a
livello
della
superficie cellulare e nella
matrice extracellulare
In genere estratta dalla
mucosa intestinale di suino o
dal polmone bovino
LMWH può essere ottenuta
mediante depolimerizzazione
chimica
o
enzimatica
dell’eparina
standard
(PM
1.000-10.000 Da)
EPARINA
Il
fattore
eparinico
(antitrombina III) inibisce la
trombina solo in presenza di
eparina.
L’eparina funge da supporto
catalitico a cui si legano sia
l’antitrobina che la trombina;
in seguito la molecola di
eparina
si
libera
dal
complesso
L’antitrombina appartiene
alla famiglia degli inibitori
proteasici chiamate serpine
(serina-proteasi-inibitori)
L’antitrombina inibisce i
fattori
coagulativi
attivati
dalla via intrinseca e comune:
trombina, Xa, IXa, XIa, XIIa,
callicreina
EPARINA
Interferisce
con
la
funzione piastrinica con
aumento del tempo di
sanguinamento
Aumento
dei
livelli
ematici
di
LPL:
alla
sospensione si può avere
iperlipidemia di rimbalzo
Lega FGF: mitogeno per
cellule
endoteliali
e
muscolari lisce può
potenziare
lo
stimolo
all’accrescimento
EPARINA
FARMACOCINETICA
Somministrata per IV o SC
1U= quantità che impedisce
ad 1 ml di plasma citrato di
montone di coagulare per 1
ora dopo aggiunta di 0.2 ml di
CaCl2 all’1%
Terapia a dose piena: 5.000
U in bolo seguite da 1200-
1600 U/ora
La terapia è monitorata con
aPTT ogni 6 ore per le prime
24 ore
Viene
considerato
terapeutico un aumento del
tempo di coagulazione (50-80
sec) di 1.5-2,5 volte
EPARINA
A basso dosaggio può essere
impiegata nella profilassi delle
trombosi venose profonde e
delle
tromboembolie
nel
periodo postoperatorio
5000 U per via SC ogni 8-12
ore
La via sottocutanea può
essere usata anche in pazienti
tratatti a lungo termine in cui la
warfarina è controindicata
IRUDINA
Prototipo della antitrombine
dirette, prodotta dalle ghiandole
salivari di Hirudo medicinalis
Vantaggi rispetto all’eparina:
Effetto
indipendente
da
antitrombina III
Non è neutralizzata dal fattore
4 piastrinico
basso PM inibizione della
trombina
imbrigliata
negli
interstizi
del
trombo
in
formazione
Gli inibitori diretti della
trombina prevengono le
complicanze trombotiche
in pazienti ad alto rischio
Efficaci come l’eparina in:
IM
angina instabile
prevenzione della trombosi
venosa
profonda
postoperatoria
sindromi coronariche instabili
Derivati
dell’antitrombina III
Concentrati
di
ATIII
sembrano essere di una
certa utilità in pazienti con
deficienza ereditaria di ATIII
in
situazioni
quali
tromboembolie acute, parto,
profilassi postoperatoria.
Non esiste indicazione clinica
per l’uso di tali concentrati
in
pazienti
con
deficit
acquisiti di ATIII.
ANTICOAGULANTI
ORALI
Prototipo warfarina
I farmaci della classe differiscono in
potenza e durata d’azione
Somministrazione per OS, IM, IV e
rettale biodisponibilità 100%
Plasma
fetale
=
stessa
concentrazione del plasma materno
Metabolizzata con inattivazione a
livello epatico; emivita circa 40 ore,
durata d’azione 2-5 giorni
Dose abituale nell’adulto 5-10
mg/day per 1-4 giorni, seguita da 2-5
mg/day seguendo la variazione di PT.
Dosi terapeutiche diminuiscono la
produzione epatica di tutti i fattori
della
coagulazione
vitamina
K-
dipendenti del 30-50%
ANTICOAGULANTI ORALI
Principali effetti avversi
Emorragie:
particolarmente
pericolose
quelle
endocraniche,
pericardiche,
gastrointestinali,
endoperitoneali.
Antidoto efficace: viatamina K1
(fitonadione) l’effetto richiede
alcune ore
Se necessario un effetto rapido:
trasfusione di plasma in modo da
raggiungere
rapidamente
una
concentrazione di fattori coagulativi
vitamina K-dipendenti
Aborto, danni fetali ipoplasia
nasale,
condrodisplasie
(1°
trimestre)
danni
al
SNC
(2°
trimestre)
Emorragie fetali o neonatali con
morte si possono avere anche con
valori di PT terapeutici nella madre
Principali effetti avversi
Sindrome delle dita viola:
emboli di colesterolo liberati da
placche ateromatose
Dermatiti, febbre, nausea,
diarrea, crampi addominali
Può complicare la necrosi
cutanea che spesso si associa
alla trombocitopenia da eparina
(usare un inibitore diretto della
trombina)
ANTICOAGULANTI ORALI
FIBRINOLISI E TROMBOLISI
• I trombolitici sono agenti in
grado
di
promuovere
la
conversione del plasminogeno
(precursore inattivo) in plasmina
(enzima proteolitico)
• Il sistema fibrinolitico è regolato
in modo da rimuovere i trombi di
fibrina indesiderati, ma non i
depositi fisiologici di fibrina
(ferite in riparazione)
• I
trombolitici
tendono
a
sciogliere sia i trombi patologici
che i depositi fisiologici di
fibrina emorragie
tPA
Liberato dalle cellule endoteliali,
con
scarso
effetto
sul
plasminogeno circolante
100 volte più attivo sul
plasminogeno legato alla fibrina
In condizioni fisiologiche (5-10
ng/ml) la specificità per la fibrina
limita la formazione sistemica di
plasmina e l’induzione di uno stato
litico sistemico
Emivita 5-10 min
Trombosi coronarica: 10-15 mg IV
in bolo, seguiti da infusione lenta
di 50 mg nella prima ora, 20 mg
nelle ore successive
Durante l’infusione terapeutica
la Cmax può superare i 300 ng/ml
perdita della specificità per la
fibrina
Più costoso di altri trombolitici
STREPTOCHINASI
Proteina con PM 47 KDa prodotta
dallo streptococco beta-emolitico
gruppo C
Non ha attività enzimatica
intrinseca, ma legando molecole di
plasminogeno
ne
induce
l’autoattivazione proteolitica
I regimi terapeutici prevedono
una
dose
di
carico
per
neutralizzare gli anticorpi anti-SK
Pur non avendo specificità per la
fibrina,
ha
una
incidenza
di
emorragie inferiore rispetto al tPA
Effetti avversi peculiari sono
costituiti da reazioni allergiche,
febbre, broncospasmo, anafilassi
(rara)
UROCHINASI
Serina proteasi isolata
da celule di rene umano in
coltura
Ha lo stesso profilo
farmacologico di SK, ma
poco usata perché molto
più costosa
Trombolitici
Principali effetti avversi
Manifestazioni
emorragiche
derivanti da:
Lisi della fibrina nelle sedi di
lesioni
vascolari
(trombi
fisiologici)
Stato litico risultante dalla
formazione sistemica di plasmina
con fibrinogenolisi e distruzione
di altri fattori della coagulazione
La valutazione della tossicità
reale
è
complicata
dal
monitoraggio invasivo e dalla
richiesta di eparinizzazione (che
contribuisce alla complicazione
emorragica) per la valutazione
della trombolisi
Gli studi più recenti senza uso
di eparina hanno mostrato una
incidenza inferiore rispetto ai
precedenti
di
emorragie
importanti (endocraniche)
La frequenza di emorragie è
inferiore
negli
schemi
di
trattamento per IM (infusione 1-
3 ore) che in quelli per embolia
polmonare o trombosi venosa
profonda
(12-72
ore)
necessarie ??
Trombolitici
Principali effetti avversi
Farmaci antitrombotici:
precauzioni d’uso
L’uso di questi farmaci,
soprattutto anticoagulanti
e trombolitici, comporta un
notevole
rischio
di
emorragie ed un rischio
significativo di morte il
rapporto rischio/ beneficio
di un particolare regime
dipende
dalle
caratteristiche del singolo
paziente
e
può
non
concordare
con
quanto
consigliato
per
la
popolazione generale
Farmaci antitrombotici
Tromboembolia venosa
Trattamento
Obiettivo:
prevenzione
di
embolia polmonare
Eparina: 5000 U in bolo IV
32.000 U in 24 ore, IV 17.000 U
ogni 12 ore SC, per 10 giorni
Spesso
in
associazione
con
warfarina per i primi 5 giorni
Attualmente si tende a sostituire
eparina con LMWH, dose fissa
SC, 1-2 volte al giorno, senza
monitoraggio ed aggiustamento
della dose
In
genere
usati
anche
i
trombolitici, anche se non c’è
nessun dato di riduzione della
mortalità
Farmaci antitrombotici
Tromboembolia venosa
Prevenzione
L’appropriatezza della profilassi
si basa sulla giusta valutazione
del:
Rischio
dato
dalla
tromboembolia
qualora
si
manifesti
Rischio che accompagna
l’intervento preventivo
Pazienti a basso rischio dopo
interventi chirurgici minori
deambulazione precoce
Pazienti a medio rischio
(interventi
di
chirurgia
generale 30 min in pazienti
con età 40 anni, o con IM,
scompenso …) eparina a
basse dosi (5000 u SC ogni 12
ore)
Pazienti ad alto rischio
eparina, 5000 U SC ogni 8 ore
Infarto miocardico
In tutti i pazienti co IM acuto va
considerata
la
possibilità
di
effettuare
una
terapia
trombolitica con SK o tPA ( a
volte
in
associazione
con
eparina)
riduzione
della
mortalità, preservazione della
funzione cardiaca
ASA migliora la sopravvivenza
sia da sola che con trombolitici,
l’ulteriore aggiunta di eparina
porta
vantaggio
solo
se
il
trombolitico è tPA
In
mancanza
di
terapia
trombolitica:
ASA
160-325
mg/day + eparina (7.500 U, SC,
ogni 12H)
ANTITROMBOTICI
ANTITROMBOTICI
Angina
Angina stabile mortalità
4%
IM
5%
Angina instabile mortalità
10%
IM 8-10%
ASA (325 mg/day) 50% il
rischio di IM e la mortalità
totale
Eparina a dose piena durante
la fase acuta
ANTITROMBOTICI
Interventi di bypass
ASA 325 mg/day
Angioplastica coronarica
Eparina a dose piena
Protesi valvolari cardiache
Rischio di embolia 2-6%
Warfarina
L’aggiunta di ASA (100 mg/day)
nei pazienti ad alto rischio
(fibrillazione
atriale
post-
operatoria,
coronaropatia,
anamnesi
di
tromboembolie)
comporta
una
diminuzione
dell’incidenza
di
embolie
sistemiche ed un aumento del
rischio emorragico
ANTITROMBOTICI
Vasculopatie cardiache e
cerebrali
ASA dopo TIA o ictus minori
325 mg/day
975-1300 mg/day
Non c’è consenso sulla dose
Ticlopidina + efficace ma +
tossica
Prevenzione secondaria della
tromboembolia arteriosa
ASA ed antiaggreganti in
pazienti con IM, ictus, angina
instabile, TIA
ASA è favorita nel controllo
della mortalità totale e degli
eventi cardiovascolari
Mortalità totale 17%
Eventi vascolari non fatali
30%
Nessun farmaco è superiore a
basse dosi di ASA (75-300
mg/day)
ANTITROMBOTICI
ANTITROMBOTICI
Prevenzione primaria della
tromboembolia arteriosa
Studio su volontari sani con
ASA 325 mg/day
45% IM
72% infarto totale
ictus emorragico
= mortalità totale
uso profilattico di ASA in
pazienti sani non è
consigliato