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constatare che mentre quei governi in fondo si sforzano a realizzare le nostre rchieste di accele-razione sul piano economico, noi non fossimo capaci di usare dello strumento di cui oggi dispo-niamo per poter accelerare l’integrazione politi-ca europea. Sarebbe questa una enorma con-traddizione politica che peserebbe gravemente sulla nostra responsabilita. Con 1’accelerazione economica e 1’applicazione della tariffa esterna comune noi stiamo trasformando la nostro unio-ne economica, la nostra unione doganale in una vera e propria comunita economica.
Allo stesso modo le elezioni a suffragio uni-versale costituiscono un elemento decisivo verso l’integrazione politica. Io non vorrei farę qui del nazionalismo europeo, ma forsę molti di noi non hanno sempre presente 1’entita economico-poli-tica che TEuropa rappresenta in questo mo-mento.
Io debbo qui citare ancora una volta (l’ho fatto in altre occasioni) un articolo ed uno studio ap-parso su una rivista americana. L’articolo era cosi concepito : a chi apparterra questo secolo ? AlPAmerica, alla Russia o all’Europa ? La fonte e americana e i dati, che sono molto esatti, ci vengono forniti dai nostri amici americani, i quali, a conclusione delTarticolo, sono molto in-certi neH’attribuire il possesso del secolo al-1’America ; escludono che sia della Russia, ma sono molto incerti se questo secolo sara del-l’America o dell’Europa dei sei. E ci sono dei dati. Quando un complesso come il nostro ha un reddito nazionale attuale di 250 miliardi di dol-lari nei confronti dei 480 americani e 200 russi, quando la produzione deiracciaio e di 80 milioni di tonnellate attuali contro i 110 americani e i 64 russi, quando nell’Europa dei Sei si produ-cono i due terzi degli automobili prodotti dagli Stati Uniti contro i 125 mila prodotti in Russia, il che significa che 1’Europa produce 25 volte di piu di quello che la Russia non produce nel set-tore automobilistico, quando (e questo e il fatto piu importante) la cifra della bilancia commer-ciale dell’Europa dei sei raggiunge la cifra astro-nomica di 35 miliardi di dollari contro i 17,4 del-l’America e i 4,4 della Russia, sicche si puó dire che il nostro commercio nei confronti di quello russo e quasi dieci volte di piu, quando si puó concludere, quindi, che 1’Europa dei sei e la piu grandę potenza commerciale del mondo, e la se-conda potenza industriale del mondo, forsę noi abbiamo la sensazione delle nostre responsabilita non soltanto economiche ma anche e prin-cipalmente politiche. Basterebbe soltanto che consrderassimo la cifra della bilancia commer-
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ciale e la sapessimo interpretare e vedremmo, per esempio, che quella cifra significa che 1’Europa dei sei e acquirente del 44 °/o delle materie prime dei paesi sottosviluppati.
Se quindi una politica nei confronti di quei paesi deve esser fatta, essa deve esser fatta dalia Comunita Economica Europea.
Queste cifre, che forsę molte volte noi non conosciamo o dimentichiamo, dimensionano il problema politico e danno un significato al voto che noi andiamo a dare al progetto per le elezioni a suffragio universale. Si tratta finalmente di creare un parlamento che sia sulla misura di queste responsabilita. Colleghi, le cifre sono espressive : dobbiamo far si che alla dimensione monetaria ed economica corrisponda una ade-guata dimensione politica.
Ecco perche — e concludo — io ritengo che noi dobbiamo approvare, e possibilmente alla unanimita, il progetto di convenzione che ci viene presentato dalia Commissione politica e dal Gruppo di lavoro ; ed io vorrei dire ancora di piu, che noi dovremmo chiedere contempora-neamente ai governi che approvino il piu rapi-damente possibile, e per stabilire quel giusto parallelismo che deve esistere tra integrazione politica ed economica, il nostro progetto nel mo-mento in cui entrera in funzione Taccelerazione della integrazione economica.
Con questo credo che i governi daranno la dimostrazione pratica della loro volonta effet-tiva di integrazione politica, perche abbiamo di-mostrato che non e possibile 1’integrazione economica senza quella politica. Noi li ringra-ziamo di quanto hanno gia fatto e speriamo che i pour parler che sono in corso al Lussemburgo portino effettivamente ad un risultato soddisfa-cente per noi. Comunque ci sembra di sapere che 1’ultimo traguardo per 1’inizio delTaccelera-zione sara nella peggiore della ipotesi il 1° ge-naio 1961. Io propongo che si chieda che questo progetto sia approvato prima di quella data.
Incomincera allora la gara tra i nostri parla-menti per la ratifica ed allora credo che il 1961 sara veramente un anno proficuo per 1’Europa per il suo rilancio politico ed economico; perche assisteremo a questo spettacolo interessante di vedere la gara effettiva tra le forze politiche e le forze economiche. To mi auguro che le forze politiche che noi rappresentiamo vincano. Grazie, signor Presidente.
(Applausi.)
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