11 EINE WENIG BEKANNTTE QUELLE OBER DIE EKOBERUNG VON UPOVA (1551) 23
onde vedendosi la cosa in quel termine fu ordinato, che si facessero ritirare i soldati da Pas-salto per rinovarlo poi eon miglior ordine. Li ąuali non attendendo a cosa che gli fosse detta, ąuanto il danno cresccva, et il pericolo era maggiore, tanto piu se infiammavano alla vendetta, perilche il Castaldo fece sparare alcuni tiri di artiglieria nel riparo de nemici, et nella istessa batteria, costringendoli a quel modo a ritirarsene aląuanto. Nel medesimo punto, oltra che eon picconi in diverse parti si era cominciato a forare il muro tentavano molti di salir eon scalę in varij luoghi. Intra gli altri salirno alcuni Ungari nel casino di asse piu yicino alla batteria, da la mano destra
Fol. 36 v. et ammazzato un Turcho, che eon un moschetto offcndeva gli assalitori, vol-taro ąuelli contra Turchi, li quali sentendosi insperatamente ferire per fianco, e trovandosi hormai stanchi comincioruo a poco a poco ad allentarsi alla difesa. Di che accortosi el Castaldo ordinó subito che si rinovasse lo assalto, et'alhor'il Nadasdi postosi fra i soldati, e fatta certa oratione a Dio, gli disse, Fratelli io vi prometto la yittoria certa a questa volta, pero se amate 1’honor'e la gloria vostra e desiderate vendicarvi del sangue nostro medesimo che han sparso questi cani, rimettete animosamente, e vedrete che Christo gli levar& Pordine, e la forza di poter piu resistere. Non lo lasciaro finir di dire li soldati, che inanimandosi Pun Paltro tornorono eon tant’impeto a Passalto che Turchi vedendone gia saliti molti in diverse parti della muraglia, e calar dal montc un nuovo
Fol. 37 r squadrone di Alemani alla volta loro, disperando di poter piu resistere si posero in fuga, cercando salvarsi chi nel castello, cb per il fiume, et altri alla campagna : ma quelli soli furono salvi che eon Uliman 1 entrarono nel castello, che passarono poco di mille tutti gli altri escetti solamente dui, c'hebbero buona fortuna, e velocissimi cavalli, furono ammazzati o sommersi dalia cavalleria 7'udesca et Ungara. La qual dubitando il Signor Gioanbattista per relationc di alcune spie, che*l Beglerbeg venesse, o mandasse a sturbare lo assalto, havea disposta in certi luoghi da Puna e Paltra parte del Marrosso, che in quel giomo ben si assimiglia al suo nome, per la gran copia dcl sangue che vi fu sparso dentro. La campagna restó tutta piena di morti. De’Christiani mancarono circa ducento tra quali furono molti capitanei alfieri et altre persone di grado. La citta fu sacchegiata eon morte di alcuna parte delli cittadini. Alle donnę
Fol 37 v. et fanciulli fu perdonato. Tra tutti quelli che allo assalto si portarono bene, et animosamente, che furono molti, cosi Alemani, come Spagnuoli et Ungari fu notata la virtu e’l valore del Marchese Sforza il qual facendo uffitio quando di soldato nel combattere, e quando <li capitano nel esortar le genti et provedere a quel ch’era bisogno non si vidde mai stanco, e presa la terra attese a radunare un corpo di genti per serare il castello secundo Pordine gia per il signor Gioan Battista datogli.
Maravigliandosi molti come presumesse Uliman di voler difendere quella citta, essendo non solamente debilissima, ma quasi irreparabile per i monti che la cignoreggiano et erano circa questo diverse opinioni. Dicevano alcuni, ch’era rimaso dando credito al giudice della terra» ch*egli poi fece per quella causa decapitare et alli mercanti Ragusei che
Fol. 38 r. infaliibilmente gli persuasero, che Christiani in quel anno non havrian potutto andar'a ricuperarla, essendo gia del mese di ottobre. II che altri negavano eon dire, che se cosi fosse stato, dapoi che si trovava ingannato, havria potuto di un’o doi giorni prima che Pessercito <Ie Christiani giungesse brusar la terra, et andarsene; si come fu detto, c’havca fatlo, e volevano piu presto, che essendosi lui eshibito a guardarla eon quattromilla soldati il che non oso farę alcun’altro che nel loro essercito fosse. Volse poi piu presto awenturar la vita sua, e delli soldati, che mancare de la promessa. II che mostraro esser vero lc parole, eon che ne mando doi figli suoi tre giorni avanti. Andate voi, disse e vivete, che di me sa Iddio quello che sara. E benche tra lui e’l Beglerbeg intravenesse qualche garra, non pero diffidava del soccorso suo sopravenendo la necessita. Argumentavano alcuni altri, ch’egli tenesse intentioue del Frate di non
Fol. 38 v. lasciarli dare assalto et anchor che di qnesto si fosse gia manifestamente visto il contrario, lo fecero pero parer verisimile le cose, che seguirno. Percioche vedendo Uliman, che’l castello dov*era serrato non si poteva difendere al lungo da tanto essercito, ne tenea vittoaglie, che a tante genti, senon per pochissimi giorni bastassero, mando fuori alcuni suoi a trattar di rendersi, prima raccomandandosi al Frate. E commemorandogli la commune amicitia e la servit£i,
Georg Utjesenović (Martinuzzi, Frater Georgius).